(mi-lorenteggio.com) Milano, 23 marzo 2010 – "Sei straniero e vuoi aprire un bar o un ristorante? Serve un test di italiano." così il consigliere regionale della Lega Nord, Fabrizio Cecchetti inizia ad illustrare una proposta di modifica dell’attuale normativa regionale sul commercio.
"Conoscere l’italiano – continua Cecchetti – è indispensabile per chi deve gestire un’attività di somministrazione bevande o alimenti, in primo luogo per la sicurezza e la salute del consumatore. Capita sempre più spesso che il cliente debba chiedere gli ingredienti di quanto sta per acquistare, per verificare l’eventuale presenza di elementi incompatibili con la sua salute o quella dei suoi figli, ad esempio il glutine. La mancata comprensione della domanda genererebbe senza dubbio una situazione di pericolo e di rischio per la salute degli avventori del locale.
La nostra Costituzione sancisce già del resto all’art.41 che "l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza."
Non si pretende dall’immigrato un grado di conoscenza dell’italiano da Accademia della Crusca; è sufficiente un certificato di primo livello (A1), l’attestato di frequenza di un corso professionale o un corso organizzato dal Comune che deve rilasciare l’autorizzazione all’esercizio."
Redazione