Per il secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il Presidente Giorgia Meloni è a Kiev

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(mi-lorenteggio.com) Kiev, 24 febbraio 2024 – Per il secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il Presidente Giorgia Meloni è a Kiev dove, alle ore 16, presiederà una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7. Questa mattina, il Presidente Meloni ha partecipato, insieme al Presidente della Commissione europea von der Leyen, al Primo Ministro del Belgio e Presidente di turno del Consiglio dell’Ue De Croo e al Primo Ministro del Canada Trudeau, alla cerimonia di consegna di onorificenze ai difensori dell’aeroporto di Hostomel alla presenza del Presidente ucraino Zelensky.

Secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina, l’intervento del Presidente Meloni all’aeroporto di Hostomel

A seguire, la traduzione di cortesia

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There are heroic gestures by few men that change the course of history.
One of them took place here, on the 24th of February two years ago.

Here, where the heroic resistance of the Ukrainian people started.

Here, where Putin’s plan to overthrow the democratically elected government in few days and replace it with a puppet government, which would respond to his instructions, failed.

This place is a symbol of Moscow’s failure.

This place is a symbol of Ukrainian pride.

In this place we breathe history, and history reminds us that there is something stronger than missiles, bombs, hunger or cold. And that something is love for the Homeland, love for freedom, and the will to ensure a future of prosperity and well-being for one’s children.

A verse of the Ukrainian national anthem says: “We will give our bodies and souls for our freedom.” It happened here, on this runway, among what remains of the world’s largest aircraft, it happened here that brave and proud Ukrainians gave their bodies and their souls for their freedom and their Nation, igniting that hope that has given soul and body in these two years’ resistance.

Everything around us reminds us of what happened in this decisive battle. And what remains on the ground turns this place into a hymn to freedom. 

And here we are today to say thanks to those men and women who, on the 24th of February two years ago, did not run away and instead fought, for themselves, for their families, for what they hold most dear.

Europe, the West, are here to celebrate an act of love because here the Ukrainians defended what they loved and, in so doing, they also defended us. They fought to give us the chance to be here today, to say that this land is a piece of our home, and that we will do our part to defend it.

Since that battle, 730 days have now passed. For 730 days, Ukrainians have been reminding us what it means to believe in one’s freedom and one’s nation. For 730 days Ukrainians have been explaining to us that surviving does not necessarily mean living. For 730 days Ukrainians have been showing the world that no help can be enough if, upstream, there is not someone determined to fight.

This place tells us all this, here where the first page was written to return a future of freedom to Ukraine.
Thank you.

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Ci sono gesti eroici di pochi uomini che cambiano il corso della storia. 
Uno di questi si è consumato qui, il 24 febbraio di due anni fa. 

Qui, dove è iniziata l’eroica resistenza del popolo ucraino. 

Qui, dove è fallito il piano di Putin di rovesciare in pochi giorni il governo democraticamente eletto per sostituirlo con un governo fantoccio, che rispondesse alle sue indicazioni. 

Questo luogo è un simbolo del fallimento di Mosca.

Questo luogo è un simbolo dell’orgoglio ucraino.

In questo luogo si respira la storia, e la storia ci ricorda che c’è qualcosa di più forte dei missili, delle bombe, della fame o del freddo. E quel qualcosa è l’amor di Patria, l’amore per la libertà e la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità e benessere. 

Una strofa dell’inno nazionale ucraino recita: “Daremo anima e corpo per la nostra libertà”. E’ accaduto qui, su questa pista, tra ciò che resta dell’aereo più grande del mondo, è accaduto qui che ucraini coraggiosi e orgogliosi dessero anima e corpo per la loro libertà e la loro Nazione, accendendo quella speranza che ha dato anima e corpo in questi due anni di resistenza. 

Tutto ciò che ci circonda ci ricorda quello che è accaduto in quella battaglia decisiva. E ciò che rimane sul terreno trasforma questo luogo in un inno alla libertà.
E oggi siamo qui per dire grazie a quegli uomini e donne che il 24 febbraio di due anni fa non sono scappati, e invece hanno combattuto, per loro stessi, per le loro famiglie, per ciò che hanno di più caro.

L’Europa, l’Occidente, sono qui per celebrare un atto d’amore, perché qui gli ucraini hanno difeso ciò che amavano e, così facendo, hanno difeso anche noi. Hanno combattuto per darci la possibilità di essere qui oggi, per dire che questa terra è un pezzo della nostra casa e che faremo la nostra parte per difenderla.

Da quella battaglia sono passati 730 giorni. Sono 730 giorni che gli ucraini ci ricordano cosa significhi credere nella propria libertà e nella propria Nazione. Sono 730 giorni che gli ucraini ci spiegano che sopravvivere non vuol dire necessariamente vivere. Sono 730 giorni che gli ucraini dimostrano al mondo come nessuno aiuto possa essere sufficiente se, a monte, non c’è qualcuno determinato a battersi. 

Questo luogo ci racconta tutto questo, qui dove è stata scritta la prima pagina per restituire all’Ucraina un futuro di libertà. 
Grazie.
 

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