Antiriciclaggio, sull’Amla grandi speranze. Ma ci sono Stati opachi anche nell’Ue

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Convegno il 24 ottobre alla Banca d’Italia di Milano sulla nuova Authority

Di Saverio Fossati

(mi-lorenteggio.com) Milano, 26 ottobre 2024 – Banca d’Italia di Milano si è assunta, ancora una volta, un importantissimo compito di informazione e divulgazione, questa volta su un tema particolarmente complesso: la nascita dell’Amla, la nuova Authority europea antiriciclaggio, che  sarà operativa a gennaio 2025. Dopo i saluti del direttore della sede di Milano della Banca d’Italia, Giorgio Gobbi, il convegno, moderato dalla giornalista Cristina Bartelli e cui ha partecipato Assoedilizia Informa, si è aperto con l’intervento del generale C.d’A. Michele Carbone (direttore della Dia), che ha sottolineato l’attuazione progressiva del pacchetto di norme antiriciclaggio, che avrà bisogno di norme attuative europee e nazionali, anche se una parte è di immediata applicazione. Rotterdam, Anversa e Amburgo, ha detto Carbone, sono veri e propri hub della droga ma i controli stanno spostando il traffico in Svezia e Norvegia. Ogni anno vengono sequestrate tonnellate di cocaina. Anche la Spagna, in considerazione delle connessioni politico-culturali con l’America latina e della sua collocazione geografica, hashish dal Marocco e coca dal Sud America. Salerno, Livorno e Gioia Taura 80% dei sequestri, il 61% dei quantitativi sequestrati.
La mafia, però, è impresa, ha spiegato Carbone. Creano consenso sociale, corrompono per gli appalti. Anche le false fatture e i bonus edilizi e per le innovazioni sono stati pesantemente oggetto delle attività mafiose. In particolare le fatture false sono il nuovo oro, per i benefici che portano agli i prenditori disonesti e per il riciclaggio del denaro di illecita provenienza: il modello F24 è il nuovo kalashnikov della criminalità, addirittura il crediti fiscali del superbonus sono stati utilizzati direttamente e l’acquisto di cocaina sui mercati internazionali. La benzina è anche un ottimo affare. “Ormai pigli i soldi con la penna, non con le rapine”, ha detto un pregiudicato. Così la criminalità si innesta nell’economia come una metastasi. Anche la parte sana , sottoposta a estorsioni, riceve sevizi che la criminalità riesce a fare come il  recupero crediti o lo smaltimento dei rifiuti o la risoluzione di controversie sindacali. L’anello di congiunzione tra imprese e criminalità è rappresentato dai colletti bianchi, spesso gli stessi professionisti o famiglie di professionisti. I criminali stessi mandano i figli alle università per inserirli in questi ambienti.
Lo strumento delle segnalazioni delle operazioni sospette, dice Carbone, è decisivo: la Lombardia è in testa con Campania e Lazio, i settori sono principalmente edilizia, logistica, distribuzione carburanti, servizi alle imprese. Una consistente parte del patrimonio accumulato non è stato investito sul territorio ma finanzia rizzato nei circuiti internazionali, anche con trust, fiduciarie, holding olandesi e lussemburghesi, la ricerca di questi soldi è estremamente difficile. Così si sono aperte nuove strade per attività illecita. E i paradisi digitali hanno sostituito quelli fiscali. Irlanda, Ungheria, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, sono gli Stati in cui ci imbattiamo inseguendo i capitali mafiosi. Ci vuole personale altamente qualificato, programmi di addestramento e strategie condivise. L’auspicio è che la disciplina antiriciclaggio possa trovare una sempre maggiore azione di compliance da parte dei professionisti.

Enzo Serata (direttore Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia) ha illustrato le attività dell’Amla, il suo funzionamento e le ragioni delle importanti modifiche che ne hanno portato alla nascita: si tratta di risposte alle problematiche del passato, per ovviare alle discrepanze nella rilevazioni di  dati, nella compliance degli intermediari, nella collaborazione internazionale, e negli scandali bancari dovuti anche all’assenza di pacchetti antiriciclaggio. Anche attività di crowfunding e procuratori di calcio sono sotto osservazione e saranno oggetto delle analisi congiunte previste dalla norma istitutiva dell’Amla. L’Amla potrà emanare anche indicatori di anomali aggiuntivi a quelli elaborati dalle Fiu (le unità di informazione finanziarie nazionali, già presenti da anni). I risultati delle attività delle Fiu verranno quindi consegnati all’Amla, che disporrà così sin dall’inizio di un’importante base di dati. I costi di transizione saranno elevati e i tempi lunghi, ci saranno Paesi con tecnologie arretrate che cercheranno di rallentare. Se le Fiu non saranno in grado di affrontare i nuovi compiti l’efficacia dell’azione dell’Amla ne risentirà e dovrà quindi saper affrontare questa fase iniziale. Se puntiamo allo standard troppo alto, rischiamo una fase di rigetto da parte dei paesi più arretrati (quelli citati dal generale Carbone) ma la resistenza può venire anche dai Paesi più evoluti, bisogna però evitare l’adattamento a standard mediocri. Ci vorrebbe la definizione di una roadmap che stabilisca in 2-3 anni le modalità di allineamento di tutte le Fiu alle best practice.

Prevenzione e repressione dei fenomeni criminali sono state oggetto del contributo del generale B. Stefano Lombardi (comandante  del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza), ha sottolineato i legami profondi tra le operazioni sospette di natura valutaria e il terrorismo e i nuovi strumenti di analisi a disposizione dei reparti operativi della GdF. Nel 2024 sono state registrate 100mila segnalazioni (a volte doppie) e avviate le relative indagini. Gli esempi a conferma di quanto diceva il generale Carbone si sprecano, come ha raccontato Lombardi con l’operazione Matrix, dove è emerso che i casalesi avessero realizzato truffe fiscali utilizzando i bitcoin e i soldi erano stati trovati in transito nelle Seychelless e poi in Cina “Da cui si sta aspettando la restituzione” ha detto Lombardi.

“Cosa farà l’Amla nella sua veste di supervisor?” si è chiesta all’inizio del suo intervento Bruna Szego (Capo dell’Unità di Supervisione e Normativa Antiriciclaggio Banca d’Italia). La revisione complessiva delle norme, ha detto Szego, deriva dalle lacune emerse negli anni scorsi, è emersa una gestione insufficiente del rischio antiriciclaggio da parte dei soggetti obbligati, è stata registrata una mancanza di coordinamento tra gli Stati e una vigilanza nazionale a volte del tutto inefficiente. L’Amla non sarà quindi soltanto un vigilante ma anche regolatore in riferimento a banche, sistema finanziario e alla miriade di soggetti privati interessati. Ci sono poi 60 prodotti normativi che l’Amla dovrà preparare per la Commissione e dovrà predisporre gli strumenti di vigilanza che dovranno essere usati dalle autorità nazionali. Ma dovrà anche determinate criteri e regole per valutare le attività della autorità nazionali, che saranno soggette almeno ogni sette anni a queste valutazioni. Poi avrà poteri di supervisione indiretta sul sistema finanziario e un’oversight sul sistema non finanziario. L’Amla potrà anche avocare a sé casi particolari. I bisogni dell’Amla dal punti di vista tecnologico saranno particolarmente rilevanti, ha concluso Szego, e avrà certo notevoli impatti su soggetti privati, autorità nazionali e supervisioni.

Emanuele Fisicaro (docente di diritto penale commerciale all’Università di Bari) ha ricordato che l’attenzione sul “titolare effettivo” parte dal 2006 ma, riguardo soprattutto alle fiduciarie, occorreva l’intervento dell’autorità giudiziaria, mentre oggi basta la conoscenza del cliente. La giurisprudenza. ha puntualizzato Fisicaro, sta burocratizzando il sistema invece di dare margini e certezza agli organi di vigilanza. Con l’auspicio che l’Amla possa essere diretta da qualche italiano, noto che invece avrà la sede a Francoforte, così la Germania avrà una bella conoscenza del’economia europea.

La procura europea è ancora poco nota, ha detto Donata Costa (procuratrice Europea Delegata EPPO – sede di Venezia)  ma si sentiva la necessità di un’istituzione sin da quando esisteva la Comunità europea, anche attraverso la giustizia penale, mentre gli Stati erano molto gelosi della loro sovranità penale e il trasferimento delle competenze è stato molto difficile. In  termini di Iva, per esempio, le frodi carosello transnazionali di importo evaso superiori a 10 milioni sono nelle competenze della procura. Questa normativa, ha detto Costa, sulla sospensione dell’Iva (potendo acquistare da un Paese Ue senza Iva) diventa una regola criminogena perché si creano cartiere interposte tra operatori economici e fornitore (che spesso sta fuori dall’Europa): facendo un esempio, compro pc dal far east ma se li compro ufficialmentein Cina devo pagare dazi e importazioni, invece li faccio passare da Capodistria attraverso una conduit company speso fittizia che ha il solo compito di fare l’importazione così non pago l’Iva e con le società filtro il pc arriva a un prezzo di 120 anziché di 120 e posso così metterlo sul mercato con danni fiscali e alla concorrenza. Spesso i soci di questa società fasulla e gli intestatari dei conti correnti con improvvise enormi movimentazioni sono prestanome tossicodipendenti nell’indifferenza dei direttori di filiali delle banche e questo accade in dimensioni patologiche. Insomma, ha concluso Costa, è tutto il sistema che non funziona e solo con le intercettazioni siamo riusciti a fare le indagini.

Le conclusioni sono state affidate a Giorgio Gobbi, che ha considerato che “Se come Europa vogliamo avere un futuro, è molto importante avere organi di sorveglianza comuni ma occorrono anche regole comuni”.

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