BUSTO ARSIZIO. SEQUESTRATI BENI PER UN VALORE DI OLTRE UN MILIONE DI EURO ACQUISTATI GRAZIE ALL’ ATTIVITÀ DI SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

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(mi-lorenteggio.com) Busto Arsizio, 9 novembre 2024 – Il 7 novembre scorso, la Polizia di Stato di Varese ha eseguito la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro finalizzato alla confisca di beni per un valore di circa un milione di euro, emessa dal Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione, su proposta formulata congiuntamente dal Questore Carlo Mazza e dal Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, nei confronti di un cittadino straniero, regolarmente residente nell’hinterland di Busto Arsizio, ritenuto responsabile di radicata attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’uomo, già colpito da plurime condanne per spaccio di stupefacenti e rapina e recentemente tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dall’A.G. di Busto Arsizio, grazie alla collaborazione di diversi appartenenti al suo nucleo familiare, gestiva una strutturata organizzazione in grado di rifornire non solo il mercato locale ma anche il nord ed il centro Italia.

A seguito dell’attività di indagine svolta dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Varese, è emerso che lo straniero, malgrado fosse totalmente nullatenente, risultava comunque proprietario di immobili, autovetture e beni intestati ad altri soggetti appartenenti al suo nucleo familiare.

L’attenzione degli investigatori si è focalizzata, in particolare, sul ruolo apicale dei componenti femminili della famiglia: l’analisi dei flussi finanziari ha consentito, infatti, di evidenziare come le donne (moglie, figliastra, sorella e suocera) oltre a fornire il proprio supporto all’illecito business, risultassero le titolari dei beni, poiché incensurate e al di sopra di ogni sospetto.

Loro, seppur prive di patente, erano le intestatarie delle vetture utilizzate dai corrieri nonché delle relative polizze assicurative; risultavano inoltre titolari dei contratti di locazione delle abitazioni utilizzate per lo stoccaggio della sostanza stupefacente.

Le donne, inoltre, esercitando solo sporadicamente attività lavorativa, risultavano essere pressoché prive di fonti lecite di sostentamento. Ciò ha consentito loro di fare un massiccio accesso a diversi benefici INPS di carattere patrimoniale, tra i quali il reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza e l’indennità mensile di disoccupazione (NASPI).

Il cittadino marocchino, leader, dunque, di una vera e propria impresa familiare dedita allo spaccio di stupefacenti, non solo riusciva a garantire a sé e ai propri congiunti un elevato tenore di vita, ma ha così potuto acquistare immobili e vetture che altrimenti non avrebbe mai potuto possedere.

Il soggetto risiede infatti con la sua famiglia all’interno di un’ampia e sfarzosa villa su due piani, la cui metratura totale ammonta a mq 500, circondata da ampio giardino, ubicata in una tranquilla zona residenziale.

Nel computo dei beni sequestrati sono inclusi, oltre alla suddetta villa, anche 2 ulteriori unità immobiliari, 10 rapporti bancari/finanziari e 3 autovetture, tra cui una prestigiosa BMW serie 6d Xdrive.

L’intero patrimonio, in attesa della quantificazione da parte dell’amministratore giudiziario, al momento ha una stima approssimativa di oltre 1.000.000 di euro.

Nel corso dell’operazione è emerso che in una delle abitazioni sottoposte a sequestro erano ospitati due cittadini marocchini irregolari sul territorio nazionale.

Gli stessi, a seguito di approfonditi accertamenti, sono stati espulsi con decreto del Prefetto di Varese e relativo ordine del Questore di Varese ad abbandonare il territorio dello stato entro 7 giorni.

I due stranieri sono stati altresì deferiti all’A.G. per violazione del testo unico sull’immigrazione poiché risultavano inottemperanti a precedente ordine di abbandono del territorio italiano emesso nell’anno 2021.

È inoltre al vaglio degli inquirenti della Squadra Mobile la posizione della sorella del destinatario della misura di prevenzione, al fine di verificare a che titolo fornisse alloggio ai due concittadini irregolari.

Redazione

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