Rho. Grande interesse per il convegno “Parliamo di diabete e obesità”

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Dai tanti relatori e dal Sindaco Orlandi l’appello: “Curate meglio la vostra alimentazione e fate attività fisica. Noi siamo quel che mangiamo”

(Mi-lorenteggio.com) Rho, 24 ottobre 2024 – La sala Convegni del Tourist Infopoint ha accolto sabato 19 ottobre numerosi cittadini interessati al convegno “Parliamo di diabete e obesità” organizzato dal Comune di Rho e Adpmi Associazione diabetici della provincia di Milano, con Uler – Università libera età, con il patrocinio di Asst Rhodense e in collaborazione con NovoNordisk. Per il Comune sono state coinvolte in particolare il vicesindaco Maria Rita Vergani e Paola Cupetti dell’Ufficio Relazioni istituzionali.

L’evento è stato moderato da Michele Carruba coordinatore di Health City Institute Lombardia e promotore del manifesto “La salute nelle città, bene comune” cui hanno aderito 45 Comuni della Città Metropolitana di Milano tra cui anche Rho. “Dobbiamo prestare attenzione alle patologie conseguenti all’obesità e puntare sulla prevenzione perché i costi per le cure sono altissimi. Siamo ai primi posti per l’obesità infantile. Expo 2015 ha aiutato a entrare nelle scuole e favorire la nascita degli orti per portare i bambini a scoprire il cibo naturale e a volerlo gustare”.

Il Sindaco Andrea Orlandi ha aperto i lavori ricordando quanto sia importante “mettersi in riga”: “Ho sempre fatto sport da quando avevo sei anni, a lungo però non avevo visto gli effetti benefici del seguire un regime alimentare corretto e di uno stile di vita adeguato – ha detto – Avere a disposizione occasioni per informarsi ci sembra fondamentale e come Comune lo facciamo con eventi simili a questo e con i Lunedì dell’alimentazione. Sono contento di avere qui Asst Rhodense, l’Ospedale Galeazzi, Adpmi, Uler e tanti attori del territorio: questa rete ci permette di essere sempre all’avanguardia e far sì che ci sia un sistema di comunità che ha a cuore la prevenzione. Lavorare insieme è indispensabile”.

Tanti gli interventi che si sono succeduti, eccone una sintesi.

“ASST è in prima linea per la cura del diabete – ha spiegato il direttore sanitario ASST Rhodense, Giorgia Saporetti – Di recente, sia l’Ospedale di Rho che l’Ospedale di Garbagnate, sono stati classificati come hub virtuosi nella cura di queste patologie. Il diabete si può prevenire ed è indispensabile farlo, evitando così l’insorgere di complicazioni e quindi di terapie più impegnative, anche come costi, sia per le strutture sanitarie che per i pazienti. Con la prevenzione e la buona educazione alimentare si può fare molto e incontri come quello di oggi possono aiutare in questo cammino di consapevolezza. ASST Rhodense è al vostro fianco con tutti i nostri specialisti”.

Roberto Crugnola, amministratore delegato dell’ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio: “Ringrazio il Comune di Rho per avere supportato la nascita del nostro ospedale per acuti sul territorio. Un progetto del 2010 ci ha portato a investire sugli interventi chirurgici, credo si debba accompagnare il paziente obeso dall’inizio, non tutti sono candidabili alla chirurgia. Oggi la laparoscopia facilita le cose, la sfida è quella di riflettere su stili di vita e nutrizione: il peso influisce anche su protesi all’anca o al ginocchio. Siamo pronti a fare rete e a collaborare con tutte le realtà oggi rappresentate”.

Marisa Mottes, presidente dell’associazione Diabetici della Provincia di Milano: “Il diabete non si vede, non si sente, non fa male. In Lombardia ci sono 550mila pazienti. Si deve monitorare di continuo la glicemia, viviamo in una galleria buia dove si vede la luce 8 volte al mese con i controlli. La prevenzione deve considerare chi ha una predisposizione, deve entrare nelle case e i Comuni possono aiutare tantissimo. L’insorgenza del Diabete di tipo 2 si può allontanare. Ci sono farmaci che curano in maniera egregia e si possono ridurre le complicanze, ma occorre l’impegno di tutti”.

Sull’importanza di corretti stili di vita per una sana prevenzione, tre gli interventi.

Marica Sormani, dirigente Medico diabetologo ASST Rhodense: “Il diabete è un killer silenzioso. Lo si scopre per famigliarità, attraverso esami ematici annuali, durante una gravidanza, aderendo agli screening territoriali. Prestate attenzione alla sensazione di sete, a scarsa concentrazione e poca memoria, a disturbi visivi, a pelle secca, all’urinare spesso, al calo di peso, alla scarsa guarigione delle ferite. I vecchi farmaci orali sono sostituiti da insulina sottocutanea, ma contano soprattutto una valida dieta e l’attività fisica. In zona, all’hub di Garbagnate sono in cura oltre 5mila pazienti. A Rho si curano pazienti dai 18 anni in su. Occorre ridurre le attese aumentando il personale e favorire l’educazione nutrizionale a gruppi, la ginnastica a Passirana, screening locali. In futuro puntiamo a un team dedito al piede diabetico”.

Carmela Asteria, endocrinologo, responsabile Servizio Nutrizione dell’ospedale Galeazzi: “L’obesità è una malattia non un fattore di rischio. Siamo di fronte a una vera pandemia con 3,5 miliardi di obesi nel mondo, 230 milioni in Europa, 21 milioni in Italia e 3,5 milioni nella sola Lombardia. A causare questa alterazione del bilancio energetico sono stress, inattività, cibo spazzatura, farmaci, genetica, ormoni. Lo stress aumenta il cortisolo che aumenta la massa grassa. L’obesità è sottodiagnosticata e sottotrattata. Dobbiamo puntare sulla prevenzione e sull’educazione dei bambini”.

Giuseppe De Angelis, direttore Struttura Complessa di Cardiologia dell’ospedale di Rho: “Il cuore funziona se ben irrorato, se diverse patologie danneggiano i vasi ne soffrono cuore, reni e cervello. Siamo quel che mangiamo, i corretti comportamenti alimentari e un sano stile di vita riducono le probabilità di avere un infarto. Sarebbe buona prassi compiere diecimila passi al giorno e mantenere una sana vita sociale. Nostro compito, come rete, è intercettare i bisogni delle persone sole e informare su diete corrette: vita attiva e buona socialità sono fattori positivi”.

Una tavola rotonda conclusiva ha visto coinvolti diversi esperti.

Emiliano Gaffuri, direttore sociosanitario di ASST Rhodense: “La salute va assicurata a tutti, l’obesità è insita nella società del benessere in cui Tv e media spingono a usare cibi poco sani. Sul territorio occorre insistere con una cultura della qualità della vita. Da parte nostra investiamo nelle Case di comunità dove coinvolgere terzo settore e medici di medicina generale”.

Daniela Coppetti, direttore S.C. Distretto Rhodense ASST Rhodense: “Le Case di comunità non devono essere contenitori vuoti ma permettere una reale presa in carico dei cittadini. Le associazioni di pazienti sono fondamentali come il ricorso a uno psicologo di comunità e a cure a domicilio”.

Gianni Rovelli, cardiologo e presidente di Uler: “Italia, Grecia e Malta hanno un alto tasso di obesità, il 43 per cento degli adulti è coinvolto: il 33 per cento è sovrappeso, il 10 per cento è obeso. Parliamo di 17 milioni di italiani. Noi con l’Università libera età facciamo prevenzione, ma occorre raggiungere tutti anche persone in disagio sociale e convincere i genitori riottosi a diete idonee per i figli. A parte i guai cardiaci, si deve fare attenzione alla sindrome metabolica: avere una grossa circonferenza di vita porta ipertensione e insulinoresistenza. Misuratevi: se gli uomini hanno una circonferenza di vita superiore ai 102 centimetri sono obesi, per le donne si contano 88 centimetri. Nelle lezioni mensili su questi temi parliamo di glicemia, colesterolo, fattori di rischio. Informarsi è essenziale”.

Giovanni Seveso, nutrizionista IULM Food Academy: “Quarant’anni fa ero tra i pionieri che portavano questi temi nelle scuole. Ci si è poi illusi che con farmaci e chirurgia si sanasse la situazione. I dati ci dicono che ci si è sbagliati. I Lunedì rhodensi dell’alimentazione voluti dal Comune sono una valida strada per fare prevenzione. I medici di medicina generale sono essenziali per fornire informazioni, purtroppo sempre meno medici vogliono intraprendere questa via”.

Carlo Borghetti, consigliere regionale e membro Commissione Sanità in Regione Lombardia: “Abbiamo persone che si fanno controllare di continuo e 4 milioni di cittadini che non si curano per niente. Il PNRR porta fondi alla sanità territoriale, è un treno da non perdere. Purtroppo i soldi servono solo per i muri, manca personale: serve un grande lavoro per qualificare il personale che è attivo, affrontare la crisi vocazionale dei medici di medicina generale e il calo di iscrizioni ai corsi per infermieri. Serve una alleanza fra istituzioni e società perché la sanità deve essere robusta altrimenti non abbiamo futuro, serve una società in salute e competente”.

Proprio nei giorni scorsi, il Sindaco Andrea Orlandi ha ricevuto una pergamena da Francesco Missineo di Novo Nordisk come ringraziamento per aver aderito al progetto internazionale Cities Changing Diabetes. Insieme al Sindaco anche il vice sindaco Maria Rita Vergani.

Nel 2024 si celebra il 10° anniversario del progetto Cities Changing Diabetes, l’iniziativa nata da una partnership tra Novo Nordisk, l’University College of London e Steno Center di Copenaghen per evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e patologie croniche, con l’obiettivo di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire l’insorgere di tali malattie. Fondamentale il ruolo giocato sin qui dall’Italia, dove il progetto è coordinato dall’Health City Institute e Novo Nordisk in collaborazione con Anci – Associazione nazionale comuni italiani con la partecipazione delle 14 Città metropolitane e di ben 1.300 comuni , tra cui quello di Rho.

Dopo 10 anni, il progetto si rinnova e amplia, diventando “Cities for Better Health”. Con una visione olistica della salute, si propone di dare priorità alla prevenzione e all’equità sanitaria nelle città, con l’ambizione di risolvere le cause alla radice delle malattie croniche non trasmissibili, riunendo attori in diverse discipline e settori, con un focus particolare sulle popolazioni più vulnerabili, come le comunità con basso livello socioeconomico e i bambini, attraverso la prevenzione dell’obesità infantile. A questo progetto è legato il convegno svoltosi il 19 ottobre.

Ecco cosa recita la pergamena: “A 10 anni del lancio del progetto internazionale Cities Changing Diabetes, a nome dei promotori desideriamo esprimere il nostro più sincero riconoscimento e apprezzamento per aver aderito a questa importante iniziativa, contribuendo a fare dell’Italia il network internazionale più avanzata nello studio di determinanti della salute urbana.
La partecipazione al progetto, con le città in prima linea nella promozione di cambiamenti in grado di migliorare la Salute e il Benessere della popolazione, testimonia un impegno concreto e lungimirante nei confronti dei cittadini”.

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