Dove c’è ricerca eccellente, si costruisce il futuro dell’umanità

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L’Università Vita-Salute San Raffaele conferisce la laurea honoris causa
al Premio Nobel Drew Weissman

(mi-lorenteggio.com) Milano, 14 ottobre 2024 – L’Università Vita-Salute San Raffaele ha conferito la laurea honoris
causa in Biotecnology and Medical Biology al professor Drew Weissman, Premo Nobel per la Medicina 2023.

A consegnare il prestigioso riconoscimento, di fronte a una platea gremita di 1.000
persone, tra studenti e ricercatori, il professor Gianvito Martino, Prorettore alla Ricerca e
alla Terza Missione dell’Università Vita-Salute San Raffaele, alla presenza e con i poteri
conferitigli dal Rettore dell’Ateneo, Enrico Gherlone.

Le scoperte dello scienziato americano, insieme alla collega Katalin Karikó, sulle
modificazioni all’RNA messaggero, necessarie per poter sfruttare le proprietà terapeutiche
di questa molecola, hanno reso possibile un successo senza precedenti nella storia della
medicina, soprattutto in relazione al rapido sviluppo dei vaccini anti-Covid-19, avvenuto
in piena pandemia.

Per questi motivi, con il conferimento della Laurea Magistrale in “Biotechnology and
Medical Biology”, UniSR ha inteso premiare il genio di Weissman (e Karikó) nel coniugare
gli studi profondamente di base sulla molecola di RNA messaggero alle biotecnologie di
area medica, per l’identificazione e la produzione di nuovi farmaci e vaccini.

La cerimonia si è aperta con la prolusione del Rettore, alla quale ha fatto seguito
l’allocuzione del professor Guido Poli, presidente del Corso di Laurea in Ricerca
Biotecnologica in Medicina, per concludersi con la Lectio magistralis del professor
Weissman, dal titolo “Nucleoside Modified mRNA-LNP Therapeutics”, focalizzata sul
procedimento che ha consentito di rendere efficaci i vaccini, grazie all’utilizzo
di nanoparticelle lipidiche (“lipid nanoparticles”), all’interno delle quali è stata incapsulata
la molecola di mRNA.

“All’epoca della pandemia del Covid-19, quando era essenziale convincere il pubblico della
sicurezza del vaccino, l’obiezione che mi veniva mossa più di frequente era che il vaccino
fosse stato inventato in soli 10 mesi, un timore infondato in quanto l’mRNA fu scoperto
per la prima volta nel 1961 e le prime iniezioni (negli animali e, poi, nell’uomo) iniziarono
negli anni ‘90”: comincia così la lezione del professor Weissman, chiarendo come la storia
della ricerca sull’RNA sia lunga più di mezzo secolo, coinvolgendo decenni di studi in cui,
accanto a scoperte cruciali, i ricercatori hanno affrontato percorsi travagliati, fatti di
continui tentativi, di fallimenti, di successi e di intuizioni.

E così, l’idea di utilizzare la tecnologia dell’mRNA per scopi terapeutici prese piede molto
velocemente nei ricercatori, che però dovettero affrontare molteplici ostacoli. L’mRNA
era difficile da gestire, richiedendo lo sviluppo di sofisticati sistemi lipidici trasportatori
per incapsularlo. Inoltre, in l’mRNA dava origine a reazioni infiammatorie che non si
riuscivano a controllare. Ma questo non bastò a fermare Weissman e Karikó, che
lavorarono molti anni su entrambi questi aspetti.

La svolta arrivò quando i due produssero diverse varianti di mRNA ciascuna con
alterazioni chimiche uniche nelle loro basi, consegnate alle cellule dendritiche. La scoperta
che le modifiche di base riducevano le risposte infiammatorie e aumentavano la
produzione di proteine fu la svolta decisiva.

L’interesse per la tecnologia dell’mRNA iniziò a crescere, fino all’epilogo ben noto dei
vaccini a base di mRNA modificati, che codificarono la proteina di superficie Sars-CoV
2, salvando milioni di vite.

Un esito che non segna la fine delle ricerche sull’mRNA, ma che anzi apre la strada al suo
utilizzo anche per le cosiddette RNA therapies, per la cura di molteplici patologie.

“Dai vaccini per il Covid, il mio laboratorio ha continuato a lavorare su tanti altri vaccini
basati sull’mRNA, che riguardano molteplici patogeni – HIV (Aids), HCV (Epatite C),
HSV (Virus Erpes Simplex), Norovirus, C. Diff. Malaria, TB (Tubercolosi), EBV
(Herpesvirus), Influenza, Pancoronavirus e molti altri – ma anche per il contrasto ad
allergie ambientali e alimentari, come le allergie alle arachidi e agli acari della polvere.
Stiamo anche sviluppando vaccini per le malattie autoimmuni e per il cancro”, racconta il
Nobel, che riguardo ai tumori, specifica una novità che potrebbe rivoluzionare per sempre
la diagnosi e la terapia delle neoplasie: “Stiamo lavorando a un vaccino oncologico
cosiddetto intercettante, che viene somministrato prima della diagnosi della malattia,
mRNA progettati per ‘istruire’ il sistema immunitario a riconoscere dei marker genetici
tumorali prima che si sviluppino le cellule neoplastiche”. Cruciale, per la cura delle diverse
patologie, sarà targettizzare le nanoparticelle lipidiche per indirizzarle ai vari organi da
trattare con l’mRNA: “Abbiamo messo a punto un sistema di simulazione, iniettando, in
un modello murino, un mediatore infiammatorio in un sito cerebrale, per poi recapitarvi
una LNP targettizzata per il cervello, con una normalizzazione delle aree targettizzate,
segnando importantissime prospettive anche per l’uomo”. Sono tantissimi gli impieghi
potenziali della targetizzazione e, tra questi, il professore sottolinea anche e soprattutto il
campo delle cellule staminali ematopoietiche: “Ci sono 300.000 persone che nascono
attualmente con l’anemia falciforme, concentrate nell’Africa Subsahariana ma anche in
India e nel resto del mondo. Ad oggi, esiste una nuova terapia genica, approvata il
dicembre scorso, che usa le cellule staminali ematopoietiche, ma è effettuata in pochi centri
specializzati e ha un costo impraticabile, di oltre 3,2 milioni per ogni paziente. Ma
targetizzando le cellule staminali ematopoietiche, andremmo a cambiare per sempre il
destino delle persone affette da questa patologia, aprendo finalmente a tutti la possibilità
di una terapia costituita da una semplice infusione”, sottolinea il Nobel, raccontando il suo
sogno per il futuro.

Ecco, quindi, la prospettiva più importante legata alla ricerca dell’mRNA, quella di un
sistema sanitario più equo, dove sia garantita parità di accesso alle cure. E il professor
Weissman porta l’esempio della malaria. “Mentre la ricchezza si concentra negli USA e
nell’Europa occidentale, la malaria si concentra in aree molto distanti dal benessere, quelle
dell’Africa Subsahariana, del Sud Est asiatico, del Medio Oriente, dell’Asia Centrale, del
Pacifico Occidentale e dell’America Centrale e Meridionale. La tecnologa dell’mRNA
potrebbe portare a una diversa fotografia del globo, grazie alle prospettive terapeutiche
racchiuse in un semplice vaccino”. Il professore collabora da anni con la Thailandia,
formando i loro ricercatori e guidandoli a produrre vaccini in autonomia. Da questo
progetto è sorto un sito produttivo conforme alle linee guida internazionali (che
attualmente conta 10 vaccini in trial clinico). Ne sono seguiti altri 50, in tutte le aree più
disagiate del mondo, compresa l’Ucraina, proprio nel bel mezzo della guerra, e un hub
poco lontano da Città del Capo: progetti reali che danno concretezza al sogno di un mondo
migliore, in cui la salute sia davvero un diritto universale.

“Dove c’è ricerca eccellente, si costruisce il futuro dell’umanità e il professor Weissman
incarna profondamente questa verità. Oggi è una giornata importante per la nostra
comunità accademica, onorata di poter accogliere un grande protagonista della storia
recente, un “eroe”, così come è stato definito dalla rivista Time. Le sue parole piene di
passione ci ispirano nel continuare a credere nella scienza e ci spronano a proseguire con
forza nella nostra missione educativa, che porta con sé l’ambizione di formare gli scienziati
del futuro, fornendo loro i migliori strumenti per esprimere al meglio il proprio talento e
accrescere la conoscenza per il bene comune”, ha dichiarato il professor Enrico
Gherlone, Rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Università Vita-Salute San Raffaele (UniSR) è un’università di eccellenza inaugurata nel 1996 e riconosciuta a
livello internazionale per l’alta qualità della sua ricerca e didattica. Con oltre 6.400 studenti iscritti, UniSR offre
corsi di laurea triennale e magistrale, scuole di specialità, master post-laurea e programmi di dottorato. L’Ateneo
si caratterizza fin dalla sua origine per una forte integrazione tra la ricerca in ambito biomedico e quella in ambito
socio-psicologico e filosofico, nella convinzione che il miglioramento della condizione umana non possa
prescindere da nessuna di queste tre dimensioni. L’attività di ricerca biomedica di UniSR – traslazionale e ad alto
contenuto tecnologico – è condotta in sinergia con IRCCS Ospedale San Raffaele, tra i più importanti ospedali di
ricerca del Paese.

Redazione

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