AMART Milano. Un primo sguardo alle opere

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 17 ottobre 2024 – Un maestoso portale accoglie i visitatori, introducendoli al cuore della mostra: è la nuova installazione ideata da Pelizzari Studio per la sesta edizione di AMART. L’intera opera, ispirata all’estetica di un palazzo rinascimentale, conduce il pubblico in un suggestivo percorso dal contemporaneo all’antico, attraverso una successione di volte e un portale “antico” sapientemente reinterpretato in chiave moderna.  AMART 2024, che si svolgerà dal 6 al 10 novembre presso il Museo della Permanente di Milano, è la mostra dell’antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter Unione.

Sulla sinistra dell’ingresso, ove espongono il Museo Poldi Pezzoli di Milano, il Museo Bagatti Valsecchi e MuseoCity, una struttura che evoca la raffinatezza di una trifora incornicia con eleganza gli oggetti esposti. Da qui inizia il percorso di AMART con le sue 63 gallerie da Italia ed estero, di cui sei nuove partecipazioni, specializzate in diverse aree artistiche, dall’antico al contemporaneo: allo stand di Paolo Antonacci un dipinto di Carl Wilhem Gotzloff (Dresda, 1799 – Napoli), 1866, “Combattimenti a Catania del 6 aprile del 1849”. L’artista tedesco, forse testimone degli eventi, ritrae lo scontro tra le truppe borboniche e gli insorti catanesi in una scena di estrema violenza. L’opera, ricca di dettagli e pathos, testimonia la ferocia della repressione borbonica e l’eroica resistenza dei catanesi.

La Galleria W. Apolloni & Laocoon Gallery propone di Andrea Appiani, (Milano, 1754 – 1817), “Europa consolata da Venere che le presenta amore” del 1784-86. L’opera su tela di età neoclassica rappresenta due figure femminili (Europa appunto e Venere) e un giovinetto che rappresenta Amore in primo piano, con un paesaggio bucolico con cascatelle come sfondo.

Denise e Beppe Berna, provengono da una lunga tradizione collezionistica, operano nel settore dell’arte tribale classica dal 1978. Da Bologna porteranno ad AMART una rara figura femminile destinata agli altari del culto di Shango, l’antico re divinizzato per la sua capacità di catturare il fulmine e gestire il tuono. “Maestro di Shango”, Yoruba, Nigeria.

Fine Art by Di Mano in mano propone tra gli altri, un dipinto “Adorazione dei Magi” di Cesare Smet. L’opera, datata 1599, rappresenta la “Sacra Famiglia adorata dai Magi”. Il dipinto, influenzato da opere simili a Napoli, è stato commissionato e realizzato da Cesare Smet, figlio di un noto pittore fiammingo. L’opera, in ottime condizioni, presenta un dettagliato paesaggio e una composizione equilibrata.

La Galleria Ducci, segnala, di Giovanni Battista Salvi, detto Sassoferrato (Sassoferrato 1609 – Roma 1685) “Madonna col Bambino dormiente”, olio su tela, pubblicata ed esposta nella recente mostra: “Salvifica. Il Sassoferrato ed Ettore Frani tra luce e silenzio”, a cura di Federica Facchini e Massimo Pulini, 2023 (Palazzo degli Scalzi, Sassoferrato). Inoltre di Carla Accardi (Trapani 1924 – Roma 2014), un “Senza Titolo” del 1997 realizzato in vinilico su tela.

Nell’opera proposta dalla DYS 44 Lampronti Gallery di Londra, “Eroismo di Muzio Scevola davanti al re etrusco Lars Porsenna”, il Guercino immortala un momento cruciale della storia romana. Muzio Scevola, un giovane romano, dimostra un coraggio estremo di fronte al re etrusco Porsenna. Nell’atto di uccidere il re, Muzio sbaglia bersaglio e, per punirsi, infila la mano destra nel fuoco. Il Guercino, con maestria, ritrae lo stupore di Porsenna e la determinazione di Scevola, creando un’opera che celebra l’eroismo e la virtù civica. L’olio su tela, di grandi dimensioni, è caratterizzato da una forte espressività e da una cura dei dettagli, tipici dello stile del Guercino.

M45 Marco Bertoli Angelo Enrico, Milano-Genova, propone un’opera molto suggestiva “Il teatro della Scala, 1849”, tempera su carta di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884) che sicuramente potrà piacere ai collezionisti musicofili.

Per i gioielli, la galleria Oro Incenso Mirra, propone tra le altre una antica collana inglese – risalente all’epoca georgiana – in oro, rubini “almandine” e smalto a fuoco.

Galleria Silva propone un raro salotto composto da un divano, quattro poltrone e due seggiole eseguito in legno di noce laccato in celeste con rilievi, foglie e cartigli intagliati e dorati. Venezia, metà del XVIII secolo.

Da Monte Carlo la Galleria di Dario Ghio porterà a Milano un “Leone in pietra di Huamanga”, Perù XVII secolo. Si tratta di una scultura in pietra di Huamanga raffigurante un leone accucciato, lavorata a tutto tondo e con tracce di policromia originale. Questa tipologia di manufatti, realizzati con la particolare pietra di origine vulcanica nota come alabastro delle Ande, risalgono alla seconda metà del XVI secolo.

Matta Antichità presenta un’opera inedita e preziosa di Barbara Longhi, una delle più celebri pittrici del Rinascimento. Questa “Madonna con Bambino e San Giovannino” è un gioiello di intimità domestica, con un bambino rivolto verso il basso, un tratto inusuale per l’epoca. Databile tra il 1595 e il 1605, l’opera rivela l’influenza di Raffaello e Leonardo da Vinci, ma con uno stile personale e sicuro, caratterizzato da colori vivaci e forme monumentali. Un capolavoro che attesta l’eccellenza di questa straordinaria artista. Da Piva &C. una scultura di Vincenzo Gemito, celebre artista napoletano, che realizzò nel 1881 questa famosa “Testa di acquaiolo”, su commissione di Francesco II di Borbone. Quest’opera in bronzo rappresenta uno dei vertici del realismo di Gemito. Il volto del ragazzo è diventato un’icona dell’arte napoletana. L’artista, ispirandosi alla gente comune, cattura l’essenza della vita quotidiana con una maestria che rende questa scultura un’opera senza tempo.

Moses Levy, artista in bilico tra Tunisia e Versilia, era nato a Tunisi nel 1885, trasferitosi a Viareggio nel 1917, ha lasciato un’impronta indelebile nella scena artistica italiana. L’opera proposta da Società di Belle Arti: “Donna con cappello bianco”, realizzata proprio nell’anno del suo trasferimento, ne è un esempio. Questo piccolo dipinto ad olio su cartone, con la sua figura femminile stilizzata e la vivace palette cromatica, rappresenta una fase di transizione nella produzione artistica di Levy. Influenzato dal Divisionismo, l’artista si avvicina a uno stile più sintetico e dinamico, anticipando alcune caratteristiche del Futurismo. L’opera, pur nella sua semplicità, cattura l’atmosfera mondana e vivace della Versilia, un tema ricorrente nella produzione di Levy.

Allo stand di Phidias Antiques, si segnala un‘opera Antonio Ligabue (1899-1965), “Tigre nella foresta”, olio su olio su tavola, rara ed importante opera appartenente al secondo periodo pittorico dell’artista (orientativamente dal 1939 al 1952): la materia diventa più corposa e densa e le opere si fanno più rifinite. La presenza di pochissime opere risalenti a questo periodo artistico lo rendono particolarmente ricercato e interessante per i collezionisti.

Per la Galleria Reve Art, l’highlight è sicuramente un olio su tela di Fortunato Depero (Fondo, Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960), “pappagallo, civetta e uccello meccanico”, 1917. Il dipinto, che riprende testualmente un acquarello preparatorio dello stesso anno, traspone sulla tela le prime suggestioni meccaniche che poi troveranno ampia applicazione nello spettacolo I Balli Plastici, con il quale Depero codifica la sua visione ludico-robotica dell’universo futurista.

 La Galleria Top Time Musa espone una Pendola francese modello “lira oscillante” dal maestro Orologiaio Mathieu le Jeune. Presenta una cassa in bronzo dorato con base in marmo bianco. Raro modello di lira “au coqs” con teste di gallo (uno dei simboli della Francia) anziché con le più usuali aquile. Quadrante a fascia oraria in smalto bianco con, nel centro, movimento scheletrico a vista. Epoca Luigi XVI, circa 1780.

Tornabuoni Arte presenta un bellissimo ritratto di nobildonna fiorentina, opera del XVI secolo attribuita ad Alessandro Allori. Il dipinto, in ottime condizioni, ritrae una giovane donna elegante, probabilmente una promessa sposa. Lo stile manierista e la maestria tecnica di Allori sono evidenti, come dimostrano anche altri suoi lavori celebri. L’opera, destinata ad adornare palazzi nobiliari, è un esempio di ritratto celebrativo del Rinascimento fiorentino.

La campagna pubblicitaria 2024, ideata dall’agenzia Frova, Castori e Solcia, riprende i caratteri della comunicazione 2023, creando una contrapposizione creativa e impattante tra oggetti di antiquariato e denominazioni moderne, tipiche della vita quotidiana. Partendo dal claim di AMART “Antiquariato. Un piacere contemporaneo.” sono state quindi scelte sei terminologie del gergo corrente (desktop, spoiler, bodyguard, influencer, outfit, social) abbinate ad altrettanti “antesignani” di grande valore antiquario. Ne risultano sei eleganti soggetti di immediata lettura, che il pubblico potrà incontrare in diverse affissioni cittadine, sui media stampa e digitali, social media e su un tram doppio completamente personalizzato AMART.

Dichiarazioni

Michele Subert Presidente di AMART e dell’Associazione Antiquari Milanesi:  

Ringrazio vivamente tutti i partner che rendono possibile questa edizione di AMART. Grazie alle loro competenze e alla loro passione, abbiamo creato un evento di altissimo livello. Invito tutti gli appassionati d’arte a visitare AMART per scoprire la magia dell’antiquariato!”

David Morini – CEO di Pelizzari Studio: il progetto di allestimento è concepito come un dialogo tra passato e presente, dove archi rinascimentali spogliati di ornamenti incontrano un minimalismo contemporaneo, immersi in sfumature di blu che contrastano con il calore della moquette color aragosta. Un incontro audace che celebra l’armonia tra tradizione e innovazione.

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