(mi-lorenteggio.com) Milano, 30 settembre 2021 – A.P.I. sta monitorando con grande preoccupazione l’escalation congiunturale dei prezzi del gas e dell’energia, che oramai sono sempre più insostenibili.
«In questi giorni abbiamo assistito all’ennesima impennata dei prezzi in borsa elettrica (PUN) e di quelli dei futures a breve termine, che hanno superato i 200 €/MWh, valori mai visti! Si tratta di un dato circa quattro volte superiore a quello che stanno pagando le nostre imprese oggi. – Esclama il Presidente di A.P.I. Paolo Galassi – Togliere circa 25 €/MWh di oneri aiuta ma non risolve, soprattutto per le aziende energivore per le quali erano già ridotti.
Ancora una volta si tratta di misure tampone che non contribuiscono a gestire concretamente la situazione. Inoltre, anche il gas, almeno fino alla primavera 2022, costerà quattro volte tanto».
Ma cosa chiedono, quindi, le PMI al Governo?
Di intervenire in Europa promuovendo azioni sinergiche dato che anche per Spagna, Germania e Francia i prezzi sono fuori scala rispetto ai loro standard.
«È necessario intervenire sugli approvvigionamenti dialogando in primis con la Russia. Ma non basta, infatti, bisogna cambiare le regole e quindi i costi dei permessi CO2 (sistema di scambio europeo “ETS”), allentando temporaneamente il rigore progettato in un momento storico che oggi è anacronistico. – Ribadisce il Presidente Galassi, che conclude: Infine, è fondamentale rivedere le regole interne alleggerendo alcuni privilegi, come ad esempio la remunerazione eccessiva delle fonti rinnovabili attraverso il meccanismo PUN orario, di fatto già incentivate, per altro si tratta di azioni che anche altri Stati, come la Spagna, stanno valutando.
Vanno fatte delle scelte di politica energetica decisive, altrimenti i costi dell’energia proseguiranno nel moltiplicarsi rischiando di strozzare la ripresa delle PMI, che si trovano già in una fase molto delicata».