Coronavirus. L’outlet Scalo Milano ricorre al TAR contro l’ordinanza di Regione Lombardia

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L’outlet cittadino ha impugnato il provvedimento che determina la chiusura nei fine settimana delle grandi strutture commerciali. “Provvedimento illogico e con disparità di trattamento: abbiamo fin dalla riapertura deciso di stanziare ulteriori 500.000 euro per garantire massima sicurezza allo shopping dei milanesi mentre nelle strade cittadine nessuno vigila”. Discussione in aula il prossimo 17 novembre

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 30 ottobre 2020 – Scalo Milano ha ricorso al TAR della Lombardia prima contro l’Ordinanza n. 623 e successivamente contro l’Ordinanza n. 624 del Presidente di Regione Lombardia che hanno determinato, fra le altre misure, limitazioni alle aperture delle grandi strutture di vendita e dei centri commerciali che resteranno chiusi nelle giornate di sabato e domenica fino al prossimo 13 novembre.

Per Scalo Milano i provvedimenti si presentano fin dalle sue premesse contradditori, illogici in quanto generatori di una ingiusta e ingiustificata disparità di trattamento. Nei provvedimenti impugnati si afferma la necessità di assumere iniziative finalizzate a prevenire la diffusione del contagio “in relazione alle situazioni che configurano rischi di assembramento legate allo svolgimento di attività economiche”, categoria non meglio specificata nella quale vengono incluse unicamente le grandi strutture di vendita e non considerati gli effetti legati agli altri esercizi potenzialmente più a rischio.

Proprio la valutazione del rischio, oltre ad altri profili giuridici parimenti contestati, rappresenta il principale elemento mancante nelle ordinanze determinando, per Scalo Milano, l’arbitrarietà della decisione. L’outlet cittadino ha fin dalla riapertura deciso di stanziare con enormi sacrifici ulteriori 500.000 euro nel garantire il massimo livello di sicurezza dei suoi visitatori installando termoscanner all’ingresso, digitalizzando gli accessi per rendicontare il numero delle presenze, localizzando diffusamente punti di sanificazioni in tutta l’area e investendo nell’assunzione di ulteriore personale di vigilanza e pulizie/sanificazione preposto al controllo del distanziamento fisico e al rispetto delle principali norme igienico-sanitarie, nei viali dell’outlet.

“Le ordinanze dispongono tout court la chiusura dei centri commerciali e delle grandi strutture di vendita senza aver effettuato una verifica del rispetto delle misure di sicurezza in questi spazi – dichiara Davide Lardera Amministratore Delegato di Scalo Milano Outlet & More. Il protocollo applicato da Scalo Milano è severo e scrupoloso e garantisce un’esperienza dello shopping in piena sicurezza: abbiamo regole che risultano difficilmente replicabili in altre situazioni di grande afflusso di persone quali le vie dello shopping presenti nei centri urbani o nei i mercati comunali. Tutti abbiamo a cuore innanzitutto la salute delle persone, come valore cardine di questo periodo eccezionale, ma servono misure calibrate e logiche, non chiusure indiscriminate che penalizzano gli esercenti e gli stessi cittadini”.

L’udienza di discussione è stata fissata dal TAR il prossimo 17 novembre e in sede di udienza processuale Scalo Milano ribadirà le argomentazioni giuridiche a fondamento del ricorso sostenendo che le misure varate e applicate, fin da maggio, rendano l’outlet cittadino un luogo molto più sicuro di altre realtà –

compresi i centri città e le vie dello shopping – verso le quali non sono stati assunti provvedimenti di uguale restrizione.

Infine, Scalo Milano dichiara il proprio sostegno anche alle altre realtà del retail che sono pronte a fare ricorso contro un’ordinanza illogica, lacunosa e non uniforme nei criteri e nel giudizio, come quello promosso dal CNCC di cui Scalo Milano è associato.

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