(mi-lorenteggio.com) Milano, 15 gennaio 2019 – Per il suo rilevante indotto e per lo
straordinario apporto al commercio estero, è stata la
manifattura il vero emblema della riscossa italiana dopo la
lunga crisi 2008-2013, riuscendo a crescere in media del 7,4%
nel quadriennio 2014-17, cioè quasi il doppio del PIL.
MANIFATTURA PUNTA DI DIAMANTE DELL’ECONOMIA – Lo sostiene un
recente approfondimento statistico della Fondazione Edison che
spiega come sia la manifattura, dunque, il motore di un’Italia
che non è affatto fanalino di coda in Europa ma la punta di
diamante. E in testa a questa rincorsa europea, c’è la
Lombardia, che mese dopo mese ha ridotto la differenza con
l’indice di produzione manifatturiero dell’Eurozona e aumentato
la distanza con la media italiana, in tutti i settori
produttivi, con il traino di meccanica, minerali non metalliferi
e gli strumenti biomedicali, e in maniera omogenea in tutti i
territori.
CON 100 MILA AZIENDE LOMBARDIA CONFERMA RUOLO TRAINO ECONOMIA –
Anche nell’ultimo trimestre, la Lombardia prosegue la sua
rincorsa europea, con le sue 100 mila aziende, un quinto del
totale nazionale, con il suo fatturato di circa 250 miliardi e
valore aggiunto di oltre 60 miliardi, quest’ultimo in crescita
negli ultimi anni di circa il 5%.
Questi i dati ripresi nell’approfondimento settimanale di
#LombardiaSpeciale, pubblicato sul sito
www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it
SACRIFICIO, PASSIONE E INNOVAZIONE – “I dati del manifatturiero
lombardo – ha commentato il vicepresidente e assessore alla
Ricerca, Innovazione, Università, Export e
Internazionalizzazione delle imprese Fabrizio Sala – confermano
la vocazione della nostra Regione a rimboccarsi le maniche e a
lavorare ancora di più per raggiungere traguardi sempre più
ambiziosi. Spirito di sacrificio, passione e innovazione: questi
sono gli ingredienti delle nostre aziende per crescere ancora e
connettersi con il resto del mondo. L’industria manifatturiera
lombarda si conferma leader e rappresenta il traino per tutte le
altre regioni italiane”.
TREND POSITIVIVO – Lo studio di Fondazione Edison (realizzato su
dati Istat) sottolinea come, negli ultimi tre anni (2015-2017)
il valore aggiunto dell’industria manifatturiera italiana sia
sempre regolarmente aumentato di più del valore aggiunto delle
manifatture francese e britannica e in due anni su tre (il 2015
e il 2017) anche di più di quello della manifattura tedesca. Nel
2017 i dati sono stati i seguenti: Italia +3,8%, Germania +2,7%,
Regno Unito +2,3%, Francia +1,7%.
Nell’arco del quadriennio 2014-17, poi, il valore aggiunto del
settore manifatturiero italiano è aumentato cumulativamente del
10%, cioè oltre due volte e mezza di più del PIL (+3,8%): un
incremento più o meno analogo a quello sperimentato dal
commercio (+10%) e dai servizi di alloggio e ristorazione
(+10,7%).
I COMPARTI CHE ‘TIRANO’ – Ecco i numeri del successo del
manifatturiero: mezzi di trasporto (+42,8% in quattro anni,
rispetto al 2013), prodotti in metallo (+13,8%), farmaceutica
(+12,4%), chimica (+12,3%) e alimentare (+9,9%). Grande la
spinta al nostro commercio estero: il surplus manifatturiero
italiano, oggi il quinto al mondo, è quasi raddoppiato in dieci
anni, passando dai 53 miliardi di euro del 2007 ai 97 miliardi
del 2017.
Redazione