Focolai di influenza aviaria in Europa

0
514

 

ATS Brianza indica alcune disposizioni da seguire

(mi-lorenteggio.com) Ceriano Laghetto, 14 dicembre 2020 – giorni scorsi, l’ATS Brianza ha inviato un’informativa in seguito al crescente aumento del numero di focolai di influenza aviaria sviluppatisi in Europa.

L’aviaria è un virus che colpisce gli uccelli selvatici, ma è altamente contagioso anche per altre specie animali ed è trasmissibile all’uomo.

I casi rilevati sono limitati a piccoli focolai all’estero tuttavia, per contenere il diffondersi dell’epidemia, l’ATS Brianza ha provveduto a divulgare alcune disposizioni da seguire.

La prima fra tutte, riguarda gli allevamenti all’aperto di volatili e di pollame, i cui esemplari devono essere ricoverati in luoghi chiusi al fine di limitare il contatto con uccelli selvatici, eventualmente infetti.

Vanno inoltre tempestivamente segnalati al dipartimento Veterinario dell’ATS, uccelli malati o trovati morti, evitando di avere con essi, qualsiasi tipo di contatto.

Anche per i cacciatori ci sono dei comportamenti da seguire, ad esempio cambiare il prima possibile vestiario e calzature al ritorno dalle battute di caccia in modo tale da ridurre la possibilità di trasmissione dell’infezione sia in ambito casalingo sia al pollame e agli uccelli allevati in cattività.

Altre disposizioni riguardano le esposizioni di volatili a fiere, mercati, mostre e simili, autorizzate solo a condizione che l’evento si svolga in modo da ridurre al minimo il rischio contagio da eventuali esemplari malati.

“Oltre a queste disposizioni- aggiunge l’Assessore alla Protezione Animali, Antonella Imperato- Una particolare attenzione va riservata agli animali domestici affinché non entrino in contatto con esemplari eventualmente contagiati sia vivi che deceduti. Attenzione quindi mentre portiamo a passeggio il cane oppure quando lasciamo il gatto libero di cacciare prede in giardino”.

Piccola nota positiva per il nostro territorio: è stato riscontrato che gli uccelli selvatici più comuni nelle nostre zone come piccioni, colombe, tortore, merli, rondini, passeri e altre specie delle stesse famiglie, sembrano addirittura essere resistenti al virus o comunque essere poco ricettivi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui