(mi-lorenteggio.com) Monza, 30 settembre 2024 – Una nuova metodica per il trattamento endovascolare delle patologie a carico della circolazione arteriosa: l’utilizzo di anidride carbonica in sostituzione del mezzo di contrasto iodato. Ad avvalersene, tra le prime in Lombardia la Struttura complessa di Chirurgia Vascolare, diretta dal dott. Vittorio Segramora.
A spiegarne i vantaggi è il dott. Cristian Benatti, referente dell’introduzione di questa tecnica.
“L’avvento delle metodiche endovascolari ha permesso di condurre interventi chirurgici
anche molto complessi attraverso l’inserimento di strumenti all’interno del torrente
sanguigno mediante micro-accessi o punture, evitando le incisioni chirurgiche a volte molto
destruenti, con conseguente riduzione delle complicanze intra e perioperatorie.
Normalmente, per trattare per via endovascolare le malattie delle arterie sia a livello
addominale sia degli arti inferiori, è necessario iniettare nelle arterie una sostanza (mezzo
di contrasto) che le renda ben visibili così da poter ottenere con una semplice radiografia
una “fotografia” dell’albero arterioso e dei suoi eventuali difetti. L’utilizzo di mezzo di
contrasto permette inoltre di monitore tutte le fasi dell’intervento e di verificare il risultato
finale.
Purtroppo, i liquidi utilizzati sino ad oggi, che prendono il nome di mezzo di contrasto iodato,
possono comportare danni a livello dei reni e, nei casi più gravi, portare il paziente alla
dialisi. Ovviamente più complesse sono le procedure, maggiore sarà la quota di mezzo di
contrasto da utilizzare, aumentando proporzionalmente il rischio di danno renale.
Nel corso degli ultimi anni, anche se si tratta di una metodica nota sin dagli Anni ‘70 e nel
tempo perfezionata, è stata introdotta la possibilità di utilizzare l’anidride carbonica (CO2)
come mezzo di contrasto gassoso alternativo che non determina alcun danno renale. Caratteristiche peculiari di questo gas sono quelle di “galleggiare” nel torrente sanguigno e
di essere eliminato molto rapidamente attraverso la respirazione”.
La Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza si colloca tra i primi ospedali in
Lombardia ad utilizzare questa tecnica che permette di trattare anche pazienti con
funzionalità renale compromessa, aumentando il numero di pazienti trattabili attraverso
metodiche endovascolari anche complesse.
“Grazie all’introduzione di questa metodica mini-invasiva – sottolinea il dott. Segramora –
siamo in grado di allargare il ventaglio di soluzioni terapeutiche da proporre e offrire delle
chances di guarigione anche a pazienti che fino ad oggi venivano esclusi dalle procedure
chirurgiche a causa della loro fragilità”.
Redazione