Al Pride di Milano la bandiera Nato (e di Taiwan)

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 1 luglio 2022. La bandiera Nato delle Associazioni radicale Cazzavillan e Milano Vapore di Giampaolo Berni, già portata il 25 aprile, tornerà al Pride di Milano insieme a quella di Taiwan. La porteranno Gianni Rubagotti, Segretario della Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan e Alessio Alberti di Italia Viva.
“Vogliamo ricordare a chi verrà al Pride la pessima situazione dei diritti LGBT in Russia, una vera e propria operazione militare speciale verso tanti russi che hanno una sessualità diversa da quella eterosessuale” ha dichiarato Rubagotti “La invasione della Ucraina è anche l’invasione di uno stato che sta faticosamente facendo un cammino di crescita dei diritti e di tolleranza per andare verso i progressi di tanti paesi della NATO. Oggi scegliere la NATO contro Putin è anche scegliere l’Occidente, il dibattito e la crescita dei diritti civili contro l’oscurantismo neosovietico”.
“Mai come oggi, nel mezzo dell’aggressione russa all’Ucraina – ha dichiarato Alberti – dobbiamo rappresentare con orgoglio la nostra appartenenza al mondo occidentale coi suoi valori di libertà, democrazia, uguaglianza, giustizia, rispetto dei diritti di tutti. Ecco perché la bandiera della NATO al Pride: siamo pronti a difendere sempre e dovunque i principi atlantisti su cui si basa il nostro modo di pensare, di agire, di vivere.”
“Vorrei infine ricordare che la bandiera di Taiwan ha quasi il dovere di essere presente al corteo – ha puntualizzato Rubagotti – non solo perché la democrazia occidentale di Taiwan si contrappone a una Cina dove gli omosessuali sono discriminati ma anche perché il governo di Taipei è l’unico al mondo che vanta tra le sua fila una ministra transgender, ovvero Audrey Tang, che si occupa di innovazione tecnologica. Tang in questo ruolo è tra gli autori del miracolo taiwanese nella gestione del coronavirus che ha portato questo stato ad avere forse la migliore gestione della pandemia sul pianeta con un numero di vittime ancora oggi bassissimo rispetto ai paesi occidentali (meno di 7000 vittime su 23 milioni di abitanti contro le 168 mila italiane su 60 milioni. Segno che la tolleranza non è solo buoni sentimenti ma anche la possibilità di un mondo migliore che possa salvare la vita di più persone.”

V.A.
 

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