Milano. “Bosco della droga”, esposta opera “La Pietà di Rogoredo” di Cristina Donati Meyer

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 14 novembre 2018 – Nuova azione artistica dell’artivista Cristina Donati Meyer, questa volta al “Bosco della droga” di Rogoredo, dove è stata affissa l’opera “La Pietà di Rogoredo”. L’opera dell’artivista reinterpreta la “Pietà” di Michelangelo, con un tossicodipendente nei panni di Gesù e l’Italia al posto della Madonna. Il tossicodipendente-Gesù ha una siringa infilata nel braccio, un laccio emostatico e un cagnolino ai piedi. L’Italia-Madonna con l’italica corona a cingerle la testa, guarda sconsolata il proprio figlio, con compassione ma senza nulla poter fare.

Il passaggio continuo di giovani e giovanissimi alla ricerca della dose o pronti a prostituirsi è come un girone dantesco dal flusso continuo. A nulla servono i blitz polizieschi settimanali, i fermi dei tossicodipendenti all’uscita dal bosco, i muri costruiti, le operazioni di immagine volute e ordite da Prefettura e Comune di Milano. I figli di Milano continuano ininterrottamente a frequentare, ad ogni ora del giorno e della notte, il bosco della droga. Milano e le sue istituzioni, il Ministero dell’Interno, non sanno offrire alcuna alternativa se non quella della occasionale repressione.

Il muro, da poco realizzato, lungo la ferrovia, servirà soltanto ad impedire un passaggio e ad occultare agli occhi dei passanti “l’oscena visione”. In campo non è stata posta alcuna politica di riduzione del danno o di disincentivo, nessuna educativa di strada, nessun presidio sanitario, nessun consultorio ambulante. Così i tossici si passano siringhe e patologie, utilizzando acqua contaminata, molte/i ragazzine/i si prostituiscono per una dosa, il tutto lontano da occhi benpensanti e senza infastidire l’operosa Milano.

Nel corso dell’esposizione e dell’affissione dell’opera all’ingresso del bosco molti ragazzi e ragazze si sono fermati complimentandosi con l’artista.

 

L’arte non può far finta di nulla, di fronte ai drammi quotidiani, girandosi dall’altra parte o arroccandosi su improbabili torri d’avorio. L’arte che sta a guardare e produce solo opere estetiche, è relegata al ruolo di decorazione”, afferma l’Artivista Donati Meyer.

 

Nei mesi scorsi, Cristina Donati Meyer, aveva realizzato diverse performance a tinte forti, tra le quali:

Il giorno dopo le elezioni di medio termine negli USA, l’opera pittorica affissa su un muro lungo i Navigli a Milano, rappresentava Trump che bacia una Frida Kahlo, la grande artista-icona messicana (visibilmente schifata);

Una pisciata vi seppellirà” che reinterpreta il motto anarchico “Una risata vi seppellirà” (o più precisamente “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”), per accogliere il “Decreto Salvini”. L’opera rappresentava il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nelle vesti di un gerarca littorio, al quale due bambini orinano irrispettosi sugli stivaloni marziali

Sogno di un ministro in una notte di mezza estate”, raffigurante Saviano dietro le sbarre e affissa sotto la casa milanese di Salvini;

un Salvini Robocop sotto la Prefettura di Milano e un’opera con due bambini nei campi di sterminio nazista sotto la sede della Lega in Via Bellerio, per contestare le politiche xenofobe del ministro degli Interni, mentre sempre sul Naviglio Grande era apparsa la “Madonna dei migranti”, ennesima opera sul tema;

Il bacio tra Putin e Trump” esposta all’ingresso del Consolato USA di Milano.

Nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Milano tra il ministro Salvini e l’oligarca xenofobo ungherese, Orban, l’artista aveva affisso in piazza San Babila l’opera “Europa”, raffigurante una madre che allatta attraverso la rete di separazione il figlio piccolo rimasto dall’altra parte con il padre, nell’Ungheria di Orban

In tutte le occasioni si è verificato l’intervento dei soldati a guardia degli obiettivi sensibili, di Carabinieri e della Digos.

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