UN ACCORDO DI COOPERAZIONE TRA LE FEDERSANITA’ DEL NORD E ANCI SALUTE LOMBARDIA

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Siglato a Milano un importante accordo fra Anci Lombardia Salute e Federsanità
Anci Friuli Venezia Giulia, Federsanità Anci Piemonte e Federsanità Anci Veneto. E’ intervenuto, da remoto, anche il Vicepresidente Vicario di Federsanità nazionale a sottolineare l’importanza dell’accordo

(mi-lorenteggio.com) Milano, 29 aprile 2024. Negli ultimi mesi, su una proposta lanciata dal presidente di Federsanità Anci Piemonte nel corso di un seminario del dicembre 2023 a Novara, i presidenti e molti componenti delle quattro associazioni si sono incrociati più volte nell’ambito di iniziative che riguardavano le innovazioni dei servizi territoriali, l’integrazione tra sociale e sanitario, l’incontro tra aziende sanitarie, amministrazioni comunali e regionali. Si è trattato di iniziative, sia a carattere regionale sia a carattere nazionale, che hanno suscitato particolare interesse per i temi generali trattati e per la relazione diretta con le tante esperienze innovative di cui sono ricchi i nostri territori.

“I nostri sistemi sanitari e sociali – ha spiegato il Presidente di Federsanità Anci Piemonte sono sottoposti a forti tensioni che trovano origine in fattori diversi e ben determinati:
il fabbisogno di finanziamento, anche considerando il rapporto tra le risorse da
dedicare rispetto al PIL, tra spesa pubblica e spesa privata su prestazioni contigue come
quelle specialistiche per esempio; il fabbisogno di personale tra imbuto formativo e
carenza di vocazioni verso le ‘professioni di relazione’; la transizione epidemiologica dei
bisogni di salute che sono ormai orientati verso forme sempre più complesse; la
richiesta di prossimità e di accompagnamento che proviene dalla comunità. L’insieme
di questi elementi porta il sistema sanitario nazionale verso uno scenario di profondo
cambiamento, poiché si sommano tra loro i fattori del finanziamento pubblico, delle
dotazioni organiche e delle complessità dei bisogni. In questo quadro agire su uno solo
dei macro-fattori non è sufficiente, perché anche un eventuale aumento improvviso del
Fondo Nazionale Sanitario rischierebbe ormai di perdere la sua potenziale efficacia
smarrendosi tra le tradizionali organizzazioni divisionali sanitarie, senza riuscire a
rispondere alle richieste che emergono dagli assistiti per una fruizione molto più
ordinata e coordinata, finalizzata alla definizione di percorsi e non meramente
prestazionale. Fondamentale quindi – conclude Picco – anche la cooperazione tra
territori contigui e con problematiche similari e/o complementarisu temi di interesse
comune quali: l’emergenza urgenza, la formazione, la separazione tra committenza ed
erogazione, la mobilità attiva o passiva, i flussi assistenziali di settori di popolazione (ad
esempio lavoratori pendolari o anziani che si trasferiscono sui laghi o nelle località
costiere del nord tipo Veneto, Friuli e, in particolare, Liguria).

“Allo stesso modo – afferma il Presidente di Federsanità Anci Veneto – adottare
modelli di assistenza sociosanitaria innovativi e integrati richiede anche un ridisegno
dei profili professionali ed un adeguamento degli standard di dotazione del personale,
in coerenza con quanto previsto dal DM77 e dalle necessità dettate dalla
implementazione delle nuove tecnologie: Necessario inoltre restituire attrattività e
prestigio sociale alle professioni sanitarie e sociali. Inoltre le proiezioni demografiche,
economiche e sociali dei prossimi venti o trenta anni rendono con evidenza una
dinamica chiara, diversa da quella in divenire al momento della fondazione del SSN, in
cui all’aumentare della complessità dei bisogni di salute si uniscono anche una
maggiore frammentazione dei nuclei familiari e consistenti disomogeneità nella
distribuzione dei redditi.
Rispetto a tali dinamiche demografiche, sociali ed economiche, per rendere sostenibile
il SSN occorre concretamente realizzare una strutturata integrazione sociosanitaria,
evidenziando le migliori esperienze dei vari contesti territoriali, come da qualche anno
sta facendo l’Osservatorio delle buone pratiche di Integrazione Socio Sanitaria
promosso da Federsanità, Anci e Agenas”.

Nel 2018 ISTAT ha presentato ‘il futuro demografico del paese’, uno studio che
rappresenta senza reticenze quel quadro articolato e multiforme di dinamiche che
chiamiamo sinteticamente inverno demografico, in cui si sommano i processi di
invecchiamento della popolazione con i processi di denatalità A contribuire alla crescita
della popolazione anziana concorrerà soprattutto il transito delle generazioni degli
anni del babyboom tra le età adulte e senili. Nei prossimi trent’anni la popolazione di
15-64 anni scenderebbe dal 63,6% (37,7 milioni) al 53,4% (28,9 milioni) in base allo
scenario mediano, con una forchetta potenziale compresa tra il 52% e il 54,8%. Si
prospetta un quadro evolutivo con potenziali effetti sul mercato del lavoro, sulla
programmazione economica, sul mantenimento del livello di welfare necessario al
Paese.

Sull’argomento interviene il Presidente di Federsanità Anci FVG: “Il calo delle famiglie
con nuclei deriva dalle conseguenze di lungo periodo delle dinamiche
sociodemografiche in atto in Italia: l’invecchiamento della popolazione, con l’aumento
della speranza di vita, genera infatti un maggior numero di persone sole; il prolungato
calo della natalità incrementa le persone senza figli, mentre l’aumento dell’instabilità
coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina
un numero crescente di individui e genitori soli.” Napoli vanta una trentennale
esperienza nel mondo dell Rsa che sono state definite nel Forum delle Residenze per
anziani: “Oggi i bisogni complessi richiedono integrazione istituzionale, gestionale e
professionale degli interventi, allargando l’estensione e la strutturazione dell’area
dell’integrazione socio-sanitaria.
Entro questo contesto le Aziende sanitarie, il sistema degli Enti locali e la variegata Rete
dei servizi sono chiamati, anche dall’evoluzione normativa, a promuovere e realizzare
processi di integrazione sempre più stretti delle politiche, delle competenze e degli
interventi per rispondere alla complessità dei bisogni, in modo adeguato, appropriato e
tempestivo.
Le nostre comunità presentano molti attori (oltre a quelli privilegiati dei Comuni e delle
Aziende Sanitarie e Ospedaliere), in particolare modo le IPAB, le ASP, le fondazioni: in
ultima analisi un variegato insieme di soggetti pubblici e non profit che gestiscono
servizi residenziali protetti, semiresidenziali e domiciliari a favore della fascia di
popolazione anziana delle nostre comunità locali, che già oggi, viste le dinamiche
demografiche, si presenta come il principale e più diffuso fronte di complessità dei paesi
occidentali. Pertanto per crescere e rafforzarci ulteriormente, per noi, è fondamentale
ampliare la prospettiva della partecipazione ad altri soggetti, che sui territori sono, da
molti anni, impegnate a supportare il percorso dei Sistemi di Salute regionali.
E’ necessario – conclude il Presidente di Federsanità FVG – attivare un urgente dialogo
con questi protagonisti del tessuto socio sanitario dei nostri territori. Spesso molti di
loro non trovano rappresentazione tecnico/politica alle loro necessità. Le RSA per
anziani non autosufficienti, dopo l’emergenza covid, in cui si sono trovate loro malgrado
in prima fila, sono state investite da una campagna mediatica devastante e da una
rappresentazione politica ingenerosa e inadeguata; oggi sono migliaia le RSA pubbliche
in cerca di una “casa”, in cui trovare rappresentazione alle proprie esigenze. In questa
prospettiva è fondamentale attivare un Forum delle RSA, nell’ambito delle azioni
strategiche della Confederazione Nazionale di Federsanità.”

“Per questo motivo – sottolinea il Presidente di Anci Salute Lombardia – l’evoluzione
della complessità dei bisogni di salute esige l’unione in un unico sistema integrato di
quattro dimensioni ora separate come la cura, l’assistenza, la tutela e il supporto, da
organizzare in modo unitario verso le singole persone, le famiglie, le comunità. Le
condizioni reali in cui si dipanerà (si sta già dipanando) questa evoluzione dei bisogni,
sono date dalle dinamiche rappresentate sinteticamente dal cosiddetto inverno
demografico; in mezzo (tra complessità e inverno) stanno i nostri attuali sistemi
sanitari e sociali stretti nel triangolo incoerente composto dalle risorse, dalle dotazioni
e dalla trasformazione. Una necessaria, indispensabile, inevitabile, trasformazione dei
nostri attuali sistemi sanitari e sociali, attualmente divisi tra loro e costruiti su silos
organizzativi di tipo sostanzialmente prestazionale, che occorre far evolvere per
cercare un nuovo fuoco organizzativo in risposta alle mutazioni in corso attraverso
percorsi di integrazione istituzionale, professionale, programmatoria, gestionale e di
comunità.

È proprio il cambiamento il tema su cui le nostre organizzazioni – proseguono i quattro
presidenti – , nel rispetto delle peculiari identità di ciascuna di esse, vogliono impegnarsi
per condividere letture, approcci, soluzioni, costruzioni utili al reale futuro da
affrontare. La tematizzazione del cambiamento, la governance del cambiamento, il
management del cambiamento, tre dimensioni decisive per il futuro che non possiamo
più solo evocare ma su cui occorre impegnare le nostre migliori risorse.”

Nel testo dell’accordo sono indicate le aree di cooperazione
Il PNRR e le riforme legate alle Missioni 5 e 6 ci forniscono un primo quadro di
riferimento generale, le realizzazioni che in ogni ambito regionale, aziendale e locale
stiamo perseguendo con tutte le nostre forze ci forniscono il campo di lavoro comune.
Su questo campo, quindi, le quattro associazioni si impegnano a condividere gli sforzi e
le realizzazioni seguendo le tre tracce principali di azione: sulla tematizzazione del
cambiamento attraverso percorsi di approfondimento specifici, in grado di far
emergere i tratti profondi delle complessità da affrontare; sulla governance del
cambiamento attraverso iniziative che mettono in relazione tra loro le istituzioni
regionali e locali, le direzioni e le strutture aziendali, le professionalità e gli ordini, le
organizzazioni del lavoro, le organizzazioni del terzo settore e della cittadinanza attiva
(laboratori territoriali); sul management del cambiamento in cui insieme si deve
riuscire a raccogliere tutte le innumerevoli esperienze operative in atto per ricomporre
metodi, strumenti e azioni di larga portata ed efficacia, capaci di incidere sulle vere
dimensioni di organizzazione, di processo e di servizio da affrontare (integrazione e
trasformazione). Infine, il ruolo dell’integrazione come vettore di evoluzione
generale dei sistemi, uno dei vettori ovviamente, non l’unico. Tuttavia l’integrazione
verticale tra l’articolazione multilivello dei poteri di governo e amministrazione e
gestione (statale, regionale, aziendale, locale), unita all’integrazione orizzontale tra le
diverse organizzazioni divisionali, tra organizzazioni pubbliche e private, tra
organizzazioni del terzo settore e della cittadinanza attiva; possono costituire i due
assi principali su cui organizzate l’evoluzione verso un nuovo sistema integrato
territoriale.

“L’Accordo di Cooperazione” – concludono i presidenti -, sottoscritto questa
mattina delle Federazioni firmatarie, sarà sopposto alla approvazione dei rispettivi
organi statutari ed avrà durata triennale e potrà essere esteso ad altre Federazioni che
ne facessero richiesta.”
All’incontro ha partecipato in collegamento da remoto portando i suoi saluti, il
Vicepresidente Vicario di Federsanità Nazionale, che ha voluto evidenziare
l’importanza della cooperazione tra le Federazioni e l’Associazione Anci Salute “Questi
accordi – ha detto – arricchiscono la Federazione nazionale anche per l’importanza che
la Regione Lombardia riveste nelle strategie e nello scacchiere della servizio sanitario.
E’ significativo che questi accordi siano funzionali per portare pratiche positive anche
nelle altre Federazioni e sviluppare esperienze e progettualità in ambito socio
sanitario. Vedo questo come una base per altre future collaborazioni anche con Anci
Salute”.

Redazione

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