“Parlare di salute mentale non significa parlare di malattia, ma di un diritto di benessere che è di tutti”:

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si è concluso il percorso per adolescenti di Consorzio Farsi Prossimo

Mercoledì 13 novembre l’evento finale del percorso Skizzi e storie per la salute mentale, in cui gli adolescenti hanno chiesto “più occasioni di confronto con adulti e specialisti sulle emozioni che ci fanno stare male”

(mi-lorenteggio.com) Milano, 15 novembre 20254. 100 ragazze e ragazzi tra i 16 e i 20 anni, 25 educatori e operatori che li hanno accompagnati, 3 incontri, 2 fumettisti, 5 tavole illustrate su altrettanti messaggi che stanno a cuore ai ragazzi sul tema della salute mentale.

Sono i numeri del percorso Fuori la testa. Skizzi e storie per la salute mentale organizzato e realizzato da Consorzio Farsi Prossimo nei mesi di ottobre e novembre dedicato ai giovanissimi di Milano, Monza e Brianza e province per accompagnarli in una riflessione, confronto e sensibilizzazione sulla salute mentale, spesso fragile alla loro età.

L’incontro conclusivo del percorso, dopo i primi due che si sono svolti online in ottobre, si è tenuto in presenza mercoledì 13 novembre 2024 a BASE Milano (in via Bergognone 34).

«Siamo qui per raccontare ai ragazzi che parlare di salute mentale non significa parlare di malattia, ma di un diritto a stare bene, che è un diritto di tutti – ha introdotto Alessandro Colombo, referente della commissione salute mentale di Consorzio Farsi Prossimo. – Non solo: in un momento in cui si dice che non ci sono più educatori, infermieri, operatori sociali… vogliamo anche dire loro, in un’età in cui iniziano a pensare cosa fare da grandi, che è bello fare questo lavoro: l’educatore».

Lo ha confermato Gabriele Zenaboni, educatore del Consorzio Farsi Prossimo, che ha raccontato cosa significhi fare questo mestiere: «fare l’educatore implica stare dentro le relazioni con le persone, chiede di stare accanto all’altro, senza giudicare, con empatia: è complesso, ma non impossibile. È un lavoro di passione».

Al pomeriggio ha preso parte anche l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, che ha parlato ai ragazzi presenti a cuore aperto, raccontando anche la sua esperienza di insegnante ed educatore in una comunità per minori: «Per anni di salute mentale si è parlato pochissimo, c’era molto pregiudizio e stigma. Oggi per fortuna, anche grazie a voi che avete iniziato a parlarne, con i coetanei e con qualche adulto, se ne parla di più e abbiamo iniziato a occuparcene meglio. Come Comune, proprio perché ci occupiamo di welfare, quindi di benessere, ci occupiamo anche di salute mentale: che non è una faccenda privata ma una questione di benessere collettivo, di bene pubblico».

Toccante anche la testimonianza anche Lucia, 21 anni, una giovane che ha seguito un percorso di cura con una delle cooperative del Consorzio: «Dopo un lungo periodo in cui sono stata male, a 17 anni ho chiesto aiuto e sono entrata in una comunità terapeutica riabilitativa. È stata la decisione più difficile ma la migliore che abbia preso nella mia vita – ha raccontato. – All’inizio mi sentivo tremendamente sola e non ero abituata a sentire che io potessi avere un valore per qualcuno. Ma pian piano ho iniziato a fidarmi e uscirne: oggi, con tutte le mie cicatrici, sono fiera del percorso di cura che sto facendo. Penso che il benessere mentale sia qualcosa a cui tutti abbiamo diritto e per questo condivido la mia esperienza con gli altri».

Durante il pomeriggio i ragazzi hanno lavorato a gruppi in diversi workshop su cinque concetti, da cui sono emersi tanti spunti significativi. Il primo gruppo ha ragionato su quale sia il proprio “posto sicuro” in cui stare bene, che spesso è un luogo che permette di stare soli, quasi nascosti, ma da cui poter osservare gli altri.
Un altro gruppo di ragazze ha espresso la difficoltà comune a tanti di vivere i momenti di riposo, anche quando necessari, senza essere assaliti dal senso di colpa di non essere abbastanza “produttivi”, o di non essere all’altezza e riuscire ad arrivare al risultato che gli altri si aspettano da loro. Importante, hanno detto alcuni, è comprendere le emozioni che
si vivono, capire quando diventano elemento di disagio, come affrontarle e, in quei casi, chi sono state le persone che si sono accorte della difficoltà vissuta e sono state di aiuto.
Un’emozione ricorrente e comune a moltissimi ragazzi è l’ansia, che entro certo limiti è normale ma spesso è troppo forte e fa deviare dal quotidiano: «sappiamo che non possiamo farla sparire, ma possiamo gestirla», hanno riportato.
E il passo successivo, su cui ha lavorato un altro gruppo, è quello di chiedere aiuto: in questo i ragazzi hanno espresso il desiderio di maggiori possibilità di confronto su questi temi e difficoltà con gli operatori e i professionisti della salute mentale, ma anche con gli adulti in generale.

I due fumettisti che hanno partecipato e sono intervenuti nei primi incontri, Anwar e Zoe (Instagram: @anwar_e_zoe), confrontandosi con i referenti del progetto sin da quest’estate, hanno dato vita al protagonista dell’inedito fumetto: un gatto di nome Alex che si trasforma nei colori e nelle forme a seconda delle sue emozioni e di quello che gli capita.
Con la loro capacità di esposizione hanno presentato ai ragazzi un metodo per poter meglio accorgersi e raccontare il mondo che gli sta attorno e come essi lo vivano. Sono stati loro infatti, con le riflessioni di ieri, a “consegnare” ai due giovani illustratori gli spunti che serviranno poi a creare cinque tavole illustrate, con nuove storie del nostro Alex, che genereranno una campagna di sensibilizzazione sul tema della salute mentale dei giovanissimi.
Insieme a loro è intervenuto al pomeriggio anche Massimiliano Calzolari, vicedirettore della Scuola del Fumetto, istituto storico milanese nato nel 1979 e attualmente con tre sedi (Milano, Verona e Palermo), dove i due fumettisti sono anche insegnanti.

Il percorso è stato organizzato da Consorzio Farsi Prossimo nell’ambito della campagna di sensibilizzazione Fuori la testa, che promuove percorsi di cura e sostegno alla fragilità psichica e fa cultura sul problema, combattendo lo stigma sui temi della salute mentale, ed è inserito all’interno della campagna #NonSonoEmergenza della Fondazione Con i Bambini e nel palinsesto ufficiale della rassegna Milano 4 Mental Health con il patrocinio del Comune di Milano. È realizzato in collaborazione con la Caritas Ambrosiana econ il contributo di Fondazione Cariplo.

Consorzio Farsi Prossimo: i servizi per la salute mentale

Consorzio Farsi Prossimo – promosso da Caritas Ambrosiana e costituito da 13 cooperative sociali – offre servizi e percorsi di sostegno verso l’autonomia a chi vive situazioni di fragilità sociale.
Tra questi, da vent’anni offre anche una vasta rete di servizi per la salute mentale, attraverso il lavoro delle cooperative Filo di Arianna, Farsi Prossimo, L’Arcobaleno, Novo Millennio, Sociosfera e Intrecci, che si coordinano regolarmente all’interno della Commissione consortile dedicata alla salute mentale. Negli ultimi anni ha potenziato i servizi dedicati alla salute mentale in risposta a un bisogno sempre più urgente nella nostra società, con una particolare attenzione al benessere mentale dei giovanissimi. Ha anche aperto le prime comunità di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza a Milano e a Lecco.

(Foto credit: Massimo Rana)

Redazione

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