(mi-lorenteggio.com)Milano, 25 giugno 2021 – L’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, ha risposto a un’interrogazione Consigliare sulla presenza del lupo in Lombardia e sugli interventi a tutela della zootecnia rurale regionale.
“Il lupo nella nostra regione – spiega Raffaele Cattaneo – è presente da anni soprattutto nelle aree alpine ed appenniniche e Regione Lombardia partecipa attivamente ai programmi di monitoraggio inseriti nei progetti europei, come il progetto LIFE Wolfalps Eu, e italiani: da ultimo il monitoraggio nazionale coordinato da Ispra che terminerà alla fine di quest’anno”.
DINAMICHE NATURALI DI UNA SPECIE PROTETTA – “L’espansione del lupo è frutto solo ed esclusivamente – sottolinea l’assessore all’Ambiente – di dinamiche naturali della specie. Se infatti torna naturalmente nel nostro territorio, dal momento che si tratta di una specie protetta dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, quello che possiamo fare è impegnarci per rendere la sua presenza compatibile con quella dell’uomo e delle attività che l’uomo conduce in alcuni territori, come per esempio l’allevamento. È in questa direzione che Regione Lombardia sta lavorando per mettere in campo attività specifiche per la prevenzione dei danni, nonché per monitorare l’evoluzione della presenza della specie sui territori”.
LE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO E CONTEGGIO – Il primo monitoraggio nazionale è iniziato nel 2020 e si concluderà alla fine di quest’anno. Sotto la direzione di Ispra, Regione Lombardia, col supporto di Ersaf e del Parco Nazionale dello Stelvio, coordina le attività delle polizie provinciali, dei carabinieri forestali e dei parchi regionali. Sono 96 le uscite effettuate nelle province di Como, Milano (Parco del Ticino), Brescia e Sondrio. I risultati del progetto saranno disponibili alla fine di quest’anno, tuttavia si può fin da ora confermare la presenza stabile sul territorio alpino regionale di due branchi, mediamente composti da 5 esemplari: uno in Alto Lario al confine con la Svizzera e uno in alta val Camonica, al confine con la Provincia di Trento. Oltre a una probabile coppia in Valtellina (Aprica). Sull’Appennino lombardo, nell’Oltrepò Pavese, l’ultimo dato disponibile (2018) stima la presenza di almeno 4-6 branchi di lupi.
LA PRESENZA LUPO NEL TERRITORIO LOMBARDO – Dal 2014 al 2021 è stato possibile riscontrare un aumento della presenza della specie attraverso il ritrovamento di segni di predazione su animali domestici e selvatici. Oltre che di immagini e di video mediante fototrappole, di impronte e di piste o altri segni riconducibili a questo mammifero carnivoro. Oltre che dal ritrovamento di lupi feriti o morti.
La maggior parte dei segni di presenza sono stati rilevati nelle aree di presenza stabile della specie, come: l’Alto Lario, l’Alta val Camonica e la media Valtellina, versante Orobico. Sono però in aumento le segnalazioni, confermate soprattutto da eventi di predazione e/o da fototrappole, di individui singoli che hanno abbandonato il branco di origine, anche in altre zone del territorio regionale: a maggio 2021 un individuo sul versante retico della Valtellina (val Fontana) probabilmente proveniente dalla Svizzera; nel 2020 individui singoli nelle province di Lecco, Lodi, Cremona e Mantova e nel parco del Ticino; nel 2019 due esemplari feriti, trovati uno nel Naviglio Grande alle porte di Milano e uno non lontano da Brescia.
UNA SPECIE PROTETTA, LE ATTIVITÀ DI GESTIONE – Il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dall’Unione Europea, come indicato nella direttiva Habitat del 1992 recepita dall’Italia l’8 settembre 1997, per la quale vigono i divieti di: cattura, uccisione, disturbo, detenzione, trasporto, scambio e commercializzazione. Regione Lombardia partecipa, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, alla condivisione dei contenuti del redigendo Piano d’azione nazionale per la conservazione del lupo, la cui prima versione risale al 2015.
Il Piano è lo strumento di gestione nazionale della specie proposto dal ministero dell’Ambiente (ora Mite) e contiene le azioni necessarie per attuarne la conservazione e la gestione: monitoraggio, prevenzione danni, antibracconaggio, comunicazione e informazione, oltre alle deroghe ai divieti di cattura, disturbo e abbattimento. Regioni e Province autonome tuttavia ad oggi non hanno ancora trovato un accordo unanime sui contenuti, in particolare nella parte che disciplina i criteri, le condizioni e le modalità di applicazione delle deroghe ai divieti di cattura, uccisione e disturbo. Quindi anche la Lomardia è in attesa di conoscere la posizione del Mite riguardo alla possibile prosecuzione del confronto.
PREDAZIONI: 14 CASI NEL 2021 – Nel periodo 2012-2021 sono state evase 44 richieste di indennizzo che hanno riguardato prevalentemente predazioni su ovicaprini, per un totale di circa 230 ovini e 30 caprini predati.
Tre richieste di indennizzo hanno riguardato predazioni su bovini: 6 capi in provincia di Pavia e una predazione su equini: 1 asino in provincia di Bergamo.
Nel 2021 sono stati dichiarati 14 eventi di questo tipo. In particolare, in uno di questi sono state predate 14 pecore a gennaio, nel Parco di Montevecchia, e più di 20 pecore a maggio, in Val Fontana.
Le richieste di indennizzo nel periodo 2012-2021 hanno interessato, in ordine decrescente di numerosità, le province di: Brescia, Pavia, Sondrio, Como e Bergamo per un totale di circa 37 mila euro. Il dato non tiene conto delle richieste più recenti per le quali non è stata completata la procedura di indennizzo.
A livello economico i danni da lupo sono dunque di molto inferiori ai danni provocati da altre specie di fauna selvatica: il cinghiale, ad esempio, seppur con fluttuazioni annuali, che causa una media di circa 400.000 euro di danni all’anno.
LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E INDENNIZZO – Per quanto riguarda la prevenzione dei danni, ha spiegato Raffaele Cattaneo: “Regione Lombardia grazie ai fondi derivanti dai progetti comunitari Life Wolfalps, Life Wolfalps Eu e in parte Life Gestire2020, in aggiunta a fondi regionali, ha investito e investe sulla prevenzione e sul supporto alle categorie più impattate dalla presenza del lupo”.
“Dal 2016 – ha concluso l’assessore all’Ambiente e Clima – la Regione ha acquistato e fornito agli allevatori 72 strumenti di prevenzione: per lo più recinzioni elettrificate, oltre che 2 cani da guardiania. Inoltre, svolge una continua attività di formazione e di informazioni, anche su come agire in caso di danni da predazione del lupo”.
Nel 2019 la Regione ha attivato per la prima volta, all’interno del Programma di sviluppo rurale un finanziamento per gli investimenti per la protezione delle produzioni agricole e zootecniche da lupo e orso (recinzioni e cani da guardiania) e, in collaborazione con Ersaf, ha contribuito alla stesura di un bando che nel 2019 ha permesso di finanziare 59 domande per un totale di 249.652,22 euro.