PREMIO ITIS PALEOCAPA
Dove l’uomo non è più sovrano, Paolo Rossi e Nicola Rebora
Un mix bilanciato di ottime immagini, grafica curata, belle inquadrature e un tema per nulla scontato: la natura che si riprende il territorio occupato dall’uomo e ristabilisce il suo ordine. Un film che centra a pieno i temi del festival delle foreste con un racconto originale, inquadrature artistiche e una colonna sonora inedita capace di sottolineare le riprese e il mondo della natura. Le inquadrature hanno permesso di far vivere il bosco da vicino, hanno aiutato ad osservare gli animali svolgere le loro quotidiane attività indisturbati dalla presenza dell’uomo. Non solo, la descrizione del bosco come un caos fa aprire gli occhi su ciò che effettivamente è un disordine causato dall’uomo e cosa, invece, un disordine, a suo modo, ordinato della natura. Le inquadrature degli interni, studiate come dei dipinti di natura morta sono incredibili. Le voci dei narratori rassicuranti, calme, capaci di trasmettere sapienza, amore e ammirazione per il bosco e il territorio che ben conoscono, permettono di percepire la profonda conoscenza di ciò di cui parlano, come se stessero descrivendo casa loro a un estraneo. Il film rende pienamente la potenza del Genius loci di quei territori.
PREMIO UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Il seme del futuro, Francesca Frigo
Fin dal titolo, ‘Il seme del futuro’ risulta una produzione ben fatta e incisiva riguardo al tema raccontato, che è quello di un ricercatore che pensa ad un futuro possibile di armonia tra umanità e natura; il solo modo per andare avanti, verso una nuova abitabilità della Terra. Il film è pertinente col tema del Festival, dinamico e coinvolgente per lo spettatore, unisce la profondità umana e la bellezza dei paesaggi al rigore scientifico, che si esprime con le interviste realizzate direttamente sul luogo e con le lezioni universitarie tenute dal protagonista.
Egli cerca in questo modo di trasmettere ai giovani il suo amore per il territorio e la passione per la ricerca e per la tecnologia virtuosa, non usata per distruggere, bensì ripensata come strumento prezioso per comprenderla e averne cura. Questo canale di comunicazione tra gli studenti e il ricercatore è ciò che ha colpito maggiormente tutti noi giurati: non si limita alla contemplazione della natura, ma offre uno spunto di riflessione e d’azione molto interessante e ben articolato. “Il seme del futuro” trasmette speranza, una speranza che va alimentata con la conoscenza e la sensibilità, affinché tutti noi possiamo guardare ad un futuro migliore.
MENZIONE SPECIALE
Il bosco che non c’era, Giovanni Pellegrini
Abbiamo assistito nel corso del precedente millennio alla conquista delle aree coltivabili a scapito dei boschi planiziali. L’opera dei monaci nel Medioevo è nei libri di storia. Questo film, che vuole essere un esempio per pratiche da attuarsi nel futuro, illustra esattamente il contrario, ossia la messa a dimora di migliaia di alberi in un terreno agricolo per ripristinare con metodi scientifici un bosco planiziale, oggi come oggi preziosissimo per abbattere la CO2 in forte crescita a causa del mutamento del clima.
FILM VINCITORE
Il seme del futuro, Francesca Frigo
Un film di grande attualità che accompagna lo spettatore in alta montagna per osservare come il cambiamento climatico stia incidendo pesantemente sul paesaggio e sulla vegetazione. La presenza di un ricercatore come Michele Freppaz che illustra sul campo come la montagna e i boschi stiano cambiando dà ulteriore valore all’opera.
CONCORSO FOTOGRAFICO “FOLIAGE”
Lake shore, Vittorio ricci
La fotografia raffigura il foliage sulle Montagne Rocciose Canadesi e i colori spettacolari che la natura offre in questo periodo dell’anno. La giuria è colpita dalla linearità quasi perfetta della disposizione delle piante che sembra si appoggino al lago.