ANCI. Legge di bilancio 2025, Guerra: “C’è ancora lavoro da fare nel confronto con il Governo e nella sessione parlamentare di bilancio che si apre”

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Inoltriamo la nota del Presidente di ANCI Lombardia Mauro Guerra, in merito alla Legge di bilancio per il 2025.

(mi-lorenteggio.com) Milano, 25 ottobre 2024 – “In questi mesi ANCI nazionale ha tenuto aperta una costante interlocuzione e confronto con il Governo, rappresentando innanzitutto lo straordinario contributo già chiesto e dato dai Comuni alla tenuta dei conti pubblici.
Nell’arco di un decennio (2013-22) il peso dei Comuni sulla spesa pubblica complessiva è passato dall’8,2% al 6,5%. La spesa complessiva (corrente e d’investimento) in rapporto al PIL segue un andamento analogo, riducendosi tra il 2010 e il 2022 di ben mezzo punto (dal 4,1% al 3,6%, in percentuale -12%).
Con la legge di bilancio per il 2024 i Comuni, poi, sono tornati a essere sottoposti a un taglio di 300 milioni annui per il 2024-25 e di 200 milioni annui per il 2026-28, che ANCI ha lavorato per mitigare.
Per queste ragioni ANCI si è battuta e si batte perché la declinazione italiana del nuovo patto europeo di stabilità salvaguardi la finanza locale da nuove e ulteriori restrizioni, in particolare sulle disponibilità di risorse di una parte corrente dei bilanci che fatica sempre più a fronteggiare incrementi di costi, di bisogni e domande di servizi. C’è un tema ormai strutturale di sostenibilità di parte corrente dei meccanismi della finanza locale.
È a partire da questi presupposti, costantemente rappresentati al Governo che, ora, con la presentazione della legge di bilancio si apre una nuova fase di confronto e contrattazione.
Nel merito delle misure previste, nell’apprezzare l’appostamento di prime risorse destinate a contribuire per 100 milioni annui alla spesa dei Comuni per la tutela dei minori (una delle richieste insistite di ANCI Lombardia in questi anni) e la previsione di un avvio progressivo di quote di alimentazione verticale del FSC, si deve ribadire tuttavia la grande preoccupazione e la necessità di importanti correttivi su alcune misure dagli effetti significativamente penalizzanti sulla sostenibilità di parte corrente dei bilanci.
La norma che prevede un accantonamento obbligatorio di parte corrente spendibile l’anno successivo in conto capitale o con riduzione di disavanzo/debito, opera di fatto un taglio sulla disponibilità di spesa di parte corrente, per complessivi 1,35 mld. tra il 2025 e il 2029, trasformandoli in disponibilità di spesa in conto capitale per ciascun anno successivo all’accantonamento. Il problema è che si aggiunge ai tagli già previsti dalla legge di bilancio per il 2024, ai vincoli dell’FCDE e altro, in una fase nella quale i Comuni hanno, come ANCI ha con forza ribadito, la loro principale difficoltà proprio sulla parte corrente dei bilanci.
Il combinato tra questa norma e quelle di riduzione, in una misura tra il 20 e il 30% di vari fondi per investimenti, determina, per i prossimi anni, la sostituzione di risorse fino a oggi previste di provenienza statale con risorse da reperire in proprio, sottraendole alle già critiche disponibilità di parte corrente.
Quanto al FSC è importante che si riaffermi, in linea con la Costituzione, la necessità di una alimentazione verticale da parte dello Stato del sistema di perequazione, ma occorre uno sforzo in più in questa direzione. Quanto previsto coprirà solo in parte il progressivo aumento previsto a legislazione vigente del contributo chiesto ai Comuni che versano al fondo come perequazione orizzontale, incidendo quindi ulteriormente sulle loro risorse di parte corrente.
Una preoccupazione particolare, e la conseguente richiesta forte e determinata di una modifica, riguarda sul personale, un grave e incomprensibile ritorno al passato, con un turn over al 75% per le assunzioni a tempo indeterminato nell’anno 2025 per tutti i Comuni e Città Metropolitane con più di 20 dipendenti di ruolo in servizio. Come noto e riconosciuto dal 2010 a oggi il comparto ha registrato una riduzione di otre il 20% del personale e l’età media è superiore ai 51 anni.
Si tratta quindi di una misura che contraddice le necessità assolute invece di potenziamento e rinnovo delle professionalità disponibili e le regole della cosiddetta sostenibilità finanziaria per il calcolo delle capacità assunzionali di Comuni e Città Metropolitane, introdotte solo 4 anni fa, mettendo a rischio le programmazioni triennali dei fabbisogni di personale già approvate e in corso di attuazione, anche con procedure concorsuali già avviate.
Oltre a quello importante già svolto in questi mesi, c’è insomma ancora lavoro da fare nel confronto con il Governo e nella sessione parlamentare di bilancio che si apre. Con reciproco senso di responsabilità e con piena consapevolezza sia della fase e delle necessità complessive della finanza pubblica, ma anche della indispensabile sostenibilità delle misure che riguardano i Comuni e che si ripercuotono su servizi essenziali e diritti, condizioni concrete di vita di cittadini e comunità.
Come sempre cercheremo di dare il nostro contributo, stando al merito dei problemi, valorizzando l’autonomia e l’unità dell’Associazione, con spirito di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.”

Mauro Guerra – Presidente ANCI Lombardia

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