(mi-lorenteggio.com) Milano, 01 marzo 2010 – Quest’anno la settimana della moda si sta concludendo dopo polemiche, elogi e naturalmente tanto talento.
Le grandi griffe si susseguono in una vera e propria gara competitiva e durante la presentazione delle loro collezioni, diventano le interpreti delle esigenze modaiole della società moderna.
Ancora una volta ci si domanda con grande curiosità: “Quale sarà quest’anno lo stereotipo della donna “fashion” e fino a che punto si spingerà la “trasgressività” dell’uomo moderno?”.
Domande legittime alle quali gli stilisti milanesi rispondono in maniera esaustiva tramite passerelle ricche di fascino e seduzione.
Una donna che sempre di più si riconosce nella fusione di tendenze capaci di personalizzare uno stile ordinario attraverso la ricerca di linee, tessuti colorati e una grande eleganza.
Un appuntamento ricorrente quello del costume italiano, che ogni stagione cerca di rinascere in un’assonanza di forme.
La creatività che da sempre premia l’esclusività del prodotto italiano è infatti Il risultato di un mercato tessile che nella storia del design vanta un’importante nota di merito in fatto di qualità e inventiva.
Un momento dell’apertura delle sfilate
Inutile dire che dall’innovato stile di Prada, alle gonne corte di Armani, allo stile eccentrico di Dolce e Gabbana, fino ad approdare alla classe di Alviero Martini, quest’anno il tema dominatore è sicuramente la sensualità di una donna preponderante, una figura femminile lavoratrice che trova tuttavia il tempo e il modo di mettere in risalto la sua immagine.
Le linee per uomo si spingono invece verso la ricercatezza di nuovi dettagli in grado di esaltare la figura maschile.
Uomini in pelliccia, tessuti sgargianti , pantaloni corti con il risvolto e giacchette superaderenti sembrano tuttavia voler dominare sul confort di un abbigliamento sportivo. Di ottimo gusto il ritorno delle sciarpe in seta e dei cappelli alla Humphrey Bogart.
Si conclude così un’altra piccola parentesi di un’arte straordinaria, che è la moda in tutte le sue forme.
Caterina Licata
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