(mi-lorenteggio.com) Mantova, 26 agosto 2022 – Alle ore 18.05 di ieri, il Comando Stazione dell’Arma dei Carabinieri di Borgo Virgilio segnalava alla locale Centrale Operativa della Questura gli intenti suicidi palesati da una donna di circa 50 anni in forte stato depressivo dovuto a difficili condizioni familiari che già nel 2014 l’avevano portata ad un comportamento analogo.
Verso le ore 17.15 la sorella della donna unitamente al proprio compagno rinvenivano alcuni manoscritti recitanti scuse, ringraziamenti ed addii indirizzati, quali ultime dichiarazioni, proprio ai familiari più stretti. Immediatamente la coppia allertava i Carabinieri dell’accaduto i quali richiedevano l’ausilio anche alle pattuglie della Questura che repentinamente venivano inviate in zona.
L’attenzione delle pattuglie operanti si concentrava sulle principali aree ove la donna avrebbe potuto realizzare i propri intenti.
In Primo luogo utilizzando l’ultima posizione rintracciata mediante l’aggancio della cella telefonica la volante si recava in alcuni luoghi solitamente frequentati dalla donna ma tale controllo dava esito negativo.
Tuttavia essendo passato poco tempo dal rintraccio della cella telefonica e considerando che la donna si muovesse a piedi, venivano presi in considerazione i più prossimi luoghi che generalmente si prestano al compimento di atti autolesivi quali la vicina zona ferrata e gli ancor più prossimi argini del Po a Boccadiganda.
Imboccata la via che costeggia il citato fiume e percorso circa un chilometro, dopo aver effettuando ripetuti controlli appiedati per scorgere al di là della vegetazione, in lontananza gli Agenti della volante “TE Tango” scorgevano una sagoma di una donna corrispondente alla descrizione della persona ricercare; la stessa era intenta a camminare a passo svelto tra la boscaglia composta da alti fusti presente tra l’argine percorso ed il letto del fiume.
Raggiunta la persona senza destare in essa alcun tipo di allarme gli operatori tentavano di entrare in contatto verbale con ella che, in forte stato di agitazione tentava di depistare il simulato controllo di polizia.
Gli Agenti intraprendevano un colloquio durante il quale la donna rappresentava la sua volontà di voler solamente “fare una passeggiata”; ma notavano tra le mani della stessa una robusta corda. Nel tentativo di tranquillizzarla gli operatori le offrivano dell’acqua ed intavolavano con lei una lunga conversazione
Gli scriventi si alternavano frequentemente per mantenere vivo il dialogo, spingendola a riflettere sulla sua situazione ed incoraggiandola al fine di farle ritrovare la forza per affrontare le difficoltà.
Circondata da tali attenzioni la donna si lasciava andare finalmente ad uno sfogo liberatorio a seguito del quale, dopo averle fatto deporre la corda, riuscivano a identificarla con certezza tramite la carta di identità.
Confermate le generalità veniva notiziata la Centrale Operativa in modo da far avvicinare i medici del 118 e i familiari che poco dopo sopraggiungevano.
Lasciata la priorità di uno sfogo a tale importante situazione emotiva, veniva poi dato spazio agli accertamenti sanitari del 118, lasciandola infine alle cure di questi ultimi ed al conforto dei familiari.