(mi-lorenteggio.com) Livigno, 4 marzo 2024 – A meno 700 giorni alle Olimpiadi Invernali del 2026, la ski area del Mottolino procede con i suoi lavori a ritmi incalzanti. Dopo aver inaugurato in tempo record l’headquarter, prima struttura privata realizzata in previsione dei Giochi, ora tocca allo snowpark. Tutto in perfetto orario e come da programma per inaugurare, nel 2025, il palcoscenico che accoglierà le gare di half pipe, slopestyle, big air, snowboard cross, ski cross e parallel giant slalom. In sintesi: le discipline più scenografiche del programma olimpico. Un salto di 30 anni: dai badili alle Olimpiadi Se Mottolino è “sul pezzo” è grazie alla sua storia. In soli 30 anni ha compiuto un balzo unico nel panorama italiano, sempre in tandem con il movimento del freestyle, che ha “adottato” in tempi non sospetti. Quando, nei primi anni ’90, non era certo scontato associare la propria immagine agli snowboarder, (diciamocelo) universalmente detestati dagli sciatori. Rovinavano le piste – si diceva – piegavano i paletti utilizzandoli come ostacoli, imperversavano ovunque portando disordine e uno stile mai visto prima. La soluzione di Mottolino? Controcorrente, perfino controintuitiva. Abbracciare con entusiasmo la nuova tendenza. Primo passo: affidare allo snowboarder livignasco Lele Della Fonte l’incarico di realizzare un half pipe e un salto a valle degli impianti. Si forma un gruppo di amici che includeva Walter Rodigari e Kikko Ciapponi, promesse di questo sport in rapida ascesa. Poca gloria e tanto olio di gomito, badili e “ferri” per il fieno utilizzati per sagomare e appiattire la neve. Ma tra gli appassionati inizia a circolare il nome di Mottolino, isola di libertà in un mare di divieti. E così nasce il primo vero snowpark d’Italia, che viene trasferito a Trepalle, dove c’era più neve e tanto spazio libero. Basta sgomitare con gli sciatori: gli adepti della tavola, ma anche dello sci freestyle, hanno trovato la loro casa. Della Fonte e l’amico Paolo Silvestri fondano la 1816 White Snowboard Association, che per 10 anni ha gestito lo snowpark. E finalmente un vero team di shaper modella la neve con le “pipe machine”. Sembra di essere negli Usa, o in Canada, punto di riferimento di questa nuova realtà. Ciò che accade dopo è il più classico degli effetti valanga. Arrivano i riflettori, le collaborazioni, le partnership con i principali brand e volti legati a questo mondo. Escono i primi articoli sulla stampa specializzata. Parola d’ordine: “venite a vedere cosa succede qui”. Nasce un nuovo sport di massa, ma anche un’estetica. Un linguaggio che sancirà l’ingresso di Mottolino tra le località più cool a livello globale per più di una generazione di rider. Al punto che questo angolo di Livigno è diventato la sede dei maggiori circuiti e sfide: nomi che fanno sognare, come Hit the Gap, Burton European Open, Burn River Jump, World Rookie Fest, Coppa Europa e Audi Nine (già Nine Knights). La docu-serie: gli anni folli dello snowpark visti da Ian Rocca |