(mi-lorenteggio.com) Buccinasco (6 luglio 2021) – Nell’ambito del controllo del territorio, nei giorni scorsi il personale
della Polizia Locale di Buccinasco è intervenuto in un capannone in viale della Resistenza, scoprenndo un laboratorio di pelletteria abusivo, con una ventina di lavoratori che operavano in postazioni di lavoro prive di sicurezza e avevano adibito gli uffici ad abitazioni in pessime condizioni igieniche dove è stata anche rilevata la presenza di alcuni bambini.
REATO CAPORALATO
Il titolare, un quarantenne di origini cinesi residente a Milano, è stato denunciato per il reato di sfruttamento del lavoro (caporalato) e di occupazione di clandestini. A suo carico saranno anche applicate le sanzioni previste per l’occupazione irregolare dei dipendenti. La Polizia Locale ha chiesto inoltre all’Ispettorato del Lavoro di emettere la sospensione dell’attività a carico dell’impresa.
L’attività di lavorazione dei pellami veniva svolta per conto di griffe rinomate e costose che, a detta
del titolare, approfittano dell’importante domanda di lavoro dei laboratori cinesi in tutta Italia per
imporre prezzi molto bassi, che si ripercuotono sulle condizioni di lavoro, con l’omissione anche
delle basilari norme di sicurezza e igiene.
L’immobile intanto è stato sottoposto a sequestro preventivo e messo a disposizione dell’Autorità
giudiziaria, mentre sono in corso anche approfondimenti in ordine a illeciti edilizi.
Gli agenti hanno anche denunciato tre persone per il reato di soggiorno irregolare e nei loro connfronti sono state avviate le procedure amministrative per l’espulsione del territorio nazionale.
IL SINDACO RINO PRUITI
“Ringrazio il personale della Polizia Locale di Buccinasco – dichiara il sindaco Rino Pruiti – per
l’attento controllo del territorio che ha permesso di far emergere una situazione di grave precarietà
con una ventina di lavoratori, tutti di nazionalità cinese, evidentemente sfruttati e costretti a lavorare e vivere negli stessi locali, senza alcuna sicurezza, tra i rifiuti e in condizioni igieniche intollerabili. Una situazione inaccettabile, grave soprattutto per la presenza di bambini piccoli tra cui un
neonato”.
TENTATIVO DI FUGA
All’arrivo degli agenti, diversi lavoratori hanno tentato di darsi alla fuga o di nascondersi, anche in
mezzo ai rifiuti, ma sono stati prontamente fermati: gli accertamenti svolti dalla Polizia Locale hanno permesso di riscontrare che oltre la metà di loro lavorava in nero e tre uomini sono anche risultati irregolari sul territorio nazionale.
L’AUSILIO DI INTERPRETI E MEDIATORI CULTURALI
Per comprendere la reale situazione dei lavoratori trovati nel capannone, la Polizia Locale con la
collaborazione dei Servizi sociali del Comune, ha richiesto l’intervento di interpreti e mediatori culturali. Pur con molta reticenza, i lavoratori hanno descritto un quadro di condizioni di lavoro in palese contrasto con le generali norme contrattuali: nessuno ha saputo riferire i turni di lavoro né aquanto ammonti il proprio salario o i termini di pagamento.
La promiscuità tra le postazioni di lavoro e gli alloggi ricavati nello stesso stabile hanno mostrato
chiaramente come non ci fosse alcuna separazione tra il lavoro e la vita al di fuori dell’attività lavorativa.
POSTAZIONI DI LAVORO PRIVE DI SICUREZZA
Al piano terra dello stabile erano presenti oltre venti lavoratori, tutti cittadini cinesi.
Gli agenti hanno riscontrato postazioni di lavoro e macchinari privi delle più elementari misure di
sicurezza, anche in considerazione delle lavorazioni di taglio e cucitura delle pelli, oltre all’uso di
collanti, vernici e solventi.
Sui tavoli da lavoro erano presenti anche cibo e altri effetti personali che hanno fatto supporre anche l’assenza di pause per il riposo e il pranzo.
GIACIGLI E CAMERE DA LETTO
Al primo e al secondo piano i lavoratori utilizzavano come camere da letto in pessime condizioni
igieniche i locali destinati a uffici amministrativi. Materassi per terra, rifiuti, resti di cibo in locali
dove erano presenti anche bambini, tra cui un neonato.