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Proverbio: Se piove tra luglio e agosto, piove miele, olio e mosto

Milano. Giornata internazionale del rifugiato, opera di arte pubblica in porta Genova:

madre palestinese con bambina scappano da un carro armato

(mi-lorenteggio.com) Milano, 20 giugno 2024. In occasione della Giornata Internazionale del Rifugiato, che si celebra oggi, è apparsa in Via Valenza, zona Porta Genova a Milano, l’opera “Scappando verso la pace”, realizzata dall’artivista Cristina Donati Meyer.

L’opera rappresenta una madre che scappa dall’avanzare di un carro armato, con in braccio la propria bambina ed una bandiera della pace. La donna è una sfollata di Gaza, ma potrebbe anche essere una madre ucraina, sudanese, una migrante in cerca di libertà dopo l’inferno libico o una ragazza iraniana che fugge dalla repressione del regime dei pasdaran.

E’ l’opera che l’artrista e attivista Cristina Donati Meyer, ha voluto dedicare alla celebrazione della giornata del rifugiato. “Un’opera visiva può essere mille volte più efficace di molte parole. Ciò che le aggressioni militari fanno subire ai civili ed, in primis, alle donne, è di una crudeltà ed ingiustizia assolute. Ho avuto i bisnonni deportati nei campi di sterminio nazisti ed è una scena che non vorrei mai più vedere”, afferma la street artist.

Il numero complessivo di persone costrette alla fuga – che tocca i 120 milioni a maggio 2024 – è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo e riflette i nuovi conflitti e quelli che mutano, oltre all’incapacità di risolvere crisi e ingiustizie datate, come quella della Palestina, occupata da 75 anni. La popolazione globale in fuga equivarrebbe a quella del dodicesimo Paese al mondo per ampiezza della popolazione, quasi come quella del Giappone.
L’anno scorso l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, detestata da tutti gli Stati coloniali, occupanti e in guerra, ha dichiarato 43 emergenze in 29 Paesi.

Nel mondo ci sono 50 milioni di bambine e adolescenti sradicati a causa di fuga e migrazione. Tra le maggiori vie di fuga di tutto il mondo abbiamo la «rotta del Mediterraneo centrale», la «rotta dell’Asia sud-occidentale», la «rotta dell’Africa orientale» e la «rotta dell’America centrale», mentre l’unica concreta risposta al fenomeno, da parte dei Paesi ricchi del nord, è la fortezza, la chiusura delle frontiere, la criminalizzazione, i muri, il filo spinato, i naufragi ignorati, la repressione o, perfino, l’assassinio, come in Grecia con i migranti gettati in mare dai poliziotti.

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