Presentato l’itinerario che fonde storia, cultura, spiritualità ed enogastronomia e che rilancia l’idea di turismo sostenibile e di prossimità
(mi-lorenteggio.com) Milano, 19 maggio 2023. Alla scoperta del Cammino di San Colombano con la Città metropolitana di Milano. Venerdì 19 maggio si è tenuta, infatti, a Palazzo Isimbardi la presentazione dell’affascinante itinerario che, partendo dall’Irlanda del Nord, attraversa l’Europa e l’intera area della Lombardia orientale, fino a Bobbio, sede dell’abbazia fondata all’inizio del VII secolo dall’abate irlandese San Colombano.
A fare gli onori di casa il vicesindaco metropolitano Francesco Vassallo; presenti l’europarlamentare Patrizia Toia e Mauro Steffenini, presidente dell’Associazione Amici San Colombano.
Un percorso affascinante, che rientra nella Rete dei Cammini metropolitani, e che rimanda alla storia di San Colombano, il quale salpò dalle coste dell’Irlanda del Nord con un gruppo di discepoli e per oltre 30 anni viaggiò attraverso l’Europa fondando comunità e monasteri, l’ultimo nel 615 a Bobbio. Con il discepolo Gallo, promosse il primo grande movimento monastico d’Europa, favorendo l’alfabetizzazione e l’istruzione. Fu, inoltre, il primo a scrivere di Europa intesa come entità unica e unita da comuni radici cristiane.
L’itinerario italiano parte da Chiavenna, costeggia il lato orientale del lago di Como e prosegue fino a Lecco. Da qui il Cammino segue il corso del fiume Adda, passando per Trezzo, Vaprio e Cassano d’Adda nell’area del milanese in cui Leonardo da Vinci trascorse molto tempo intento nei suoi studi. A Cassano d’Adda oltre allo storico Castello Visconteo e la settecentesca Villa Borromeo, si trova l’antica Chiesa di San Colomban, eretta su un tempio più antico, che la tradizione vorrebbe fondato dallo stesso santo attorno al 612. A Cassano si abbandona l’Adda per seguire il Naviglio della Martesana in direzione Milano. Nel capoluogo, la Basilica di Sant’Eustorgio rappresenta una delle tappe più importanti del santo. Il Cammino prosegue verso la periferia sud della città, arrivando all’Abbazia di Chiaravalle lungo lo stesso itinerario del Cammino dei Monaci. Il Cammino giunge quindi all’Abbazia di Viboldone, nel territorio del comune di San Giuliano Milanese, quindi a Melegnano. Superato San Zenone al Lambro, entrando nella provincia di Lodi, il Cammino abbandona il territorio di Città metropolitana di Milano per ritornarvi a San Colombano al Lambro, quindi procede verso Bobbio. Lungo la strada s’incontrano abbazie, monasteri, castelli, arte e natura.
Il Cammino di San Colombano è uno degli itinerari turistici pregni di spiritualità dove il turista, il pellegrino e il viandante si fondono in un unicum. Arte, natura, gastronomia, fede e cultura sono protagoniste, in un’ottica di turismo sostenibile e di prossimità che s’incentra sulla valorizzazione del territorio e del rapporto tra capoluogo e area metropolitana. Dal mese di marzo, rientra nel catalogo dei cammini religiosi italiani del Ministero del turismo.
“L’accresciuta fruibilità ecoturistica del territorio legata ai parchi urbani e regionali, alle ciclo-vie e agli itinerari storico-religiosi, costituisce per il vasto territorio della Città metropolitana di Milano la strategia futura per generare un indotto produttivo e turistico a basso impatto ambientale che ha una ricaduta positiva sull’economia del territorio e sul suo sviluppo sostenibile – afferma il vicesindaco metropolitano Francesco Vassallo – Il Cammino di San Colombano è uno dei cammini storico-religiosi più importanti, un itinerario europeo che attraversa il territorio metropolitano che contribuisce, con la sua storia, ad alimentare la Rete dei Cammini Metropolitani e l’auspicio è che possa essere presto annoverato nella rete dei Cammini europei, attraendo un pubblico differenziato, sia di prossimità, sia proveniente da tutta Europa. Attraverso il turismo di prossimità ed il turismo esperienziale il viandante conosce il valore di veri e propri “gioielli” che incontra lungo i cammini metropolitani, luoghi arricchiti da incantevoli dettagli, riscoprendo quanto essi siano vitali, ricchi di relazioni, progettualità, memoria”.
V.A.