Milano, 16 giugno 2022 – In merito alle affermazioni del presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi sulla medicina di urgenza, la Direzione generale Welfare delle Regione Lombardia precisa in una Nota “che a tutt’oggi è sempre stata garantita la piena funzionalità della rete di Pronto Soccorso regionale”.
“L’obiettivo di rispondere alle emergenze e alle urgenze di salute dei cittadini lombardi- si legge ancora – è perseguito attraverso l’impiego di proprio personale strutturato. Nei casi in cui la carenza di medici specialisti e le momentanee difficoltà di reclutamento mettono a repentaglio il pieno funzionamento dei servizi di Pronto Soccorso, Regione Lombardia ricorre a contrattualizzazioni con cooperative in grado di offrire personale idoneo, preparato e specializzato. Si tratta di soluzioni temporanee e percentualmente marginali, praticamente assenti nell’Area Metropolitana milanese rispetto al complessivo servizio di Pronto Soccorso offerto dalla sanità lombarda. Tali soluzioni sono in grado però di garantire piena efficienza della rete di Pronto Soccorso che, con l’avvio delle Case di Comunità e la riorganizzazione della medicina territoriale, per la quale confidiamo nella piena collaborazione dei Medici di Medicina Generale, saranno progressivamente sgravati da accessi inappropriati”.
La Direzione Generale Welfare ricorda inoltre che dal primo gennaio 2023 entrerà in vigore il nuovo modello di triage, così articolato: Emergenza: ingresso immediato; Urgenza Indifferibile: tempo massimo di attesa 15 minuti; Urgenza differibile: tempo massimo di attesa 60 minuti; Urgenza minore: tempo massimo di attesa 120 minuti; Non urgenza: tempo massimo di attesa 240 minuti.
“Promuovere in ogni area del Pronto Soccorso – continua la Nota – l’immediata presa in carico del cittadino per determinati segni e sintomi di presentazione rappresenta un’innovazione fondamentale del nuovo modello di triage lombardo. Attraverso l’applicazione di protocolli condivisi in team medico-infermieristico, il tempo d’attesa diventa un vero e proprio step del processo attivo di diagnosi e cura”.
“In particolare – riferisce la Nota della DG Welfare – la presa in carico permetterà di identificare precocemente eventuali quadri clinici potenzialmente evolutivi (un’infezione grave o un infarto miocardico), favorirà il trattamento tempestivo del dolore e ridurrà il tempo complessivo di permanenza in Pronto Soccorso”.
“Regione Lombardia – prosegue la Nota – promuoverà anche una soluzione che permetterà di ridurre il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, indirizzando il cittadino direttamente a percorsi mono-specialistici per codici non urgenti, gestiti completamente in aree dedicate”.
“I pazienti identificati con ‘codice verde’ rappresentano attualmente il 70% degli accessi (circa 2,8 milioni all’anno)”.
“Il nuovo modello di triage promuove inoltre la riorganizzazione interna dei Pronto Soccorso, che dovranno nel loro layout considerare aree a complessità assistenziale differenti (bassa, media e alta), garantendo l’efficace utilizzo delle risorse e favorendo percorsi privilegiati in particolare per i pazienti più fragili. “Per la prima volta il processo di triage verrà standardizzato su tutto il territorio regionale: un paziente con dolore toracico o febbre verrà pertanto valutato e codificato a triage in modo sovrapponibile in tutti i Pronto Soccorso lombardi”.
“Ed è proprio per questo – conclude la Nota – che la Regione promuove un percorso di formazione della durata di tre mesi che, con la collaborazione di AREU, raggiungerà capillarmente tutti i Pronto Soccorso, utilizzando il nuovo manuale di triage realizzato dal ‘Tavolo tecnico’ di triage regionale che ha anche il compito di monitorare il processo di implementazione. Nello stesso tempo è in previsione l’adeguamento della piattaforma regionale Emergenza Urgenza (EUOL) e dei software gestionali del PS”. (LNews)