L’Arcivescovo Delpini ha aperto il Triduo Pasquale con la Lavanda dei piedi e la Messa in Coena Domini

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«GESÙ CI RIVELA CHE DIO VUOLE SALVARE TUTTI
E NON SI SOTTRAE ALLA VIOLENZA DI COLORO CHE VOGLIONO DECIDERE CHI SI DEVE SALVARE E CHI DEVE ESSERE CONDANNATO»

(Mi-lorenteggio.com) Milano, 28 marzo 2024 – È da poco terminata nel Duomo di Milano la Messa in Coena Domini, celebrazione che apre il Triduo Pasquale, presieduta dall’Arcivescovo, mons. Mario Delpini.

La Messa è stata preceduta dal Rito della Lavanda dei piedi, che quest’anno ha coinvolto dodici membri dei Consigli Pastorali delle parrocchie e comunità pastorali di Milano: un gesto di ringraziamento per chi ha vissuto con spirito di servizio un cammino ormai prossimo alla scadenza, e, allo stesso tempo, un invito a tutti nel rendersi disponibili in vista del rinnovo dei Consigli che avverrà il prossimo 26 maggio.

Nell’omelia della celebrazione eucaristica l’Arcivescovo ha fatto riferimento al “male oscuro” che oggi sembra così diffuso nella società e di cui si trova traccia anche nelle letture della Messa del Giovedì santo: «Lo si chiama con molti nomi – ha spiegato -: tristezza, malumore, depressione, malavoglia, tormento interiore, malinconia» e «la testimonianza evangelica attesta che Gesù stesso ha vissuto la tristezza fino all’angoscia, è disceso fino agli inferi dell’abisso minaccioso che il male oscuro scava in ciascuno».

«Il male oscuro – ha spiegato mons. Delpini – insidia quindi tutti. E non è possibile evitare la domanda: che fare? Se ne può uscire?». La risposta si trova seguendo l’esempio di Gesù che «decide di amare sino alla fine perché questa è la verità di Dio e della sua missione: quella di rivelare che Dio vuole salvare tutti. E per dare testimonianza di questa verità non si sottrae alla violenza di coloro che vogliono decidere chi si deve salvare e chi deve essere condannato»

«I discepoli – ha concluso l’Arcivescovo – non sono esonerati dalle prove della vita. La fede in Gesù non mette al sicuro dal male oscuro che insidia ogni situazione e ogni persona. Ma i discepoli riconoscono che anche lì è presente il Signore e perciò vegliano in preghiera e, con la forza che viene da Dio, decidono di perseverare fino alla fine».

Redazione

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