Change! Il cambiamento climatico è in mostra a Torino

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(mi-lorenteggio.com) Torino, 16 ottobre 2024 – Il titolo è insieme un allarme, un’esortazione, una promessa e una sfida. Change! Ieri, oggi, domani. Il Po, a Palazzo Madama, Torino, fino al 13 gennaio 2025, vuole essere più di un progetto espositivo sul tema del momento, quello del cambiamento climatico.
La mostra rappresenta infatti di un’azione di sistema, che propone – con una radicalità inedita per l’Italia, e forse non solo – un progetto culturale multidisciplinare e completo, che mette in dialogare tra loro, come spesso non accade, gli aspetti umanistici della questione (arti figurative, storia, fotografia, cinema) con quelli di natura scientifica ed educativa.

L’asse narrativo del Po, con la sua rilevanza storica e attuale nelle fortune dell’Italia, non è che la rappresentazione plastica degli effetti globali prodotti dal climate change, esemplificativo dal punto di vista scientificoantropologicoeconomico ma anche culturale, se prendiamo in considerazione la traduzione di questi effetti nell’immaginario pop della climate fiction cine-televisiva. La mostra, dunque, non si limita alla restituzione di uno stato di fatto, raccontando (o denunciando) gli effetti dell’azione antropica sul Grande Fiume, ma dedica un’ampia sezione all’idea di Adaptation: l’insieme di strategie e azioni che tutti assieme possiamo intraprendere per contrastare la catastrofe ambientale. Con uno sforzo che è, appunto, profondamente educativo.

Nato dal dialogo della Fondazione Torino Musei con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione con fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, quali l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po), insieme alle Riserve della Biosfera del Po – oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande, il progetto Change! coinvolge gli interpreti torinesi del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino, ma anche enti del calibro dello European Research Institute, che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, con la media partnership di Rai Radio3.

I numeri sono il primo passo per raccontare questa storia: 652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.

Proprio per le sue peculiarità e per il suo portato storico, il Po è capace di restituire in maniera emblematica e chiaramente percepibile la crisi climatica e i suoi effetti: la fisionomia del pianeta sta cambiando più rapidamente di quanto abbia fatto negli ultimi millenni ed è ormai dimostrato il ruolo che gli esseri umani hanno esercitato in questo processo.

La mostra inizia dieci milioni di anni fa, tra fossiliinfografichecarte storiche e spettacolari installazioni che raccontano genesi e sviluppo del bacino del Po, per poi cedere il passo a una seconda sezione, centrale, dedicata alla vita naturale e al lavoro umano nell’area del fiume, attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino. La terza sezione ci porta all’Antropocene, l’epoca in cui l’azione antropica si traduce in modifica ambientale: ne vediamo le conseguenze sul Po ma anche, allargando lo sguardo, sul resto del mondo. E scopriamo, nella coda della mostra, il significato di resilienza e adattamento: armi a nostra disposizione per non trasformare una storia in un destino.

Un nutrito calendario di eventi, conferenze, incontri di approfondimento, attività didattiche – di taglio prevalentemente scientifico e divulgativo – completa il quadro offerto da Change! nei mesi tra settembre e dicembre. 

Un progetto dalla forte valenza educativa, civile, politica nel senso più forte del termine: che può fregiarsi per questo dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e che non a caso nasce da uno dei centri culturali maggiormente attivi e attenti alle dinamiche istituzionali nazionali ed europee, Palazzo Madama con la Fondazione Torino Musei.

La mostra è curata da Tiziana Caserta, Anna La Ferla e Giovanni C.F. Villa, ed è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con contributi – fra gli altri – di studiosi dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università degli Studi di Bergamo, del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano, dell’ENEA, di Slow Food, di Adaptation.it e di Mondoserie.it.

Redazione

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