CONDIVISO DEI CAM CON UN’OFFERTA RINNOVATA PER LA CITTADINANZA
(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 maggio 2024 – Un nuovo modello di gestione per i Centri di Aggregazione Multifunzionale (CAM), basato sul principio dell’amministrazione condivisa.
Questo si tradurrà in un maggior protagonismo per gli Enti del Terzo Settore (ETS), che siederanno al tavolo con l’Amministrazione per definire e costruire un’offerta più aderente e idonea ai bisogni del territorio e della cittadinanza.
A Milano sono in totale trentacinque i CAM, suddivisi nei nove Municipi che fino ad oggi li gestivano tramite appalti di servizio assegnati alle realtà del Terzo settore che si candidavano. Questi spazi sono finalizzati alla partecipazione sociale e allo svolgimento di attività ricreative, culturali, formative e sportive accessibili gratuitamente a tutti e a tutte le fasce di età.
Con lo sviluppo della co-progettazione, che riguarderà le due annualità 2025 e 2026 e interesserà 26 strutture su 35 (ossia quelle candidate dai Municipi), ogni ente no-profit potrà candidarsi sia in forma singola che aggregata, fino ad un numero massimo di due ambiti territoriali (2 Municipi) e gestire insieme ai Municipi l’offerta dei CAM in maniera più flessibile e condivisa.
La delibera approvata dalla Giunta, che contiene le nuove linee di indirizzo per la ridefinizione di un modello gestionale, arriva a valle di una procedura di co-programmazione (informazioni al link) svolta nei nove Municipi tra giugno e dicembre 2023 e articolata in sessioni plenarie, che hanno visto la partecipazione oltre che della cittadinanza anche di gruppi di lavoro composti dagli ETS e dai rappresentanti municipali.
Un percorso di ascolto che ha fatto emergere punti di forza e debolezza dell’attuale sistema e che ha consentito all’Amministrazione di stilare un documento che permetterà di sperimentare progettualità di alta portata innovativa e di rafforzare la rete esistente. Per la prima volta, infatti, si va verso un’integrazione dei servizi offerti dalla città di Milano, quelli aggregativi e quelli del welfare, nell’ottica si realizzare vere e proprie case di quartiere. Un traguardo a cui si intende arrivare, quindi, attraverso l’introduzione di una serie di elementi di novità.
Per superare il problema cui spesso sono andati incontro i CAM in termini di sottoutilizzo in alcuni giorni e orari, per esempio, i Municipi nella co-progettazione con le realtà del Terzo Settore potranno valutare di integrare l’offerta di base gratuita dei Centri con corsi extra a pagamento e puntare a incrementare l’orario di apertura includendo anche orari serali o nel fine settimana. In questo modo si punterà, inoltre, a diversificare maggiormente le fasce di popolazione interessate al servizio, al fine di intercettare anche target diversi da quello anziano, attualmente prevalente, tra cui giovani, adolescenti e giovani famiglie con bambini.
L’innovazione passerà anche da un maggior investimento in termini di comunicazione, con l’obiettivo di ingaggiare un’utenza che oggi non è raggiunta. Il nuovo modello organizzativo del servizio, in più, punterà a massimizzare il potenziale degli spazi disponibili all’interno delle strutture, ma soprattutto cercherà di valorizzare anche gli spazi esterni, a cominciare da quelli verdi di pertinenza della struttura. Dovranno trovare spazio, inoltre, specifiche modalità di valorizzazione della dimensione di prossimità: in particolare la vicinanza a contesti residenziali potrà stimolare e incentivare il funzionamento del CAM come baricentro della vita sociale e spazio deputato ad accogliere e indirizzare la varietà delle esigenze connesse alla vita quotidiana.