(mi-lorenteggio.com) Milano, 5 giugno 2024 – Al Centro Culturale Rosetum, via Pisanello 1, dal 12 al 27 giugno, tutti i mercoledì alle ore 21 e il giovedì alle ore 17, torna in scena la rassegna Chapeau, giunta alla sua quinta edizione.
Spettacoli per bambini, il giovedì, e famiglie, il mercoledì, a sostegno del teatro, infatti, l’intero ricavato, a cappello, è destinato agli artisti, alla loro resilienza e passione per il lavoro più bello del mondo.
“Torniamo davvero alla grande quest’anno con Chapeau. La rassegna è nata durante il periodo del Covid – precisa Padre Marco Finco, direttore di Rosetum – Il settore artistico è stato uno dei comparti lavorativi colpiti duramente a causa delle restrizioni, da qui l’idea di fare degli spettacoli, rigorosamente all’aperto, ripristinando l’antica formula del ‘giro a cappello’ alla fine dell’esibizione, quindi l’intero ricavato rimane all’artista. Siamo orgogliosi del palinsesto di questa quinta edizione, dove l’incontro del teatro per i piccoli e quello degli adulti si snoda con armonia e altissimo livello culturale”.
Ecco il programma:
Mercoledì 12 Giugno ore 21.00:
“Conversazioni con Testori”, con Andrea Soffiantini. Dal libro di Luca Doninelli, regia di Paolo Bignamini, adattamento e aiuto alla regia di Giulia Asselta. Produzione Teatro De Gli Incamminati. Da un’idea di Casa Testori
Conversazioni con Testori vuole essere un omaggio all’uomo, all’intellettuale, all’artista. Un vero e proprio testamento spirituale, un documento incomparabile sia dal punto di vista storico e culturale che da quello più strettamente umano. La voce e il carisma di Andrea Soffiantini – scoperto agli inizi proprio da Testori – restituiscono in scena i tratti di umanità più intima dell’uomo, dell’intellettuale e dell’artista, ridando volume alle sue molteplici sfaccettature. Riemerge, in questo modo, l’autoritratto che Testori ha voluto consegnare.
«La mia natura è di non aver casa […] eppure, a un tempo, non ho fatto altro che infangarmi, compromettermi sempre più con questa terra, questa città, queste persone – soprattutto i miei cari».
È un viaggio viscerale in compagnia di Testori, è il viaggio di Testori ed è il viaggio di tutti noi, inquieti, che andiamo e torniamo, ci fermiamo e ripartiamo, ci ribelliamo e ci abbandoniamo, mossi da qualcosa che capiamo e che non capiamo. È un viaggio in cui non ci si sente mai soli, in cui facilmente ciascuno riconosce in Testori la sua propria umanità «rabberciata», «sbrindellata», «piena di incongruità», e grazie a lui la ritrova, forse, più ricomposta, più unita, eppure non risolta. È un viaggio in cui, insieme a chi racconta, si è invitati a mettere da parte «gli “astratti furori”» dai quali spesso nella vita ci si fa prendere e a mantenere, invece, «il furore per cose concrete», coinvolgendosi con la materialità dell’esistenza, «spesso bassa, misera, ma tremendamente reale».
Mercoledì 19 Giugno ore 21.00: “Nina”, un soggetto per un breve racconto, da “Il Gabbiano” di Anton Cechov, con Rossella Rapisarda,di Fabrizio Visconti e Rosella Rapisarda, regia di Fabrizio Visconti
Monologo per due: un’attrice e il suo pubblico. Attraverso atmosfere rarefatte e momenti comici, il pubblico diventa partner intimo di un dialogo che tocca profondamente il tema del mistero dell’uomo e delle sue scelte, il mistero di questa insanabile e commovente sospensione tra terra e cielo, tra richiamo verso l’alto e bisogno di radici, celebrando così l’Amore per la vita che seduce e spinge oltre. Fino ad affermare con Cechov: “Com’è tutto meravigliosamente mescolato in questa vita…”
Mercoledì 26 Giugno ore 21.00: “Incomica”, con Umberto Banti, Andrea Ruberti e Dadde Visconti. Musiche originali di Marco Pagani. Produzione Eccentrici Dadarò
Tra gags esilaranti e lazzi sorprendenti i tre personaggi accompagneranno il pubblico nel viaggio della Vita, fatto di cadute e fallimenti, successi e trionfi. Sempre insieme, alle volte amici, altre rivali, in un equilibrio instabile per raggiungere l’ambita meta: la felicità! L’Arte del Trasformismo, utilizzata come “macchina del tempo”, li farà peregrinare tra passato e futuro facendoci amare le loro avventure o sventure, come solo i Clown sanno fare
Giovedì 13 giugno ore 17.00: “Le avventure di Pulcinella”, di e con Orlando della Morte
Lo spettacolo, che si inserisce nella tradizione delle guarratelle napoletane, è un repertorio di tre racconti: Pulcinella e il cane, Pulcinella e il guappo e L’impiccagione di Pulcinella.
Nel primo Pulcinella è alle prese con il furbo padrone di un cane e il suo animale; nel secondo un guappo prepotente gli impedisce di fare la serenata d’amore alla fidanzata Teresina e nell’ultimo Pulcinella, condannato a morte, si prende beffa del boia. Le avventure di Pulcinella comincia con il richiamo del ciarlatano, in costume d’epoca, che invita i bambini a seguire la storia, così come avveniva realmente nelle piazze dal Medioevo in poi.
L’arte delle guarratelle, letteralmente piccole cose napoletane, è un’arte antichissima che si è mantenuta viva soprattutto grazie alla grande capacità dei burattinai di coniugare memoria e attualità, in un rapporto costante e attento con il pubblico. Personaggio principale delle guarratelle è sempre Pulcinella, l’anti eroe, l’uomo della strada che riesce a sfuggire la morte, a prendersi gioco del potere e della prepotenza pur manifestando egli stesso la paura, il timore e tutti quei sentimenti che non sono appunto dell’eroe ma dell’uomo comune.
Giovedì 20 giugno ore 17.00: “Zitto zitto”, di e con Claudio Cremonesi
In pista da oltre 25 anni, è lo spettacolo che raccoglie le esperienze di una vita d’artista: mai uguale a sé stesso, capace di rinnovarsi ad ogni replica secondo il contesto e nel gioco di improvvisazione con il pubblico, con uno stile unico. Che sia in strada o in teatro, Claudio Cremonesi, azzera fin da subito le distanze col suo pubblico e coinvolge tutti, adulti e bambini, in un susseguirsi di fantasiosi numeri comici, di giocolerie inaspettate e pericolosi equilibrismi. Oggetti di uso quotidiano vengono trasformati e resi sorprendenti (una valigia da pedalare, scope danzanti, copertoni che volano…) e nel dialogo che si crea con gli spettatori incalzano riflessioni, commenti, citazioni poetiche, battute, improvvisate e gag. “Zitto, Zitto”, uno spettacolo che in realtà “parla parla”, a tutti. Un antidoto ad ogni distanziamento sociale, un pretesto per giocare insieme.
Giovedì 27 giugno ore 17.00: “Lo spazzacamino e la carota magica”, di e con Paolo Sette
Il tema principale dello spettacolo è il superamento della paura e dell’indifferenza. Si tratta, infatti, di uno spettacolo sulla ricerca del coraggio. Quel coraggio che in fondo ognuno di noi porta dentro di sé.
Si racconta la storia di uno spazzacamino, ben poco coraggioso, che le circostanze portano a confrontarsi con le proprie debolezze e paure. Nino, lo spazzacamino, vorrebbe starsene tranquillo, senza grattacapi e condurre pigramente la propria vita già abbastanza complicata, senza cercarsi altri guai.
Il destino però si mette di mezzo e Nino sarà chiamato a cercare nel profondo di sé quel coraggio che gli permetterà di vincere con l’astuzia un Re cattivo che teneva prigioniera una principessa.
Questa storia tradizionale è una farsa classica del teatro dei burattini e della tradizione, conserva sia la forte carica simbolica capace di parlare all’immaginario di ognuno di noi, sia la magica teatralità del ritmo tipica dei burattini.