Buccinasco – Lenzuoli bianchi per la legalità

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    (mi-lorenteggio.com) Buccinasco, 12 maggio 2017  – Un applauso ha accolto mercoledì sera l’approvazione unanime da parte del Consiglio comunale dell’ordine del giorno sul tema della legalità e del contrasto alla mafie. I consiglieri hanno preso una ferma posizione contro la criminalità organizzata proponendo gesti dall’alto valore simbolico e morale e chiedendo maggiori controlli. 
    Il giudice Giovanni Falcone diceva che la mafia sarebbe stata sconfitta quando ogni cittadino avesse appeso al proprio balcone un lenzuolo bianco, per questo tutti i cittadini sono invitati ad appendere per domenica 28 maggio un lenzuolo bianco al proprio balcone. 
    Non solo. Il Consiglio comunale impegna il sindaco e il presidente del Consiglio a sollecitare la Prefettura di Milano a ricercare modalità di intervento a ulteriori controlli su gare e appalti sotto le soglie definite dalla normativa vigente. Inoltre chiede alle autorità competenti di non obbligare a soggiornare a Buccinasco (legge 27 del 1956 e succ. modifiche) personaggi che hanno avuto ruoli di primo piano nelle gerarchie della criminalità organizzata e che possono essere di nuovo punto di riferimento di una consorteria criminale ben radicata nel territorio di Buccinasco. 
    Intende realizzare uno “Sportello Giustizia” che fornisca un servizio di ascolto, consulenza e orientamento riguardo le possibilità e i percorsi per denunciare alle autorità competenti dei reati di mafia, usura, estorsione che avvengono sul proprio territorio e istituire un “Centro di Documentazione” che svolgerà servizi di prestito e consultazione di materiali sul fenomeno mafioso nella nostra zona mettendo a disposizione saggi e testi, dossier e inchieste, dvd e documenti, atti giudiziari, rassegna stampa. 

    La comunità cittadina di Buccinasco – si legge nell’ordine del giorno – è stata vittima di violenze verso i propri cittadini e le sue istituzioni da parte di persone che attraverso comportamenti illegali hanno cercato di imporre e imporsi con prepotenza, compiendo crimini, aggredendo i più indifesi. Il dolore sofferto non si è mai affievolito, la memoria di fatti e persone è ancora ben presente, e in questi anni si è cercato di ristabilire i legami rotti e violati anche offrendo assistenza alle vittime. Per questo ora si chiede a queste persone di diventare consapevoli delle proprie responsabilità, di esprimere pubblicamente pentimento per il male che è stato fatto, di riconoscere i danni causati, di rendere pubblica una netta ed esplicita dissociazione dalle consorterie criminali, di spiegare che il crimine “non paga” e la loro lunga storia di reclusione ne è testimonianza concreta; di offrire collaborazione alle autorità dello Stato affinché il cancro della criminalità organizzata sia estirpato. 
    Si chiede insomma il risarcimento morale del danno causato, partendo dalla necessità di lenire la sofferenza generata, e la restituzione alla collettività della sua dignità attraverso comportamenti legali e rispettosi da parte di tutti. 

    Redazione
     

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