(mi-lorenteggio.com) Milano, 14 ottobre 2024 – È stato inaugurato oggi alla Cittadella degli Archivi il murale “Respiro”, realizzato dall’artista Gianluca Patti con vernici ecosostenibili. Un intervento che unisce arte e sostenibilità e mira a trasformare lo spazio urbano in un manifesto di consapevolezza ambientale.
Le vernici utilizzate, brevettate da REair, grazie a una speciale nanotecnologia di ultima generazione, sono capaci di disgregare in modo naturale i principali agenti inquinanti presenti nell’aria e restituire così aria pulita.
“Respiro” è stato inaugurato proprio nel luogo che ha ispirato l’opera, Cittadella degli Archivi, dove l’autore si è potuto immergere in letture di articoli di giornale che già un secolo fa mettevano al centro il tema del ripensare gli spazi urbani all’insegna di zone di verde.
“Prosegue lo straordinario lavoro di rivitalizzazione dei muri di Cittadella degli Archivi – dichiara l’assessora ai Servizi civici, Quartieri e Partecipazione Gaia Romani -. Ringrazio l’artista Gianluca Patti per aver donato alla città di Milano questo murale, che ha un duplice valore. Da una parte contribuisce ad arricchire culturalmente questo luogo e dall’altra esprime attenzione alla sensibilità ambientale. Un connubio importante, risultato della collaborazione fra Amministrazione e singoli cittadini, che racconta dell’impegno di questa città per la qualità dell’aria e della cura per la bellezza degli spazi urbani”.
Il murale vuole agire come un invito a prendere coscienza della questione ambientale, una vera e propria “call to action” indirizzata a cittadinanza e istituzioni. È la voce stessa dell’artista a parlarci per mezzo del colore, affermando con forza: “Torniamo a trascorrere tempo di qualità all’aperto; torniamo a respirare aria pulita, a muoverci, a socializzare; torniamo a riappropriarci di quegli spazi che ci appartengono e che non devono necessariamente essere divorati dal cemento”.
Da qui passa la scelta di Patti di adoperare vernici fotocatalitiche, che sfruttano una nanotecnologia capace di disgregare in modo naturale i principali agenti inquinanti presenti nell’aria per un equivalente di cinque nuovi alberi piantumati.
Si tratta di un’opera personale e insieme universale: se da un lato l’utilizzo delle macchie di colori echeggiano le corse e i giochi nel parco, i profumi della primavera e i colori accesi e vividi dell’autunno lombardo; dall’altro lato, l’artista si rivolge alle nuove generazioni, raccontando loro di ciò che è stato e che potrebbe divenire.
L’opera, una donazione dello Studio Bastianelli&Calloni al Comune di Milano, diventa così un invito a fermarsi e a prendere coscienza dello stato dell’arte e allo stesso tempo a non smettere di guardare oltre il limite architettonico del muro, ad attraversarlo e andare in profondità, a non avere paura di sognare un futuro diverso. A fare da ponte tra una dimensione e l’altra, un simbolo su tutti: quello del muro. Proprio questo diventa un elemento centrale, oltre che una nuova superficie da sperimentare.
“La mia generazione è cresciuta e si è confrontata con il «Muro di Berlino» e con ciò che ha significato per tutti noi. Mi guardo attorno e vedo la mia città ricca di murales e penso che in fondo siano tante storie che raccontano la vita di tutti noi. Ora tocca a me farlo! Lasciare la mia impronta in un luogo così importante come la Cittadella degli Archivi, un luogo magico che racconta la storia della città custodendo documenti che risalgono al 1800” – dichiara l’artista nel testo curatoriale scritto da Giorgia Ligasacchi ed Ester Candido e ospitato all’interno del catalogo che presto vedrà la pubblicazione.
Gianluca Patti
Nasce nel 1977 a Monza, dove attualmente vive e lavora. La sua ricerca è incentrata sullo studio del colore e della materia quali strumenti di narrazione del vissuto personale e della dimensione temporale. Lo studio da autodidatta della storia dell’arte ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della sua ricerca artistica: all’inizio del proprio percorso si appassiona al lavoro pittorico di grandi artisti quali Pollock, Vedova e Basquiat, approfondendone l’equilibrio cromatico e cercando un proprio approccio unico al colore, nell’ambito di una personale ricerca in continua evoluzione. É attratto poi dalle correnti artistiche dell’Arte Povera e dall’approccio del Readymade, affascinato dalla decontestualizzazione e dalla nuova vita attribuita ad oggetti di uso comune. Inizia così a studiare i materiali maggiormente evocativi del proprio vissuto, rappresentati, data la propria formazione e il contesto familiare legato al settore edile, dai materiali da costruzione, utilizzandoli però quali elementi di costruzione del proprio processo artistico. Ne conseguono opere stratificate in cui prodotti cementizi, resine, reti e pigmenti si fanno metafora di ricordi sedimentati e tracce del passato. Il lavoro di Gianluca Patti è stato esposto in molteplici mostre personali e collettive, ed è entrato a far parte di collezioni di arte contemporanea di rilievo.
L’approccio trasversale dell’artista l’ha portato inoltre a collaborare alla realizzazione di scenografie nel settore pubblicitario e dell’interior design e ad essere selezionato per progetti arte e impresa.