(mi-lorenteggio.com) Rho, 14 ottobre 2022 – Cinque targhe per ricordare il sacrificio dei martiri di Robecchetto, giovani di Rho uccisi il 13 ottobre 1944 dalla milizia fascista. Il loro sogno di libertà e giustizia vive ancora in città. Il percorso Memoria e Libertà ha vissuto una nuova tappa nel pomeriggio del 13 ottobre, 78° anniversario di quel terribile eccidio: le targhe commemorative sono state scoperte in contemporanea davanti alle case in cui vivevano i cinque partigiani con le loro famiglie.
Giovani studenti delle scuole superiori e attori del Teatro dell’Armadillo hanno letto il testo di Italo Calvino “Avevamo vent’anni” e rievocato arresto, torture alla Casa del Fascio, trasferta a Robecchetto con Induno e fucilazione sulle sponde del Naviglio, fatti avvenuti “in una notte di pioggia e disumanità”. Quindi, dai cinque punti della città tutti si sono riuniti al CentRho per un momento celebrativo.
“Non è una stanca e ripetitiva liturgia – ha detto il presidente dell’Anpi Mario Anzani – dobbiamo trarre dagli orrori del passato il monito per costruire un futuro diverso”. Da qui il coinvolgimento degli studenti delle scuole davanti alle case di
Pasquale Perfetti – via Bugatti
Alfonso Chiminello – via De Raude
Alvaro Negri – via Baracca
Luigi Zucca – via Solferino
Cesare Belloni – via Pregnana.
“La società e il mondo in cui viviamo corrispondono ai sogni di quei partigiani? Io dico di no – ha continuato Anzani – Il loro pensiero, il loro sacrificio sia un pungolo per costruire un mondo migliore e tocca anzitutto ai giovani essere artefici di questa ardua impresa”.
“Erano giovani dai 20 ai 28 anni, abitavano in case uguali alle altre. Avevano fratelli e sorelle, amici e fidanzate, come i loro coetanei. Ma questo non bastava loro per essere felici, avevano dei sogni fortemente legati a valori antifascisti – ha sottolineato il sindaco Andrea Orlandi – Il mondo che vedevano intorno a loro non era il mondo che desideravano. Hanno saputo dire di no, a costo della loro stessa vita. Sono stati brutalmente torturati, al punto da essere irriconoscibili agli occhi dei loro cari. Oggi in tanti luoghi nel mondo si muore in modi simili, penso all’Ucraina ma non solo. Questo ci interroga su cosa sia l’uomo, quanto valga l’uomo di fronte a tutto questo. Dobbiamo saper scegliere da che parte stare: essere con quei cinque giovani o con i gerarchi che uccidevano con le loro stesse mani. Dobbiamo compiere una scelta quotidiana di campo e passare queste testimonianze ai bambini e ai ragazzi: i cinque giovani che commemoriamo hanno tracciato la strada”.
“Oggi abbiamo riportato a casa i nostri concittadini – ha concluso il vicesindaco Maria Rita Vergani – A quelle case da cui sono stati strappati con violenza ed efferatezza. Libertà è partecipazione ma è anche conoscenza della storia, una storia che grazie al percorso che stiamo compiendo in continuità con le pietre d’inciampo, ci accompagna nel quotidiano, un incontro con la memoria nelle vie della città che percorriamo ogni giorno per ricordarci e capire da dove nasce la libertà di cui godiamo e come mantenerla”.
Paola Pessina, che con la Biblioteca Popolare contribuisce a questo percorso di memoria, ha ripreso il tema del passaggio di testimone: “Dobbiamo avere fiducia in noi stessi e non dimetterci dalla responsabilità di essere adulti. Troviamo il giusto linguaggio per rivolgerci ai ragazzi, perché quanto accaduto 78 anni fa si ripete altrove, anche oggi”.
Le celebrazioni continueranno sabato 15 ottobre con la trasferta in pullman a Robecchetto con Induno per la commemorazione davanti al luogo della fucilazione. La partenza è prevista alle ore 14.30 in piazza Visconti.
AVEVAMO VENT’ANNI – di Italo Calvino
O ragazza dalle guance di pesca
o ragazza dalle guance d’aurora
spero che a narrarti io riesca
la mia vita all’eta` che tu hai ora.
Coprifuoco, la truppa tedesca
la citta` dominava, siam pronti:
chi non vuole chinare la testa
con noi prenda la strada dei monti.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’e` in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita e` oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.
Non e` detto che fossimo santi
l’eroismo non e` sovrumano
corri, abbassati, dai corri avanti!
ogni passo che fai non e` vano.
Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l’avvenire di un giorno piu’ umano
e piu’ giusto piu’ libero e lieto.
Ormai tutti han famiglia hanno figli
che non sanno la storia di ieri
io son solo e passeggio fra i tigli
con te cara che allora non c’eri.
E vorrei che quei nostri pensieri
quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
o ragazza color dell’aurora.
A vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore