(mi-lorenteggio.com) Rho, 21 gennaio 2024 – Circa seicento persone hanno partecipato nel pomeriggio del 20 gennaio 2024 alla fiaccolata per la pace organizzata da Comune di Rho, Associazione Multiculturale Oasi, Consiglio Migranti Rho, Lega culturale islamica italo araba e Pastorale Migranti della zona IV della Diocesi di Milano. Presenti Sindaci e rappresentanti dei 17 comuni che hanno aderito: Arluno, Arese, Baranzate, Bollate, Cesate, Cornaredo, Garbagnate, Lainate, Novate Milanese, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Senago, Settimo Milanese, Solaro, Vanzago.
Il corteo, aperto da studenti dell’Istituto tecnico Mattei con i loro striscioni, ha coinvolto diverse realtà, tra cui la Lega culturale islamica italo araba e gruppi di altri Comuni, da Saronno al Magentino.
Tema della Giornata è stato “Senza accoglienza non può esserci pace”. Dopo avere ascoltato testimonianze su alcune esperienze di accoglienza in Auditorium, la fiaccolata è partita da via Meda per raggiungere poi, passando dalle vie Garibaldi, Dante e Matteotti, piazza San Vittore. Davanti al Tourist Infopoint, l’intervento di don Fabio Verga, alla guida del Decanato di Rho, che ha ricordato il pensiero sulla pace di don Tonino Bello, e quello del Sindaco Andrea Orlandi.
“Non riesco a vedere fino in fondo i video sulle atrocità del conflitto israelo-palestinese – ha detto Orlandi – Non riesco a vedere i video di bambini soli, impauriti, che portano sulla loro pelle i segni di esplosioni avvenute vicino a loro. Non riesco a vedere un video in cui una mamma che scappa con in braccio il suo bambino viene colpita da un cecchino e cade senza vita: il bimbo non capisce cosa succede o forse lo capisce troppo bene e la sua vita non sarà mai come prima. Non riesco a vedere le violenze sulle donne, private nel più profondo della loro dignità. Non riesco a vedere uomini esultare per avere ucciso altri uomini o saccheggiare spazi e memoria di altri popoli. No, non riesco! Mi nasce dentro una inquietudine forte. Come saranno le vite delle persone che hanno subito violenze inaudite? Quanto odio susciteranno questi eventi? Quanto odio coverà quel bimbo cui hanno ucciso la mamma in mezzo a una strada di una città distrutta? E le donne violate e maltrattate come vivranno? E gli uomini che hanno ucciso non saranno presi da un risveglio delle loro coscienze?”.
Tante domande senza risposta ma il bisogno di continuare a interrogarsi: “Negli incontri che vivo da Sindaco incontro bambini e giovani carichi di sogni; adulti che creano famiglie e relazioni forti; anziani che raccontando la loro storia regalano sempre speranze di futuro. Sono i sogni a farci muovere dei passi, ma la condizione per realizzarli è vivere in una società di pace. La pace è una responsabilità di ciascuno. Pace, come dice il presidente Mattarella, è “vivere bene insieme, rispettandoci, riconoscendo i diritti dell’altro, consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà”. Questo sia il nostro impegno, l’impegno di ciascuno di noi: siamo chiamati a promuovere e a diffondere il valore della pace nelle nostre comunità. Come diceva il cardinal Martini “non ci sarà pace nel mondo finché non regnerà in Palestina e Israele una piena pace”. Sforzarsi di trovare pace in quella terra avrà ripercussioni su tutto il pianeta. Ciascuno faccia la sua piccola parte”.
Terminata la fiaccolata, molti sono tornati all’Auditorium di via Meda per un “apericena dal mondo”, con piatti etnici di vari Paesi, datteri e the. Nell’atrio dell’Auditorium nell’arco dell’intera giornata era allestita la mostra “Qualcosa, là fuori” a cura di RESQ. Un viaggio nel nostro tempo tra cambiamento climatico, guerra, migrazioni e povertà.
La giornata è terminata con la sala rossa colma di persone giunte ad assistere al concerto per la pace aperto dalla Schola Cantorum del Santuario e intervallato da letture di brani su pace e accoglienza. Molti i bambini protagonisti, tra cui dieci bimbe della comunità islamica. Tanti applausi e grande partecipazione, segno di una comunità che vuole essere unita nel segno del rispetto reciproco.