Gioco, i numeri fanno pensare a una ripartenza del settore

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Milano, 22 febbraio 2022 – Tra chiusure forzate e lockdown, tra serrande abbassate e ingressi contingentati e poi ancora tra Green Pass e mascherine, l’economia del Bel paese prova lentamente a riprendere il proprio ritmo. Ci riprovano tutti: ristoranti, alberghi, scuole, uffici. Ci riprova anche il gambling, un segmento che viene citato ancora troppo poco dagli esperti di finanza e di società eppure risulta essere tra i più colpiti dalla pandemia.
All’interno di questo universo si è registrato soprattutto un lento spostamento di giocatori che dalle sale terrestri sono passati a quelle online. Lo dimostrano i dati della raccolta totale con i casinò online del circuito legale di ADM, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che hanno contato entrate per 2 miliardi e mezzo di euro. A far tirare un sospiro di sollievo è anche l’ultima analisi pubblicata da ItalCasino, firmata da Unioncamere e Infocamere e resa nota da Movimprese. Al suo interno si legge che nel 2021 è stato riscontrato un aumento delle attività imprenditoriali: 332.596 nuove imprese sono state registrate nel periodo tra gennaio e dicembre, facendo così registrare un interessante segno più del 14%.
Nell’anno appena trascorso sono più di 8 mila le imprese italiane che offrono servizi legati al gioco e di queste oltre 7 mila sono rimaste sempre attive nel corso degli ultimi anni. Inoltre sono state 18 le nuove iscrizioni nel nuovo trimestre, al fronte però di 133 cessazioni. Guardando alle regioni si registrano 384 imprese attive Piemonte, con “sole” cessazioni nel 2021; nella regione della Lombardia invece sono oltre mille le imprese registrate ma solo 876 quelle attive e nel Lazio sono attive 844 imprese a fronte di 957 registrate.
I dati raccolti fanno veramente ben sperare. E a contribuire a questo clima di cauto ottimismo ci sono anche alcune notizie di economia legata al gioco. Lo dimostra l’acquisizione Snaitech di BIG Casino, commentata dal fondatore di Best in Game Mauro Roncolato come una tappa molto importante di un lunghissimo percorso. Un segnale del processo di espansione dei grandi brand e delle grandi aziende che lascia veramente ben sperare.
“I risultati dell’analisi mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici – ha spiegato il presidente di Unioncamere Andrea Prete – Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”.

L. M.

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