Lodi. Sgominata una banda dedita ai furti di “HI Tech”

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(Mi-lorenteggio.com) Lodi, 23 maggio 2024 – Il Personale della Questura di Lodi – Squadra Mobile – coordinato dalla locale Procura della Repubblica, a conclusione di una articolata attività di indagine, ha individuato un sodalizio criminale ritenuto responsabile di diversi furti e tentativi di furto ai danni di altrettanti esercizi commerciali di Lodi e provincia nel settore della telefonia e dell’informatica avvenuti in particolare nel mese di dicembre 2023; nei giorni scorsi, il medesimo personale di Polizia ha tratto in arresto, in esecuzione di un Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale di Lodi, un soggetto di origine rumena, individuato quale uno degli autori in particolare di un primo furto commesso in data 02.12.2023 a San Colombano al Lambro (MI), di un secondo in data 11.12.2023 a Lodi, di un terzo il 15.12.2023 a Codogno e di un tentativo di furto perpetrato sempre a Codogno il 15.12.2023.
Gli investigatori hanno poi eseguito le ricerche di un secondo cittadino rumeno, destinatario anch’esso di un analogo provvedimento di Custodia Cautelare in Carcere, rintracciato nella mattinata odierna a Milano e tratto in arresto da personale della Questura di Milano.
Sono state eseguite altresì due perquisizioni locali e personali, una a carico del cittadino rumeno arrestato e una seconda a carico di un cittadino italiano residente in provincia di Lodi, indagato in stato di libertà poiche’ ritenuto il “ricettatore” dei telefoni e dei dispositivi provento dei furti oggetto di indagine.
Il sodalizio criminale aveva preso di mira diversi negozi di telefonia della provincia di Lodi e Milano, con colpi mirati portati a segno che avevano consentito alla banda di asportare moltissimi smartphone, tablet, smartwatch e po portatili dall’ingente valore commerciale.
Le indagini condotte dagli investigatori di questa Squadra Mobile hanno consentito di accertare che il gruppo criminale agiva con premeditazione secondo uno schema preciso, ovvero effettuando prima dei furti sopralluoghi mirati, per poi portarli a termine di notte, suddividendosi i ruoli “operativi” tra chi fungeva da “autista” e chi commetteva materialmente i colpi, avvenuti sempre con lo stesso
“modus operandi”, ovvero forzando le saracinesche ed infrangendo le vetrine dei vari negozi ed asportando in pochissimi minuti telefoni, tablet e altri dispositivi elettronici.
L’acquisizione dei filmati di video sorveglianza dei negozi destinatari dei furti e dei transiti dei sistemi di lettura targhe delle località dove sono stati perpetrati hanno permesso di individuare il mezzo sul quale avevano viaggiato gli autori materiali degli stessi e hanno consentito l’individuazione del primo responsabile e, attraverso mirati accertamenti presso le banche dati in uso alle Forze di Polizia,
quella del complice.
La svolta nelle indagini è stata la perquisizione locale effettuata a carico di uno dei due responsabili, che ha permesso di ottenere ulteriori e decisivi elementi di prova a carico suo e del connazionale, nonchè di far emergere indizi a carico dell’italiano che di fatto aveva “commissionato” i furti e si era occupato di “ricettare” gli smartphone e i dispositivi rubati ad altri soggetti.
La ricostruzione investigativa effettuata dalla Squadra Mobile di Lodi, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata pienamente accolta dal Tribunale di questo capoluogo che ha emesso a carico di due dei tre indagati altrettante misure di custodia cautelare in carcere; il complice italiano è stato deferito per ricettazione, e la perquisizione locale ha permesso di rinvenire e recuperare uno dei telefoni provento di uno dei furti commesso a Lodi.
Riguardo i furti commessi a San Colombano al Lambro e Codogno quest’Ufficio si è avvalso della collaborazione delle rispettive Stazioni Carabinieri di quelle località che avevano ricevuto la prima
notizia di reato.
Tanto si comunica per la rilevanza pubblica dell’informazione, segnalando che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e che nei confronti degli indagati sussiste la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva.

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