Approvato il rendiconto 2022, appello della Città metropolitana di Milano
ad un intervento nazionale sul suo futuro

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 luglio 2022 – Via libera del Consiglio metropolitano al rendiconto 2022. Nella seduta di venerdì 8 luglio, dopo l’adozione di mercoledì 6 e il passaggio in Conferenza metropolitana, il Consiglio della Città metropolitana di Milano ha approvato il rendiconto dell’anno scorso, che apre le porte anche all’approvazione del previsionale 2022, in agenda a settembre.

I risultati di gestione dell’esercizio 2021 evidenziano che il bilancio della Città metropolitana non è in condizioni strutturalmente deficitarie. Per quanto riguarda il conto del bilancio, si registra un risultato di amministrazione pari a 591.038.889,35 euro, in gran parte costituito da: fondi accantonati per 259.156.925,14 euro, fondi vincolati per 254.739.488,40 euro, fondi destinati agli investimenti 39.085.952,66 euro e fondi disponibili per 38.056.523,15 euro. Proprio la quota disponibile di circa 38 milioni di euro potrà essere utilizzata nel bilancio di previsione 2022-2024, ma solo per la prima annualità. Anche il conto economico presenta un risultato di esercizio positivo pari a 7.310.528,53 euro.

Il nodo dei bilanci futuri: “Serve un intervento del Governo”

Il via libera al rendiconto 2021 è stata l’occasione per fare il punto sul previsionale 2022 e per riportare alla luce le criticità di bilancio della Città metropolitana di Milano, note fin dalla sua nascita ma purtroppo mai affrontate a livello normativo: “La chiusura del rendiconto 2021 ci permette di poter utilizzare 38 milioni di euro dell’avanzo di amministrazione per arrivare all’equilibrio strutturale del previsionale 2022, auspichiamo di riuscire ad approvare appena possibile, confidiamo a settembre, il bilancio triennale – spiegano la vicesindaca Michela Palestra e il consigliere con delega al Bilancio e Patrimonio, Dario Veneroni – Purtroppo permangono serie difficoltà per il biennio 2023-2024, annualità per cui, ad oggi, è impossibile arrivare all’equilibrio, nonostante i grandi sforzi profusi, su più fronti”.

Un tema, quello della sostenibilità economica delle Città metropolitane, portato sui tavoli nazionali anche tramite Anci e contatti diretti del Sindaco Metropolitano con il Governo, ma ancora fermo alla discussione in Parlamento: “Serve un intervento del Governo per circa 20 milioni di euro per annualità, diversamente non è possibile chiudere il bilancio di previsione triennale. Purtroppo gran parte delle entrate tributarie sono legate all’andamento del mercato dell’automobile, praticamente fermo dall’inizio della pandemia (Imposta sull’RC Auto e per la trascrizione dei veicoli nel pubblico registro, che costituisce il 90% delle entrate tributarie dell’ente, ndr). Confidiamo in un Decreto aiuti per gli enti di area vasta che affronti il tema della Città metropolitana di Milano. Auspichiamo, quantomeno, un aiuto simile a quello ottenuto dalla Città metropolitana di Roma, a dimostrazione che non esistono enti di serie A e di Serie B. Con questo provvedimento supereremmo il problema contingente lasciando tuttavia il problema di fondo irrisolto da affrontare appena superata questa emergenza. L’appello, oggi, va a tutte le parti politiche che, con senso di responsabilità, affrontino con serietà il futuro economico delle Città metropolitane per iniziare a programmare con un orizzonte più ampio, almeno di medio termine”, concludono vicesindaca e consigliere delegato.

Le entrate della Città metropolitana di Milano

Oltre 2/3 delle entrate della Città metropolitana di Milano sono costituite dalle entrate tributarie (218 milioni di euro), di cui l’imposta sulle assicurazioni RC auto (47,13%), l’imposta per le trascrizioni dei veicoli al Pubblico Registro Automobilistico o Ipt (42,72%) e il tributo per lo svolgimento delle funzioni in campo ambientale (10,15%). Si tratta di voci fortemente condizionate in negativo dalla pandemia. Le entrate extratributarie ammontano a 135 milioni di euro.

Le spese della Città metropolitana di Milano

Le spese correnti più rilevanti (298 milioni di euro) sono quelle per i trasferimenti correnti (53,14%) per la maggior parte il rimborso allo Stato. Seguono l’acquisto di beni e servizi (24,90%), i redditi da lavoro dipendente (12,27%) e gli Interessi passivi sui mutui (7,24%). Le imposte e tasse rappresentano invece l’1,21%. La maggior parte delle altre spese correnti riguarda le assicurazioni e le spese da contenzioso. Le spese in conto capitale più rilevanti (72 milioni di euro) sono quelle relative alla rete stradale (67,37%), quindi istruzione e diritto allo studio (19,08%), assetto del territorio ed edilizia abitativa (5,84%).

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