Ferretti (Rozzano): “Ora Oaktree è un’incognita”. Squeri (San Donato): “A San Siro o Inter o Milan, no entrambe”
(Mi-lorenteggio.com) Milano, 28 maggio 2024 – Durante due lunghe interviste esclusive rilasciate ai microfoni di Newzgen, il programma prodotto da Alanews in onda su YouTube e Twitch, i sindaci di Rozzano e San Donato Milanese, le due ‘destinazioni’ individuate rispettivamente da Inter e Milan quali alternative alla permanenza a San Siro, hanno raccontato gli ultimi sviluppi e le incognite che si sono aggiunte alla già grande attesa per la presentazione dello studio di fattibilità da parte di WeBuild, prevista entro il prossimo 30 giugno.
Il primo a intervenire è stato Gianni Ferretti, primo cittadino del comune di Rozzano, nonché tifoso nerazzurro: “Con il cambio di proprietà lo scenario cambia, e cambia in maniera sostanziale: di fatto – ha rivelato – bisognerà capire se la nuova proprietà vorrà continuare nel percorso tracciato dalla vecchia; è un’incognita. Rimane la prelazione sull’area, che scadrà a gennaio 2025 e che immagino non sia stata solo strette di mano e pacche sulle spalle, ma anche soldini investiti; soldini che, non dovesse far valere la prelazione, normalmente (la società, ndr) perderà. Bisognerà, dunque, capire l’entità di questa cifra e che cosa WeBuild presenterà: siamo tutti curiosi del progetto che sottoporranno a Inter e Milan per convincerle a ristrutturare San Siro”. Rispondendo alle domande di Andrea Eusebio e Alessandra D’Ippolito, riguardo al cambio di proprietà il sindaco rozzanese ha ammesso di non aver mai affrontato il tema nei passati incontri con il management dei Campioni d’Italia: “Durante le interlocuzioni con l’Inter si è sempre dato per scontato che gli Zhang estinguessero il debito con Oaktree, l’argomento del cambio di proprietà non è mai stato trattato, lo abbiamo appreso tutti il 21 di maggio con stupore e meraviglia perché si credeva che il gruppo Suning quel debito potesse ripianarlo, ridiscuterlo o addirittura saldarlo attraverso un altro fondo. Si è sempre lavorato pensando si andasse avanti con Suning. Io dell’Inter non ho più sentito nessuno da quando mi avevano correttamente avvisato sul rinnovo della prelazione. Era comunque uno scenario possibile, e si è verificato. Personalmente non mi ha infastidito, certo è che la volontà della nuova proprietà è un punto di domanda: non ho la più pallida idea se vorranno accelerare sullo stadio a Rozzano o far decadere il tutto per situazioni meno onerose. Bisognerà anche capire, lo dico anche da tifoso, se vorranno mantenere lo stesso management oppure no”. “Continuiamo a pensare – ha proseguito – che sia un’opera che possa fare del bene alla nostra città, in termini di immagine, indotto, posti di lavoro e servizi: essendo un’opera sovracomunale si potrebbero poi richiedere, per esempio, un prolungamento della metropolitana e un adeguamento della viabilità. L’interesse dell’Inter è testimoniato dal rinnovo della prelazione, certo molto dipenderà dal progetto di WeBuild: la mia idea è che se dovessero garantire alle due squadre una presenza di tifosi abbastanza importante durante la ristrutturazione, costi molto più bassi rispetto alla costruzione di un nuovo impianto e l’ottenimento della parte hospitality nelle percentuali che i club si aspettano, non ci sarà spazio per nessun’altra alternativa. E’ una bella lotta, d’altronde se si sono presi fino al 30 giugno significa che anche i club sono interessati a valutare questa opzione”.
Non solo, tuttavia, l’incognita Oaktree, ma anche una variabile politica: le elezioni del prossimo 8 e 9 giugno che lo riguardano direttamente. “Mi sono ricandidato alle prossime elezioni e sono convinto che il nostro mandato verrà rinnovato – ha dichiarato Ferretti – Certo, non dovesse essere così, ci troveremmo davanti a una giunta i cui elementi già più volte hanno manifestato la loro contrarietà allo stadio, che vedono come fumo negli occhi. Ai miei concittadini e ai comitati del No che sorgono come funghi davanti all’ipotesi di grandi opere, io ricordo sempre che quella è un’area privata i cui diritti edificatori risalgono al 1993. Lo scorso anno, durante la realizzazione del PGT, si è palesata l’Inter con il progetto dello stadio; se non dovessero costruirlo, farebbe comunque fede il progetto che a suo tempo la proprietà del terreno aveva presentato, ossia quello che vede la costruzione di palazzine, uffici, strutture dedicate al terziario. L’opzione area verde non c’è mai stata, la scelta era fra due tipi di edificazione” ha concluso.
Situazione differente per San Donato Milanese, dove non vi sono prelazioni ma la proprietà dell’intera area San Francesco già detenuta al 90% dal Milan attraverso la partecipazione maggioritaria nella società Sport Life City, come ha raccontato il sindaco Francesco Squeri: “Sport Life City aveva presentato un progetto di arena approvato dalla passata amministrazione. All’inizio di maggio ho inviato le lettere per l’accordo di programma a Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato e Città Metropolitana, che presumibilmente dovrebbero rispondere manifestando la loro disponibilità: a quel punto partirà un iter previsto dalla legge della durata di circa 18 mesi in cui verranno prese in esame tutte le opere cui dover far fronte. E’ indubbio – ha ammesso Squeri – che la costruzione di uno stadio possa comportare dei disagi per i cittadini, ma questa amministrazione è impegnata affinché i benefici siano infinitamente maggiori agli svantaggi e in questo anno e mezzo cercheremo di raccontarli alla cittadinanza. Pensiamo solo alla possibilità di disporre di una vera e propria stazione ferroviaria, con banchine allargate, più rotaie, addirittura treni ad alta velocità che possano fermare a San Donato. Gli stadi moderni accolgono le persone, propongono eventi da ricordare, un po’ in stile americano, bisogna dimenticare quelli del passato. Lo stadio, se fatto in una certa maniera, può essere una grande opportunità per la città, ma tengo a ribadire che non è obbligatorio farlo a San Donato Milanese. Sicuramente, tuttavia, ci sarebbero grandi benefici, soprattutto per i giovani che avrebbero spazi in più di aggregazione e incontro. Mi sembra, invece, che al momento ci siano delle strumentalizzazioni, da parte dei No-stadio, un po’ troppo esagerate: propongono sui social foto di tifosi che si picchiano, sporcizia, bottiglie di vetro in pezzi sparsi. Ci vuole più equilibrio”.
Squeri è entrato nel merito della decisione dei club, rivelando a Newzgen la sua percezione: “Da appassionato e tifoso milanista, quindi non in veste di sindaco, sono convinto che, per restare competitive nel calcio moderno, le due squadre non giocheranno più insieme nello stesso stadio: secondo me una squadra resterà a San Siro, mentre l’altra andrà in un altro impianto, non so se a Rozzano o San Donato. E’ solo una mia sensazione, non ne ho parlato con nessuno della società, ma se è vero che WeBuild presenterà un progetto per ristrutturare l’impianto garantendo la partecipazione di parte dei tifosi e il sindaco Sala, rispetto al passato, sta allargando le opportunità di allestire attività quali musei e store nei pressi dello stadio, non è certamente una cosa da poco. Personalmente, mi sembra strano i due club possano giocare all’interno dello stesso impianto”. Il primo cittadino sandonatese ha poi spiegato le relazioni in essere con il Milan: “Come amministrazione, il nostro ufficio tecnico si è sempre interfacciato con Sport Life City; io ho incontrato il CEO Giorgio Furlani solamente una volta. Sono convinto che dialogare con Sport Life City sia corretto, una volta che il progetto dovesse passare a una fase di attuazione sicuramente il nostro ufficio interloquirà con i tecnici del club. Il fatto di non parlare direttamente con il management rossonero non sposta la lancetta delle probabilità”. Infine, viste le tante voci sul post-Pioli, una piccola rivelazione da tifoso: “Chi vorrei sulla panchina del Milan alla prima partita nel nuovo stadio? Carlo Ancelotti”.
Redazione