«SPESSO CI RASSEGNIAMO AL DISASTRO ASSURDO DELLA GUERRA. VI SUPPLICO: PREGHIAMO PER LA PACE, COSTRUIAMO LA PACE, COMPIAMO OPERE DI PACE»
DURANTE LA CELEBRAZIONE FIRMATO IL DECRETO CHE PROMULGA LA NUOVA EDIZIONE DEL MESSALE AMBROSIANO
AI PRESENTI DISTRIBUITA UNA LETTERA SUL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE SCRITTA DAI SACERDOTI CHE CONFESSANO IN DUOMO
(Mi-lorenteggio.com) Milano, 28 marzo 2024 – Si è conclusa poco fa in Duomo la Messa Crismale presieduta dall’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, in cui tradizionalmente i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale e durante la quale vengono benedetti gli oli santi del Crisma, poi consegnati ai decani per essere portati nelle parrocchie, nelle cappelle ospedaliere e nelle altre cappellanie della Diocesi.
Rivolgendosi a preti e diaconi ambrosiani, nell’omelia l’Arcivescovo si è soffermato sui «segni delle cadute» e sui sentimenti di «amarezza, delusione, risentimento» che percepisce nel clero: «È bene che non vestiamo la maschera di una serenità imperturbabile o di un ottimismo per principio – ha detto -. Noi ci raduniamo perché abbiamo molto di cui ringraziare, ma anche molto da confessare, molto da guarire».
E ha proseguito: «Noi non possiamo essere salvati se non da Gesù, dalla comunione con lui. Il fondamento del sacerdozio e del diaconato non è il culto, non è un progetto pastorale, non è un servizio da rendere, ma solo Gesù», concludendo: «Spesso di fronte alla frantumazione della convivenza umana ci sentiamo scoraggiati, non osiamo più sperare la pace, ci rassegniamo al disastro assurdo della guerra. Siamo chiamati a credere che se anche siamo “non popolo” possiamo diventare “popolo di Dio”. La Chiesa dalle genti è posta come profezia dentro la storia umana per dire di una riconciliazione possibile. Vi supplico: preghiamo per la pace, costruiamo la pace, compiamo opere di pace»
Al termine della Messa mons. Delpini ha firmato il decreto per la promulgazione della seconda edizione del Messale ambrosiano: «È solo uno strumento – ha spiegato l’Arcivescovo -, ma è uno strumento prezioso per pregare insieme, per pregare ogni giorno, per lasciarci conformare alla preghiera di Gesù».
La prima edizione – riformata a norma dei decreti del Concilio Vaticano II – risale al 1976 durante l’episcopato del cardinale Giovanni Colombo, mentre l’ultimo aggiornamento è del 1990 (arcivescovo il cardinale Carlo Maria Martini). In questa nuova edizione il Messale, che comprende 300 pagine in più rispetto alla precedente versione e ha un layout grafico più moderno, recepisce la nuova scansione dell’anno liturgico introdotta nel 2008 con il Lezionario ambrosiano. Inoltre aggiorna, secondo il nuovo calendario liturgico, il Proprio dei Santi, fermo alla fine degli anni Ottanta.
Il Messale integra poi i cambiamenti intervenuti nel Rito della Messa a partire dall’Avvento 2020, finora riportati in un sussidio a parte. In particolare, contiene la revisione della traduzione delle Preghiere eucaristiche, del “Gloria” e del “Padre Nostro”, con l’aggiunta delle quattro forme della Preghiera eucaristica per le Messe per varie necessità. Del Rito della Messa è stata rivista e incrementata anche la parte musicale. Infine, una particolare attenzione è stata posta alla revisione delle Messe dei defunti, per esprimere meglio l’annuncio cristiano sulla morte e sulla vita eterna. Questa nuova edizione del Messale ambrosiano entrerà in vigore con la prima domenica di Avvento, il 17 novembre 2024.
Nel corso della celebrazione è stata anche distribuita ai presbiteri una lettera sul ministero della Penitenza sacramentale scritta dai sacerdoti della Penitenzieria del Duomo. La lettera ha una breve introduzione dell’Arcivescovo intitolata “Il sacramento perduto”.
Oggi pomeriggio con la Lavanda dei piedi e la Messa in Coena Domini – in Duomo celebrate alle 17.30, presiedute da mons. Delpini -, la Chiesa entrerà nel cuore del Triduo pasquale.
Redazione