Il fronte del Piermarini libero dai ponteggi per la Prima del 7 dicembre. Torna visibile grazie all’opera di recupero anche lo sfondo celeste del timpano
(mi-lorenteggio.com) Milano, 20 novembre 2024 – La facciata del Teatro alla Scala restaurata torna visibile per la Prima del 7 dicembre e, grazie all’opera di recupero avviata e finanziata dall’Amministrazione comunale, si mostra con i colori cancellati dal tempo.
È in fase di rimozione il ponteggio in piazza della Scala e alla sua conclusione il restauro che, a vent’anni dal precedente, per dieci mesi ha interessato il fronte principale del tempio della lirica. Lo smontaggio sarà completato nei prossimi giorni in vista dell’inaugurazione della stagione scaligera ma è già in parte visibile l’esito dell’opera di conservazione, avviata lo scorso febbraio dal Comune di Milano.
Dopo 240 giorni di interventi di pulitura, consolidamento e protezione delle superfici, gli elementi architettonici hanno ritrovato le cromie cancellate dall’azione dell’inquinamento e degli agenti atmosferici, sia negli stucchi rosati sia negli intonaci di fondo. Ad emergere, in particolare, sono i colori del timpano, che sovrasta la facciata ed ospita il bassorilievo del “Carro di Apollo”: la raffigurazione del mito di Fetonte si staglia ora su uno sfondo color cielo.
“La facciata del Teatro alla Scala torna libera dalle impalcature dopo i lavori di restauro che le hanno restituito l’originario splendore. Alcune settimane fa – ha commentato l’assessore alle Risorse finanziarie, economiche e patrimoniali, Emmanuel Conte – è stata la volta degli esterni di Palazzo Marino e dell’antico edificio di via Marino, che fa parte del corpo monumentale della Galleria Vittorio Emanuele II. Tre attesi interventi di restyling che hanno visto impegnati il Comune e soggetti finanziatori nell’ormai consolidata e virtuosa collaborazione ambrosiana tra pubblico e privato. Con la fine dei lavori del Piermarini riscopriamo la bellezza di piazza della Scala. Ora tutto è pronto per la festa dei milanesi di Sant’Ambrogio con la tradizionale Prima”.
“Questo restauro, avviato e sostenuto dall’Amministrazione comunale, è il segno dell’attenzione e della cura che Milano continua ad avere nei confronti del suo teatro più importante, la cui identità coincide con quella culturale e artistica della città stessa – ha affermato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. La rimozione dei ponteggi dalla facciata in tempo per la Prima del 7 dicembre permetterà a tutti di riscoprire dettagli progettati dal Piermarini nella seconda metà del Settecento e cancellati dal tempo, grazie a un’operazione che dunque non è soltanto un recupero estetico, ma anche un modo per omaggiare ancora, e sempre, la storia della nostra città”.
L’intervento di restauro proseguirà sul basamento e, nei prossimi mesi, sulle altre facciate monumentali di via Verdi, largo Ghiringhelli e via Filodrammatici.
Le opere di recupero
Progettato dagli specialisti della Direzione tecnica e arredo urbano – Area edilizia culturale, in coordinamento con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, l’intervento ha interessato sia le superfici lapidee sia intonacate ed è stato sviluppato, in seguito all’ultimo restauro terminato nel 2004, sulla base della documentazione storica e di una campagna di rilievi e di analisi stratigrafiche.
Le operazioni di pulitura, consolidamento e protezione hanno riguardato materiali ed elementi architettonici diversi: il basamento grigio-rosa in granito di Baveno, le lesene, le colonne, i timpani di tutte le finestre, la trabeazione e la cornice del grande timpano, in pietra di Viggiù (un’arenaria di colore grigio-paglierino) e pietra di Saltrio, infine gli stucchi e gli intonaci del timpano superiore, le balaustre e orifiamma alla sommità.
Gli interventi hanno permesso di rimuovere i depositi costituiti dall’inquinamento atmosferico e dalle particelle di ferro provenienti dalla linea tranviaria davanti al teatro, che avevano ingrigito le superfici lapidee e formato una patina rosso-arancio per la naturale ossidazione del ferro, alterando l’aspetto dei vari componenti, mentre agenti atmosferici corrosivi avevano consumato la pellicola pittorica sulle superfici intonacate.
In particolare, grazie ai rilievi e alla rilettura di lacerti di intonaco preesistenti, è stato riportato alla luce il colore del timpano che corona il prospetto, con il bassorilievo in stucco realizzato dallo scultore Giuseppe Franchi su disegno del Piermarini. Il soggetto è l’allegoria del “Carro del Sole inseguito dalla Notte” (o Carro di Apollo o di Fetonte), stagliato su uno sfondo celeste.
Il rilievo storico
La facciata principale è la parte del teatro che, dal 1778 ad oggi, ha subito meno modifiche rispetto al progetto originario.
Il Teatro alla Scala fu fatto edificare da Maria Teresa d’Austria sull’area della chiesa trecentesca di Santa Maria della Scala, su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini e inaugurato il 3 agosto 1778 con un’opera di Antonio Salieri, l’Europa Riconosciuta.
Nel 1807 il teatro viene rinnovato con decorazioni sulla volta e nei palchi, che si affacciano sui saloni ancora oggi.
Nel 1813 viene allargato il palcoscenico a spese di alcuni edifici demoliti nell’attuale via Verdi.
Nel 1835 vengono aggiunti i due piccoli corpi laterali alla facciata.
Nel 1858 vengono demolite tutte le costruzioni tra il Teatro e Palazzo Marino e aperta la piazza. Due anni dopo la Scala si accende di illuminazione a gas, mentre l’energia elettrica fa il suo ingresso in teatro nel 1883.
Il 16 agosto del 1943 nel bombardamento che colpisce Milano vengono distrutti il tetto, la volta, lunghi tratti dei quattro ordini dei palchi, i magazzini dei costumi, i camerini, le sale di studio, del coro e di ballo e i laboratori scenici.
Dal 1945 al 1946 la ricostruzione e il ritorno di Toscanini. L’opera inaugurale, La Gazza ladra, l’11 maggio del 1946 è lo spettacolo simbolo della rinascita della città: sono presenti 5mila persone all’interno del teatro e diverse migliaia in piazza della Scala e nelle vie adiacenti attrezzate con altoparlanti
Nel restauro fra il 2002 e il 2004 sono state recuperate pitture alle pareti e intarsi dorati e su progetto dell’architetto Mario Botta sono state create una torre scenica e una ovale.
Redazione