(mi-lorenteggio.com) Monza, 20 settembre 2021 – All’Ospedale San Gerardo di Monza è stato eseguito il primo
intervento di autotrapianto di isole pancreatiche di Langerhans dopo intervento di
asportazione totale del pancreas (pancreasectomia totale) per neoplasia mucinosa papillare
intraduttale (IPMN). Queste isole pancreatiche contengono le cellule beta che regolano la
glicemia plasmatica (livello del glucosio nel sangue) producendo l’ormone insulina.
L’intervento di pancreasectomia totale, rende inevitabilmente il paziente diabetico con
necessità di massive dosi di insulina esogena e con l’elevato rischio di pericolose ipoglicemie
e iperglicemie.
Le IPMN sono neoplasie benigne che possono, in rari casi, avere una degenerazione maligna
soprattutto in soggetti con specifiche mutazioni genetiche che predispongono alla
trasformazione. Per tale motivo, in questi soggetti è indicata una pancreasectomia totale.
Questo tipo di intervento necessita di una affiatata équipe multidisciplinare e di una stretta
collaborazione tra diversi specialisti. L’intervento è stato eseguito al San Gerardo dall’équipe
della chirurgia pancreatica, afferente alla chirurgia Generale 1 diretta dal prof. Marco Braga,
composta dal prof. Luca Gianotti e dal prof. Fabio Uggeri, chirurghi e docenti dell’Università
degli Studi di Milano-Bicocca, con la collaborazione del dott. Federico Bertuzzi, responsabile
del centro di riferimento regionale per la coltura dell’epidermide in vitro, della banca per la
crioconservazione dei tessuti e responsabile della diabetologia dell’Ospedale Niguarda, e dei
radiologi interventistici del San Gerardo (dott. Rocco Corso, dott. Antonio Rovere e dott.
Davide Leni).
Come spiega il prof. Gianotti, “questo tipo d’intervento estremamente complesso, prevede
l’asportazione chirurgica del segmento pancreatico interessato dalla IPMN, che viene inviato
all’unità di anatomia patologica per la valutazione istologica e della parte sana dell’organo
che invece viene inviata ad un centro specialistico (Laboratorio di Niguarda) dove, con
tecniche estremamente sofisticate e in poche ore, vengono isolate e purificate le isole di
Langerhans e infine messe in una sospensione liquida particolare. Tale sospensione viene
poi immediatamente reinfusa nel soggetto donatore che ha subito l’intervento. La tecnica di
infusione delle isole prevede, in anestesia locale, la puntura percutanea di un ramo della
vena porta del fegato, l’incanulamento della stessa e la perfusione della soluzione
contenente le isole nel lobo epatico di destra o di sinistra. Le cellule produttrici di insulina
attecchiscono all’interno dei sinusoidi epatici e ricominciano a produrre insulina in modo
pressoché normale in pochi giorni”.
In particolare, nel paziente che ha ricevuto questo trattamento, a distanza di soli 9 giorni
dopo l’autotrapianto di isole, si assisteva alla normalizzazione dei livelli di insulina plasmatica
e dei livelli glicemici. Durante il periodo postoperatorio si è provveduto ad attenti e costanti
controlli ambulatoriali del metabolismo glucidico e un anno dall’intervento, il paziente
conduce una vita e una alimentazione normale e necessita esclusivamente di una sola
somministrazione serale di poche unità di insulina lenta e di una compressa di antidiabetico
orale al mattino.