Dopo la stretta di mano, Lisa ha chiesto una foto a Serena, che ha ricambiato con parole dolci. “Un’occasione così – continua la bergamasca – capita una volta nella vita. Le ho detto che affrontarla è stato un onore, mi ha chiesto quanti anni avessi e mi ha fatto i complimenti per aver superato le qualificazioni. Ha detto che le è piaciuto il mio gioco, il mio atteggiamento e il modo in cui ho affrontato la partita. Parole bellissime e importantissime”. L’esperienza di Parma a Lisa lascia tanto, partendo dalle due vittorie di spessore nelle qualificazioni, che le hanno aperto le porte del sogno Williams. “Volevo capire se fossi all’altezza di questi livelli – ha aggiunto –, e la risposta è positiva. Ho dimostrato a me stessa che posso essere competitiva e vincere delle partite anche in questi tornei”. Lo conferma papà Ugo, direttore tecnico della MTA. “Un torneo così – dice – è esattamente ciò che stavamo cercando. Lisa ha tante qualità, ma non sempre se ne rende conto. L’esperienza di questa settimana le ha fatto vedere che può competere anche a questi livelli: ora deve lavorare nei tornei minori per costruirsi una classifica che le permetta di giocare più spesso le qualificazioni dei tornei Wta”. “Abbiamo avuto la conferma – aggiunge coach Oradini – del fatto che quando le avversarie alzano il livello, Lisa sa tenere il loro passo. Ora deve imparare a giocare sempre a certi ritmi, indipendentemente da chi si trova di fronte. Questo torneo le servirà per lavorare con ancora più determinazione”. Un plauso, infine, anche da Patrick Mouratoglou, coach di Serena. “Gli ho chiesto una sua impressione – chiude Pigato – e ha detto che gli è piaciuto l’atteggiamento di Lisa. Quando si affronta un’avversaria sapendo di non aver chance, c’è il rischio di non giocare la partita. Invece Lisa quando ne ha avuto la possibilità l’ha fatto”. Un’altra nota positiva di una settimana preziosissima. |