DOPO DECENNI DI PARALISI SI OPERA NEL CUORE DELLA CITTA’, DA SAN VITTORE A SANT’AMBROGIO, DA CORDUSIO ALLE 5 VIE.

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L’avv. Giampaolo Berni Ferretti consigliere del Municipio 1 di Milano, proprio quello che riguarda il centro storico della città, ha organizzato in questi mesi, in qualità di presidente dell’Associazione Milano Vapore, una serie di webinar sul tema del “Futuro di Milano” affrontato da varie angolazioni. Questa settimana il dibattito si è concentrato sul tema “Il disegno dello spazio Urbano: I nuovi Quartieri di Milano dalla via ed al carcere di San Vittore alle Cinque Vie”.

Le critiche e le proposte

Il dibattito è iniziato con una severa critica a quanto “non” è stato fatto per riqualificare il centro di Milano negli ultimi anni. L’interesse dell’attuale amministrazione comunale a migliorare la vita delle periferie è certamente encomiabile, ma trascurare quasi del tutto i valori storici e culturali del centro città non è più accettabile.

Il carcere di San Vittore, situato in pieno centro cittadino, è stato per gran parte del dibattito protagonista di critiche e proposte operative molto circostanziate e competenti. Oltre a costituire un problema logistico e sociale irrisolto da decenni, a causa del continuo passaggio di ogni tipo di pubblico, comprometteva fino ad oggi anche l’aspetto estetico del quartiere con le sue mura opprimenti. Fortunatamente oggi si stanno moltiplicando le proposte di interventi migliorativi grazie alla collaborazione culturale con la Triennale di

Milano. In questo senso è stato particolarmente apprezzato l’intervento dell’arch. Lorenza Baroncelli,

che ha presentato alcuni dei progetti più significativi che la Triennale ha in programma di realizzare a breve, compatibilmente con i tempi imposti dalla burocrazia.

I lavori della Metropolitana Milanese

La linea 4 del Metro con i suoi interminabili e devastanti lavori in corso (se ne prevede la conclusione entro il 2024) incidono già troppo, e incideranno sempre più, sulla realtà urbanistica, sociale, viabilistica della vasta area che coinvolge, direttamente o per riflesso, tra l’altro, l’Università Cattolica, il Museo della Scienza e della Tecnologia, gli Ospedali, la Caserma, Sant’Ambrogio, l’area romana di via Brisa con gli scavi del Palazzo imperiale ed il Circo da un lato e la recuperata piazza con la Torre dei Gorani ed i palazzi restaurati di impronta metafisica dall’altro, i palazzi storici del Cordusio recuperati, i completamenti di via Torino-Lupetta-Palla, l’Arena, oltre al citato quartiere delle Cinque Vie; ma anche Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana, Colonne di San Lorenzo. Un’autentica rivoluzione.

I comitati di residenti

Si sono costituiti nel tempo, e sono già molto attivi, comitati di residenti e associazioni spesso coordinati da alcuni nomi illustri della città. Particolarmete significativi gli interventi di Gregorio Caccia Dominioni, Matteo Caccia Dominioni e Alessandro Belgiojoso (Comitato San Vittore-Sant’ Ambrogio-Carducci).  Non sono mancate le critiche durante il dibattito. Sicurezza, disordine, crisi degli esercizi pubblici e dei piccoli negozi, talvolta una certa difficoltà di dialogo con la pubblica amministrazione, nonostante le rassicurazioni di Fabrizio De Pasquale (consigliere comunale) durante il suo qualificato intervento.

Achille Colombo Clerici

“Oltre mezzo secolo di immobilismo si stia operando per riqualificare il quadrante più antico della città che risale al villaggio celtico preromano Medhelan: con il Cordusio, la via Torino e le Cinque Vie che si incrociano a stella in un’area ricchissima di monumenti, fra vestigia dell’Impero Romano (tra le quali il Foro) di cui Milano fu capitale, palazzi patrizi, scavi archeologici, musei, chiese, piazze”. Lo ha detto, concludendo i lavori del webinar, Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano ma soprattutto, in questa occasione, apprezzato cultore della storia e della cronaca di Milano.

“Ma – aggiunge Colombo Clerici – se è giusto soffermarsi su quanto si vede e viene lodevolmente denunciato dalle associazioni di cittadini, credo sia il momento di dare un occhio su quanto non si vede, cioè quanto succede sui tetti della città con la realizzazione di impianti tecnologici e di manufatti che sfigurano, vedendolo dall’alto, il paesaggio urbano, all’altezza dei tetti e delle magnifiche cupole della Milano “romana”. Desolante rispetto al fascino dei tetti di Roma. Con i droni una mappatura degli obbrobri è cosa fattibile. Sarebbe opportuno in materia prevedere un mascheramento estetico”.

V.A.

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