(mi-lorenteggio.com) Milano, 25 marzo 2022 – “Sono arrivati nella notte alla Fratelli di San Francesco i primi profughi ucraini accompagnati dalla Protezione Civile. Due arrivi il primo intorno alle 23 una mamma con una bambina di dieci anni, quattro donne, un uomo e un cane, il secondo alle 2 e mezza di notte mamma con nove bambini, 5 femminucce e 4 maschietti. La più piccola ha un anno e mezzo. La protezione civile ha fatto i tamponi. Tutti erano affamati e sono stati rifocillati. Ero al nostro centro di via Saponaro 40 che stavo seguendo alcuni anziani clochard italiani ospiti della nostra struttura quando mi hanno avvisato che erano arrivati i primi profughi dall’ucraina, per ora sono 17, tra loro davvero tanti bambini e un solo uomo. fuggono dalla guerra. Una grande tragedia e una storia terribile, come ne sentiamo tante purtroppo alla Fratelli di San Francesco. Vedendo questi bambini che sono dovuti fuggire dalla loro casa e hanno dovuto lasciare tutto quello che avevano ma finalmente erano arrivati da noi in un luogo sicuro e protetto, la mia mente è andata subito a quella che consideriamo la”nostra” famiglia afghana (madre, padre, 3 figlie femmine e due maschi). Loro invece non sono ancora al sicuro. Attualmente si trovano in Iran dopo che, nelle evacuazioni di agosto, non erano riusciti a prendere l’aereo per venire in Italia. Gli Esteri ci hanno avvertiti verso metà settembre che chiunque fosse riuscito a raggiungere una delle nostre ambasciate nei paesi limitrofi e fosse stato nelle liste ministeriali per le evacuazioni ma fosse rimasto ancora in Afghanistan, avrebbe ricevuto un visto per raggiungere l’Italia. A fine novembre hanno ottenuto i visti e i lasciapassare per raggiungerci. Da quel giorno sono in attesa dell’exit visa iraniano per poter uscire dal Paese (li abbiamo anche fatti registrare presso il Ministero degli Esteri e quello degli Interni dell’Iran). Intanto i loro visti sono scaduti perché avevano durata di 90 giorni (la nostra Ambasciata li riemetterà) e le figlie maggiori sono state rapite e rilasciate dopo 20 giorni da un gruppo di afghani in Iran che probabilmente voleva un riscatto. La situazione è di grande sofferenza poiché vivono da irregolari con il terrore di essere rimpatriati. Lancio un appello al Presidente Mattarella e alle Istituzioni italiane affinché non si dimentichino di loro e delle persone come loro (sappiamo di casi similari sia in Iran che in Pakistan)” racconta emozionato Fratel Clemente Presidente della Fondazione Fratelli di San Francesco.
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