Russo e Nordio continuano a nascondere la testa sotto la sabbia.
(mi-lorenteggio.com) Pavia, 15 luglio 2023. “Nella giornata di giovedì, nel carcere di Vigevano, come in quello di Pavia pochi giorni prima, si è svolta una violenta protesta di detenuti, perlopiù stranieri. Sette agenti di Polizia Penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure in ospedale per ustioni causate dal lancio di olio bollente nei loro confronti da parte dei ristretti”.
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Nel carcere di Vigevano sono presenti circa 380 detenuti rispetto ai 240 posti letto con un sovraffollamento di quasi il 160%, mentre la percentuale di detenuti stranieri è di oltre il 52% del totale. A Pavia, sono ristrette 650 persone di cui 370 stranieri su 516 previste: affollamento di quasi il 130% e oltre il 56% di stranieri. A questi dati vanno aggiunti quelli delle presenze, o per meglio dire, delle assenze del personale di Polizia Penitenziaria che a Vigevano contano 195 Poliziotti su 240 previsti (in servizio 81% della forza lavoro prevista) e a Pavia con 205 su 285 previsti (72%)”.
Dati allarmanti, in media con tutti gli altri numeri della Lombardia – aggiunge Manna – che conta un sovraffollamento reale nelle carceri di oltre il 45% dei detenuti in più rispetto ai posti letto davvero disponibili: 8.300 detenuti su 5.700 posti utilizzabili. Anche il personale di Polizia Penitenziaria di tutta la Lombardia soffre di una notevole carenza di organico: 3.700 Poliziotti su 4.600 previsti negli Istituti (80%), con presenze nel Ruolo Ispettori del 42%, Sovrintendenti 19%, Agenti/Assistenti 98% e 52% dei Commissari/Dirigenti di Polizia Penitenziaria. Questi dati rispecchiano solo in minima parte le reali difficoltà in cui operano ogni giorno, 24 ore al giorno le migliaia di Poliziotti penitenziari nelle carceri lombarde. La percentuale del 46% di presenza di detenuti stranieri e la mancanza di altre figure professionali quali gli educatori, assistenti sociali, mediatori culturali e personale medico, fa sì che le inefficienze dell’Amministrazione penitenziaria guidata ora dal magistrato Giovanni Russo e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio si ripercuotano quasi esclusivamente sulla Polizia Penitenziaria che lavora sotto stress da anni, con una preoccupante escalation negli ultimi mesi”.
“Come Sindacato di Polizia Penitenziaria, la FP CGIL ha chiesto più volte i dati aggiornati degli “eventi critici” (come li chiamano al DAP) e cioè il numero di ferimenti ed aggressioni nei confronti dei Poliziotti da parte dei detenuti, danneggiamenti degli ambienti penitenziari, proteste e rivolte, ma né il Cap DAP Giovanni Russo, né il Ministro Carlo Nordio, intendono presentare ai sindacati e all’opinione pubblica, quanto realmente sta accadendo nelle carceri italiane e soprattutto di quanto siano in crescita tali dati negli ultimi mesi. I due evidentemente preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia, per incapacità o per omertà, ma di sicuro non è questo che ci si aspetta dai due massimi dirigenti del sistema penitenziario, lautamente remunerati proprio per il delicato compito che ricoprono temporaneamente”.