Migranti fermi in mare: A Milano provocazione artistica in Darsena

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 8 gennaio 2019 – 49 migranti salvati nel Mediterraneo dalle navi di una ONG tedesca, Sea Watch e Sea Eye, si trovano da 16 giorni ancora in mezzo al mare, mentre l’Europa, Malta e l’Italia stanno a guardare, rimbalzando il salvataggio e l’approdo a terra. Per contestare l’immobilismo europeo e la chiusura elettoralistica di Malta e Italia, l’artivista Cristina Donati Meyer, ha esposto in Darsena l’opera “Clandestini”, in seguito affissa lungo il Naviglio Grande.
L’opera raffigura un barcone alla deriva con migranti africani e migranti “d’eccezione”: Sigmund Freud, Isabel Allende, Rodolfo Valentino, Lady Gaga, Marc Chagall, Charlie Chaplin, Albert Einstein, Madonna; tutte e tutti migranti che, partiti o fuggiti dai propri Paesi per cause diverse, hanno offerto al mondo, dai Paesi ospitanti, contributi significativi nel campo dell’arte, della scienza, della cultura.
La storia delle migrazioni insegna che tra chi emigra vi sono anche cervelli eccezionali, personalità uniche e di spessore.
L’intento dell’opera di “Artivismo” è suggerire la riflessione e il dubbio che tra i 49 migranti respinti come lebbrosi da tutti gli Stati europei potrebbe esserci anche un nuovo Freud o una nuova Allende.
“La vicenda dei 49 migranti bloccati in mare al largo di Malta, è stucchevole e disumana”, dichiara l’artista Donati Meyer, “l’unico modo per far riflettere gli italiani sulla vicenda è avvicinare questi “fantasmi” a noi e a ciò che ci è familiare, riattivare l’umanizzazione di persone che subiscono dalla politica europea e italiana la disumanizzazione, trasformandosi in numeri e categorie, quando non in pericolo criminale (clandestini, migranti, profughi)”.

“L’arte non può far finta di nulla, di fronte ai drammi quotidiani, girandosi dall’altra parte o arroccandosi su improbabili torri d’avorio. L’arte non può neanche languire nelle polverose gallerie, ma deve essere pubblica, a disposizione di tutti”, afferma l’Artivista Donati Meyer.

Nei mesi scorsi, Cristina Donati Meyer, aveva realizzato diverse performance a tinte forti, tra le quali:
Il giorno dopo le elezioni di medio termine negli USA, l’opera pittorica affissa su un muro lungo i Navigli a Milano, rappresentava Trump che bacia una Frida Kahlo, la grande artista-icona messicana (visibilmente schifata);
“Una pisciata vi seppellirà” che reinterpreta il motto anarchico “Una risata vi seppellirà” (o più precisamente “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”), per accogliere il “Decreto Salvini”. L’opera rappresentava il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nelle vesti di un gerarca littorio, al quale due bambini orinano irrispettosi sugli stivaloni marziali
“Sogno di un ministro in una notte di mezza estate”, raffigurante Saviano dietro le sbarre e affissa sotto la casa milanese di Salvini;
un Salvini Robocop sotto la Prefettura di Milano e un’opera con due bambini nei campi di sterminio nazista sotto la sede della Lega in Via Bellerio, per contestare le politiche xenofobe del ministro degli Interni, mentre sempre sul Naviglio Grande era apparsa la “Madonna dei migranti”, ennesima opera sul tema;
“Il bacio tra Putin e Trump” esposta all’ingresso del Consolato USA di Milano.
Nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Milano tra il ministro Salvini e l’oligarca xenofobo ungherese, Orban, l’artista aveva affisso in piazza San Babila l’opera “Europa”, raffigurante una madre che allatta attraverso la rete di separazione il figlio piccolo rimasto dall’altra parte con il padre, nell’Ungheria di Orban.
Al “Bosco della droga” di Rogoredo, ai primi di dicembre, l’artista affisse l’opera “La Pietà di Rogoredo”, opera che reinterpreta la “Pietà” di Michelangelo, con un tossicodipendente nei panni di Gesù e l’Italia al posto della Madonna. Il tossicodipendente/Gesù ha una siringa infilata nel braccio, un laccio emostatico e un cagnolino ai piedi.
Lo scorso dicembre, in prossimità delle feste natalizie, l’artivista ha affisso in piazza San Babila, all’incrocio delle vie fulcro dello shopping di lusso l’opera “Natale 2018, sfratto alla Sacra Famiglia”, rappresentante una famiglia di profughi siriani in una capanna.
In tutte le occasioni si è verificato l’intervento dei soldati a guardia degli obiettivi sensibili, di Carabinieri e della Digos.

 

Redazione

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