Pablo Picasso all’ultimo piano della Torre PwC di Milano: al via le prenotazioni gratuite

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 31 ottobre 2024 – Torna “Sguardi dalla Torre”, l’iniziativa di PwC Italia dedicata all’arte e alla cultura. Grazie all’avvio di un percorso di collaborazione con la Pinacoteca di Brera,la Torre PwC  – Piazza tre Torri, City Life, Milano –  apre di nuovo le porte al pubblico ospitando all’ultimo piano un’opera di Pablo Picasso.

 L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività del progetto “PwC per la cultura”, attraverso il quale PwC vuole contribuire alla crescita socio-culturale del Paese, creando occasioni di condivisione del patrimonio artistico italiano sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno, verso le comunità territoriali nelle quali opera. PwC in Italia conta oltre 9.000 professionisti, con un’età media di circa 30 anni, che offrono alle imprese servizi fiscali, legali, di revisione e di consulenza e ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese, con l’obiettivo di parlare alle nuove generazioni.

La partecipazione a “Sguardi dalla Torre – Picasso” permetteràai visitatori di immergersi nell’arte abbinando una vista dall’altezza di 130 metri sulla città di Milano, all’interno dell’opera d’arte architettonica disegnata dall’architetto Daniel Libeskind. Un’iniziativa gratuita previa prenotazione al link pwc.com/it/picasso.  Accedendo alla piattaforma dedicata, sarà possibile selezionare giorno e fascia oraria nei due weekend del 9-10 novembre e 16-17 novembre 2024 dalle 9.30 alle 19.30.

“La collaborazione fra PwC Italia e un’istituzione come la Pinacoteca di Brera ci onora e conferma il riconoscimento che viene tributato al nostro impegno in campo culturale. Una collaborazione che auspichiamo proseguirà nel tempo, secondo un modello di sostegno che ormai è parte del DNA di PwC Italia. Investire in cultura significa, per noi, partecipare in maniera attiva alla crescita socio-culturale del Paese ed essere coerenti con la nostra visione basata sulla centralità delle persone e sull’importanza di restituire valore alle comunità in cui operiamo, mettendo in campo risorse e competenze che da sempre caratterizzano il nostro lavoro” commenta Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia che aggiunge “Quest’anno l’iniziativa sarà arricchita da un allestimento immersivo al fine di offrire anche a chi ha già avuto modo di partecipare alla prima edizione un’esperienza completamente diversa”.

“Sono felice di questa collaborazione con PwC e con il Presidente Andrea Toselli che, con grande lungimiranza, è stato uno dei primi firmatari del Patto per Brera, una sorta di advisory board in cui sono riuniti dieci stakeholder che mi sosterranno nella progettazione delle linee strategiche della Grande Brera. Il Patto per Brera riguarda in modo specifico tutte le attività della Pinacoteca che vanno sotto la sigla “ESG”, e sono convinto che i temi della sostenibilità e dell’inclusione possano incrociare la propensione sociale e culturale delle grandi aziende, quale è PwC. L’esposizione nella Torre di PwC, inoltre, va nella direzione di una maggior valorizzazione del nostro patrimonio, soprattutto come nel caso dell’opera di Picasso che per molti anni non è stata visibile al pubblico. In questo senso, ripariamo un vulnus, di fatto aprendo i nostri depositi ai visitatori” commenta Angelo Crespi Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense.

Approfondimenti

L’opera

L’opera di Picasso che sarà esposta nei due weekend di apertura al pubblico è “La loge (Le balcon)”, un elemento della scenografia realizzata nel 1921 da Pablo Picasso per lo spettacolo teatrale “Cuadro Flamenco” proposto dall’impresario Sergej Djagilev, fondatore dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e artistico.

La scenografia realizzata dall’artista spagnolo, uno dei più grandi maestri dell’arte del XX secolo, rappresenta un teatro nel teatro dipinto con palchetti, sipario e quinte. Un’architettura teatrale francesizzante, in stile Secondo Impero, con decorazioni in stucco bianco e oro, cortine rosso porpora e due livelli di palchetti al lato del proscenio che Picasso popola di spettatori. I due balconcini di sinistra ospitano coppie in abiti eleganti, quello di destra due figure femminili. L’opera “La loge (Le balcon)”, acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1976 ed esposta per soli pochi mesi nel 2015 a valle di un intervento di restauro,è un frammento della scenografia che,per ragioni economiche, Djagilev stesso nel 1926 fa tagliare, per isolare e rivendere i dettagli figurativi più significativi, ciascuno con la firma autentica di Picasso.

Il percorso

La visita all’interno della Torre PwC partirà dalla hall bassa (in corrispondenza dell’uscita della metro M5 Tre Torri) nella parte bassa di Piazza Tre Torri dove i visitatori saranno accolti dallo staff di PwC con lo sfondo delle sculture LED, disegnate da Daniel Libeskind, che ospiteranno alcune opere e bozzetti di Pablo Picasso.

Dalla hall bassa le scale mobili condurranno gli ospiti alla hall alta dove attraverso gli ascensori, in pochi secondi, si raggiungerà l’ultimo piano, per immergersi nel percorso espositivo e nella visita dell’opera di Pablo Picasso, godendo anche di un panorama straordinario.

L’allestimento espositivo dell’opera “La loge (Le balcon)”, che ricreerà uno scenario fuori dai canoni delle esposizioni museali, è stato ideato e curato da Bertone Design Group.

Pinacoteca di Brera

Museo di statura internazionale, la Pinacoteca di Brera nacque a fianco dell’Accademia di Belle Arti, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1776, con finalità didattiche. Doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti. Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significati provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Brera quindi, a differenza di altri grandi musei italiani, non nasce dal collezionismo privato dei principi e dell’aristocrazia ma da quello politico e di stato. Infatti a partire dai primi anni dell’Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi, cui si aggiunsero le opere di identica provenienza sottratte ai vari dipartimenti del Regno Italico. Questa nascita spiega la prevalenza, nelle raccolte, dei dipinti sacri, spesso di grande formato e conferisce al museo una fisionomia particolare, solo in parte attenuata dalle successive acquisizioni.

PwC in Italia

In Italia, PwC è presente su tutto il territorio in 24 uffici con oltre 9.000 professionisti impegnati a garantire qualità nei servizi di revisione, di consulenza strategica, legale e fiscale alle imprese. Il purpose di PwC “build trust in society and solve important problems” ha come punto di forza la capacità di coniugare la conoscenza dei mercati locali con un’organizzazione di respiro globale, fornendo un’ampia gamma di servizi in modo integrato e multidisciplinare.

Scheda di approfondimento sull’opera

Pablo Picasso

La loge (Le balcon), 1921

Olio su tela, 191,3 x 141 cm

Milano, Pinacoteca di Brera, inv. 5054

Nella smisurata, e ampiamente analizzata, produzione di Pablo Picasso l’attività legata al teatro riserva interessanti e poco noti spunti di riflessione, connessi specialmente con le relazioni personali tenute dal maestro con quel peculiare ambiente culturale.

Dal 1917 Picasso ha l’opportunità di sviluppare delle prime suggestioni in grandi capolavori, poiché viene chiamato a realizzare scenografie, sipari e disegni di costumi per gli spettacoli dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali, che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e naturalmente artistico. Geniale guida della compagnia era l’impresario russo Sergej Djagilev, che in circa vent’anni di attività coinvolse nomi importanti quali: Claude Debussy, Maurice Ravel, Igor’ Stravinskij, Michail Larionov, Joan Miró, Léon Bakst, Henri Matisse, Natalia Goncˇarova, Salvador Dalí; al suo infallibile intuito non poteva certo sfuggire il talento creativo di Pablo Picasso.

Djagilev all’inizio propone a Juan Gris di lavorare a Cuadro Flamenco, ma lo scarso entusiasmo mostrato dall’artista – forse per ragioni di salute –, il forte interesse di Picasso e la fretta di mettere in scena una nuova opera spingono l’impresario a optare per alcuni bozzetti già ideati per Pulcinella inizialmente rifiutati. Lo spettacolo, rappresentato a Roma nel 1920, aveva subito infatti una gestazione abbastanza complessa, con la redazione di ben tre versioni di scenografie differenti, raffiguranti la cavea di un teatro d’ispirazione napoletana – un teatro nel teatro – dipinto con palchetti, sipario e quinte, che introduceva a un ulteriore finto scenario, con fondale dedicato a una veduta di Napoli col Vesuvio. La scena di Cuadro Flamenco nasce quindi dalla seconda versione partenopea e propone un’architettura teatrale francesizzante, in stile Secondo Impero, con decorazioni in stucco bianco e oro, cortine rosso porpora e due livelli di palchetti occupati da spettatori.

Con un abile gioco d’immagine dentro l’immagine, l’artista sceglie come soggetto il luogo scenico stesso: dipinge in rosso, nero e oro e a trompe-l’œil la sala di un teatro in stile Napoleone III, con soffitto a volta modanata e affrescata, due ordini di palchi e spettatori seduti. L’interno appare descritto nei dettagli architettonici di modanature, colonne, stucchi in gesso dorato e ovale centrale raffigurante un suonatore di tromba; il dettaglio di un primo studio di questo personaggio è riprodotto in uno dei disegni parigini, accompagnato da schizzi architettonici. Una cortina rossa, geometricamente ripiegata, segna la separazione fra lo spazio del pubblico e il boccascena, che si apre su un interno prospetticamente descritto e contemporaneamente ribaltato e negato: gli angoli della stanza, piuttosto che l’idea di profondità, sembrano spingere la parete di fondo in avanti e portano in primo piano l’oggetto centrale della scena, un quadro con una stilizzata natura morta di fiori. Picasso immagina di popolare il finto teatro con spettatori accomodati all’interno di palchetti al lato del proscenio: i due balconcini di sinistra ospitano coppie in abiti eleganti, quello di destra due figure femminili. Della loggetta in basso a sinistra conosciamo due disegni a matita su carta, pure conservati

Per ragioni economiche, Djagilev stesso nel 1926 fa tagliare, per isolare e rivendere i dettagli figurativi più significativi e in cui figura la firma di Picasso: “Venderò […] quelle parti dello scenario di Cuadro Flamenco con incluse delle figure, poiché sono tutte firmate. Ho già trovato un acquirente in Germania, e con quel denaro potrò allestire nuovi spettacoli”.

Il dipinto “La loge (Le balcon)”, per anni conservato – e quasi dimenticato – nei depositi della Pinacoteca di Brera, è esattamente uno di quei frammenti risparmiati e venduti.

V. A.

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