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sabato, Settembre 28, 2024

Proverbio: A chi ben crede, Dio provvede

Vittorio Feltri presenta “Il latino lingua immortale” (Mondadori) – Martedì 1 ottobre, ore 18.15, Pinacoteca di Brera, Milano

(mi-lorenteggio.com) Milano, 27 settembre 2024 – Martedì 1 ottobre, alle ore 18.15, presso la Sala Aldo Bussetti della Pinacoteca di Brera (Via Brera, 28 – Milano), Vittorio Feltri presenta “Il latino lingua immortale. Perché è più vivo che mai”, Mondadori. Presenta Angelo Crespi. Intervengono Mons. Giulio DellaviteDaniele CapezzoneLuigi Mascheroni. Modera Melania Rizzoli


Esistono innumerevoli parole ed espressioni che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano e che spesso, erroneamente, consideriamo una recentissima acquisizione dalla lingua inglese. Quando ci sediamo davanti a un monitor, magari per seguire le lezioni di un tutor o per aggiornarci sull’andamento dell’ultimo summit internazionale attraverso i mass-media, ci sentiamo all’avanguardia e fieri di avere grande dimestichezza con il mondo anglosassone, dimenticando che dobbiamo tanta «modernità» al latino che parla- vano i nostri avi.

Nell’insolita veste di cultore di una lingua con la quale ha avuto l’opportunità di confrontarsi fin da giovanissimo, Vittorio Feltri risale alle origini di vocaboli e locuzioni di uso comune, illustrandone la genesi e il significato talvolta travisato nel corso del tempo. Molti resteranno forse delusi scoprendo che il celeberrimo alea iacta est – «il dado è tratto» attribuito a Cesare e da sempre usato per sottolineare con fare solenne l’irrevocabilità di una decisione presa – potrebbe essere frutto di un’errata trascrizione da Svetonio, e che la frase corretta (alea iacta esto, «si lanci il dado») era probabilmente un imperioso invito a gettare il cuore oltre l’ostacolo, in questo caso il Rubicone. Ma nelle belle pagine di Feltri, non certo un noioso compendio di letteratura latina, trovano posto anche gli inevitabili e pungenti accenni all’oggi, sia con poco edificanti esempi di quanto siano attuali il do ut des e l’homo homini lupus, sia, per nostra fortuna, con le storie di personaggi che dimostrano il valore del detto per aspera ad astra. Al di là del tono ironico che sempre contraddistingue Feltri, Il latino lingua immortale è in fondo un’appassionata dichiarazione d’amore per una lingua che, ben lungi dall’essere morta, dimostra ogni giorno, e lo farà ancora a lungo, la forza delle sue radici.

Vittorio Feltri è direttore editoriale del quotidiano «Il Giornale». In precedenza ha diretto «Libero», «L’Europeo», «L’Indipendente» e il «Quotidiano Nazionale» («il Resto del Carlino», «La Nazione» e «Il Giorno»). Da Mondadori ha pubblicato Non abbiamo abbastanza paura (2015), Chiamiamoli ladri (2017), Il borghese (2018), L’irriverente (2019), Ritratti di campioni (2020), Com’era bello l’inizio della fine (2022); Una Repubblica senza patria (2013) e Il Quarto Reich (2014), scritti con Gennaro Sangiuliano, e Il vero cafone (2016), scritto con Massimiliano Parente. 

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