Le antichissime culture megalitiche della Sardegna e in particolare la cultura Nuragica,
a partire da luglio saranno al centro, per la prima volta, di un incredibile evento
internazionale, che toccherà quattro importanti città europee e i loro prestigiosi musei,
rivelando al pubblico storie e testimonianze materiali, paesaggi e civiltà affascinanti e
uniche, per molti versi ancora avvolte nelle nebbie della ricerca.
COMUNICATO STAMPA
Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli sono le tappe di una straordinaria mostra
dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna, compresa quella
nuragica, per la prima volta al centro dell’attenzione internazionale.
Nel cuore del Mediterraneo, crocevia di incroci e relazioni, l’Isola ha sviluppato civiltà
uniche e originali ancora oggi oggetto di interrogativi e ricerche scientifiche.
La Regione Autonoma della Sardegna prosegue il progetto pluriennale di Heritage
Tourism dedicato all’archeologia, con un grande evento espositivo in viaggio per l’Europa.
Eccezionale prestito del Museo Nazionale di Cagliari di uno dei Guerrieri di Mont’e Prama
Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli dal 30 giugno 2021 fino a settembre
del 2022 accenderanno i riflettori sulle sepolture delle “domus de janas” di
epoca neolitica ed eneolitica e sulle iconiche riproduzioni statuarie di “dee
madri”, talvolta veri e propri capolavori artistici; sulle incredibili architetture
dei nuraghi che hanno caratterizzato l’Età del Bronzo nell’Isola e sulle
cosiddette “tombe di giganti”; sui contatti tra civiltà lontane e sugli
eccezionali bronzetti nuragici raffiguranti donne, uomini, guerrieri e
animali; su spade votive, modellini di edifici e di navi e sugli incredibili,
monumentali Guerrieri di Mont’e Prama: autorappresentazione di un
passato mitico riferito all’apogeo dell’Età nuragica, ma in piena Età del
Ferro. Eccezionalmente, grazie al Ministero della Cultura italiano e alla
direzione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, una di queste
affascinanti grandi sculture, mai prestate prima d’ora, sarà ospite
d’onore dell’esposizone.
“Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel
cuore del Mediterraneo” è la mostra-evento promossa dalla Regione
Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il Museo
Archeologico Nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della
Sardegna, con il Patrocinio del MAECI e del MIC, la collaborazione della Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International.
La mostra ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.
E’ questa l’ultima tappa di un articolato progetto di Heritage Tourism finanziato dall’Unione
Europea, sull’archeologia sarda nel contesto del Mediterraneo, preparata nel 2017 da
un ampio convegno internazionale sul tema e nel 2019 dall’esposizione a Cagliari “Le
Civiltà e il Mediterraneo”, presenti i musei che ora ospiteranno la nuova importante
mostra: il Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (dal 30/06/21 al
30/09/21) il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 19/10/21 al 16/01/22) il
Museo Archeologico Nazionale di Salonicco (dall’11/02/22 al 15/05/22) e il MANN Museo
Archeologico Nazionale di Napoli (dal 10/06/22 all’11/09/22).
La Sardegna è un’isola nel cuore del Mediterraneo, cui oggi sempre più viene riconosciuto
dagli studiosi internazionali un ruolo di primo piano in età preistorica e protostorica nei
contatti e negli incroci di civiltà, sia nell’ambito del Mare Nostrum, sia nei rapporti con il
Centro e Nord Europa e con il Levante. Un’isola che ha visto svilupparsi, millenni or sono,
culture e civiltà originali, capaci di dar vita a testimonianze ed evidenze monumentali
Il mito e la leggenda hanno spesso incrociato la storia nell’interpretazione della
antiche civiltà sarde, società senza stato e senza scrittura ancora al centro di
studi, scavi e ricerche.
Ma oggi sono molti i punti fermi di questa plurimillenaria avventura.
Di essi la mostra darà conto, attraverso importanti reperti provenienti
dai musei archeologici di Cagliari, Nuoro e Sassari e grazie a
un accurato apparato didattico e multimediale, a modellini
e ricostruzioni, che consentiranno di contestualizzare e
approfondire, dal punto di vista storico e geografico, il racconto
espositivo. In ogni sede inoltre, attraverso le collezioni dei
Musei, sarà favorito il confronto e il dialogo con le civiltà
coeve sviluppatisi in Europa e nel Mediterraneo, a mostrare
connessioni, contatti, differenze.
Stessa cosa nel catalogo che accompagnerà la mostra,
una coedizione Skira / Il Cigno GG Edizioni, pubblicato in
5 diverse lingue: italiano, inglese, tedesco, russo e greco.
È il megalitismo il filo rosso scelto per ripercorrere le
vicende della Sardegna dalla direzione scientifica della
mostra, composta da Federica Doria, Stefano Giuliani,
Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini,
con il coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino,
cui si aggiungono in comitato scientifico Manfred Nawroth,
Yuri Piotrovsky, Angeliki Koukouvou e Paolo Giulierini:
l’attitudine alla realizzazione di edifici con elementi litici di
grandi dimensioni. Questa tendenza contraddistinse l’Isola per
un lungo lasso di tempo, dall’età Neolitica attraverso tutta l’età del
Bronzo fino a quella del Ferro, e segna tuttora il paesaggio sardo
attraverso i lasciti della civiltà nuragica, tra cui circa 7000 edifici detti
appunto “nuraghi”.
G. Asproni, NuoroLa religiosità delle genti nuragiche è qui rappresentata al suo massimo grado
dall’enorme numero di ex voto figurati in bronzo – i cosiddetti “bronzetti” di cui la
mostra darà conto con alcuni reperti di grandissimo interesse – che riproducono
figure umane, maschili e femminili nei diversi ruoli della società, ma anche animali,
oggetti e persino edifici. Proprio la produzione della bronzistica figurata offre uno
spaccato vivace della società nuragica, del vestiario, della gestualità, delle armi,
dei sistemi alimentari; mentre la presenza di collane e vaghi in ambra, rinvenuti
negli scavi degli ultimi trent’anni in tanti santuari della Sardegna, testimonia stretti
collegamenti dell’Isola non solo con il mondo mediterraneo, ma anche con le reti
commerciali e culturali della Penisola e dell’Europa centrale.
Anche nell’Età del Ferro (I millennio a.C.), in una società in cui si sono profondamente
modificate le dinamiche sociali, economiche e costruttive, i nuraghi, pur non edificati
da vari secoli, continuano a essere centrali nell’immaginario collettivo quale simbolo
di un passato mitico in cui tutta la popolazione dell’Isola si riconosce.
Finito il tempo degli ingegnosi e arditi costruttori di torri nuragiche, si diffondono
dunque le miniature di tali edifici, in pietra, ceramica, bronzo e anche in materiali
deperibili, utilizzate probabilmente come altari in rituali collettivi e rinvenuti infatti al
centro di edifici megalitici intesi come “capanne delle riunioni”.
È questo il momento in cui alcuni gruppi emergono sugli altri e si formano le prime
aristocrazie. A Mont’e Prama una di queste si autorappresenta e si autocelebra
con un complesso scultoreo unico nel suo genere, composto da quasi 40 imponenti
statue in pietra di Guerrieri, Arcieri e Pugilatori, oltre a modelli di nuraghe e betili.
Per la nuova società, il tempo lontano degli eroi era oggetto di venerazione e di
richiamo identitario.
Evento irripetibile è il prestito di una delle celebri sculture di Mont’e Prama da
parte del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari per questa storica esposizione
internazionale: un “Pugilatore” alto con piedestallo 190 cm e pesante circa 300 kg.
Rinvenute in frammenti a partire dagli scavi del 1975-1979 e ricomposte grazie a
interventi di restauro di eccezionale delicatezza e dai risultati sorprendenti (i primi
nel 2007-2011), queste imponenti statue, nelle loro raffigurazioni schematiche
realizzate secondo uno stile convenzionale d’impronta geometrica, non trovano
paragoni nel variegato patrimonio artistico e monumentale della Sardegna e ancora
sono aperte a diverse interpretazioni.
Un dato tuttavia è certo: la civiltà nuragica era ormai al tramonto.
Nonostante questo, il suo retaggio continuerà ad essere leggibile attraverso i
secoli, malgrado il mutare dell’orizzonte semantico: dapprima con l’arrivo dei Fenici
attestati lungo le coste sarde a partire dal IX secolo a.C, quindi con la presa dell’Isola
da parte di Cartagine, alla fine del VI secolo, e poi con l’arrivo dei Romani.
Anche dopo la la conquista romana (238 a.C.) l’eredità nuragica appare leggibile,
come testimoniano i resti della cultura materiale in mostra e in alcuni casi le fonti
epigrafiche che ci restituiscono una onomastica prelatina.
Persino in età medievale i nuraghi e addirittura le “domus de janas” sono ancora
oggetto di riutilizzo e molti villaggi medievali si addensano intorno alle torri nuragiche.
Un mondo in evoluzione che non dimentica le sue origini.
Prima tappa
dal 30 giugno 2021
al 30 settembre 2021
Berlino, Neues
Museum, Museo
per la Preistoria e
Protostoria
Seconda tappa
dal 19 ottobre 2021
al 16 gennaio 2022
San Pietroburgo,
Museo Statale
Ermitage
Terza tappa
dal 11 febbraio 2022
al 15 maggio 2022
Salonicco, Museo
Archeologico
Nazionale
Quarta tappa
dal 10 giugno 2022
al 11 settembre 2022
Napoli, Museo
Archeologico
Nazionale – MANN