TOP 500+ Edizione 2021. Monza e Brianza: crescono l’export e gli investimenti in innovazione e digitalizzazione

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(mi-lorenteggio.com) Monza, 13 dicembre 2021 – Le 800 migliori aziende della provincia di Monza e Brianza che rientrano nella classifica 2021 del “TOP 500+” hanno ricavi riferiti al 2020 che vanno da un minimo di 8 milioni a un massimo di 4,5 miliardi di
euro. Complessivamente il loro fatturato raggiunge 51 miliardi euro, il risultato di esercizio, in somma
algebrica, ammonta a 1,7 miliardi e le aziende in utile sono l’84% del totale.
Le società incluse nella “TOP” sulla base dei bilanci depositati appartengono in maniera diffusa a tutti
i settori economici (industria, servizi e commercio) ad eccezione – come nelle edizioni precedenti – delle
realtà assicurative, finanziarie, creditizie (le holding di gruppi industriali che redigono bilancio
consolidato sono invece comprese).
La classifica, anche quest’anno, ha una copertura totale dal punto di vista geografico: sono 55 i comuni
in cui ha sede legale e/o operativa almeno una delle aziende in classifica.
In cima alla classifica, le prime 6 aziende superano il miliardo di euro di fatturato: prima Esprinet S.p.A.
(Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A (Verano Brianza), terza BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno),
quarta STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), quinta Candy S.p.A (Monza), sesta Decathlon Italia
S.r.l. (Lissone).
Seguono, con poco distacco, le altre quattro aziende che completano la top ten: settima SOL S.p.A.
(Monza) che sfiora il miliardo di fatturato, ottava Prenatal Retail Group S.p.A. (Cogliate), nona Roche
S.p.A. (Monza) e decima Gruppo Sapio S.p.A. (Monza).
Focalizzandosi su un campione chiuso di 690 società è possibile svolgere qualche confronto tra i
risultati 2020 e quelli dell’anno precedente. L’impatto della pandemia ha provocato un calo del
fatturato complessivo pari al -4,6% rispetto al 2019. Sul totale del campione, la quota di aziende che
registrano una flessione dei ricavi è pari al 70%.
Anche in termini di redditività emergono riduzioni, sebbene tutto sommato contenute a dimostrare
un’attenta gestione dei costi nel corso della pandemia: l’EBIT mediano sui ricavi passa dal 4,0% al 3,8%
e del ROE mediano dal 10,9% all’8,7%.
Infine, la quota di aziende in utile diminuisce dal 90% nel 2019 all’84% nell’anno della pandemia.
Andamento economico: il recupero in corso
Nel complesso del 2020 la produzione industriale della provincia registra un calo del -7,9%. È una
caduta importante ma inferiore alla media lombarda (-9,8%) e soprattutto è il risultato di un profilo
trimestrale che è utile approfondire. Infatti, dopo l’inevitabile crollo nel lockdown 2020, la ripartenza è
immediata e nel quarto trimestre 2020 il ritorno si completa, con il livello di attività manifatturiera che
torna superiore del +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 2021 ha un avvio favorevole, che si
intensifica in primavera, tanto che nel terzo trimestre 2021 l’attività produttiva è superiore del +6,3%
rispetto al picco pre pandemia.
La performance sui mercati esteri è ancora più positiva a riprova della spiccata vocazione
internazionale che distingue il territorio di Monza e Brianza. Dopo la caduta del 2020, pari al -6,6%, più
contenuta rispetto a quella lombarda (-10,5%), la risalita delle esportazioni è sorprendente: nei mesi
tra gennaio e settembre 2021 aumentano del +8,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 (un
equivalente di 614 milioni di euro in più), mentre l’export lombardo rimbalza in misura più contenuta
(+4,8%).
Gli effetti della pandemia si sono trasmessi sul mercato del lavoro locale, con il numero degli occupati
che nel 2020 diminuisce del -0,7% rispetto al 2019.
Andamento economico: le prospettive
Dopo il calo del -6,8% nel 2020, considerata la consistente accelerazione del recupero in corso per il
territorio di Monza e Brianza stimiamo un rimbalzo in termini di PIL pari al +7,0% nel 2021, con un
sostanziale ritorno ai livelli di PIL del 2019 già nel 2021, mentre la Lombardia al termine di quest’anno
sarà ancora sotto del -3,4%, con un orizzonte di recupero spostato al 2022 (come da scenario
previsionale di Prometeia per Assolombarda).
La riprova di questo positivo quadro macroeconomico proviene dai dati raccolti direttamente dalle
imprese operanti nei settori dell’industria e dei servizi della provincia. Le 212 imprese di Monza e
Brianza intervistate a ottobre 2021 hanno fornito informazioni sui preconsuntivi 2021 e sulle previsioni
di fatturato per il prossimo anno.
Il 2021 è un anno di crescita per ben il 75% delle imprese del territorio che dichiarano, dai loro
preconsuntivi, un aumento dei fatturati rispetto al 2020. Di queste, oltre un quarto prospetta un
incremento superiore al +20%. La restante fetta si divide tra coloro che si aspettano una stabilità
rispetto al 2020 (il 12%) e coloro che invece attendono una diminuzione dei ricavi (il 13%). Le perdite,
tuttavia, sono severe (superiori al -20%) solo per il 4% delle imprese locali.
Nel 2022, continua il trend positivo: il 66% delle imprese prevede un aumento del fatturato e il 27% una
stabilità rispetto al 2021. Solo il restante 7%, invece, registrerà una diminuzione.
La priorità delle imprese è anche di tornare ai livelli di vendite pre pandemia. Dal polso del tessuto
produttivo, il 46% delle realtà intervistate chiuderà il divario rispetto al 2019 entro quest’anno: un terzo
(il 33%) superando i ricavi del 2019 e il 13% riportandosi in linea. Questa quota si aggiunge a una ampia
platea, il 33%, che è già sopra i livelli pre Covid. Un ulteriore 14% colmerà il gap nel 2022, mentre per il
restante 7% di imprese non sarà possibile recuperare nel medio termine quanto perso con la pandemia.
Rischi e leve strategiche
L’onda lunga della pandemia porta con sé il perdurare di rischi, ma anche il ripensamento di strategie
per la ripresa.
La stragrande maggioranza delle imprese del territorio ritiene che, nell’orizzonte al 2022, i rischi più
impattanti concentrati in strozzature all’offerta: quasi l’80% dei rispondenti segnala rincari
estremamente elevati e difficoltà di reperimento di alcune materie prime e semilavorati e un quinto
delle aziende è preoccupato dalla più recente fiammata dei prezzi dell’energia. A queste tensioni, si
sommano rilevanti colli di bottiglia nella logistica delle merci, indicati come rischio dal 30% delle
aziende.
A completamento del quadro dei fattori avversi, la recrudescenza della pandemia e le misure restrittive
che ne conseguirebbero sono considerate un punto di attenzione per il 19% delle imprese, una quota
abbastanza contenuta se confrontata con la situazione di massima criticità dei contagi nel territorio di
fine anno scorso, mentre il 17% delle imprese evidenzia incertezze legate alla flessione della domanda.
L’inasprimento della concorrenza rappresenta un’incognita soltanto per il 10% delle imprese della
provincia, a indicare una favorevole valutazione del proprio posizionamento competitivo nel mercato.
L’instabilità del momento storico ha indotto le imprese a un’analisi non solo dei rischi, ma anche delle
leve strategiche da adottare per la ripresa. Si tratta di strategie che guardano lontano, e non di tattiche
di semplice risposta alla pandemia con lo sguardo breve. Dai risultati della survey, il capitale umano e
l’organizzazione del lavoro risultato, infatti, prioritari per circa la metà delle imprese del territorio, così
come il potenziamento dell’offerta in termini di nuovi e migliori prodotti e servizi. La crisi pandemica
ha ulteriormente consolidato la rilevanza dei tre elementi strategici di innovazione, digitalizzazione e
sostenibilità e le imprese di Monza e Brianza lo hanno ben presente. Infatti, un terzo delle imprese della
provincia sta puntando sulla ricerca e sviluppo, il 27% sulla digitalizzazione dei processi e il 18% sulla
sostenibilità dei processi e dei prodotti. Anche l’ambito ‘brand e immagine’ è riconosciuto come
rilevante da ben un quarto delle imprese di Monza e Brianza.

Redazione

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